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Giallo di Torino

“Mi ha portato a casa”. Poi il buio: chi ha messo nel bagagliaio Marco Conforti?

La testimonianza dell’amico carrozziere, l’ultimo ad aver visto l’imprenditore martedì scorso

Trovato morto nel bagagliaio a Torino: NON E' UN OMICIDIO

Marco Conforti, imprenditore. Aveva 56 anni

Marco Conforti non è stato assassinato. E' quello che dice l'esito dell'autopsia eseguita ieri a Torino. 

Fonti vicine agli investigatori, escludono che l'uomo sia stato ucciso: pare che a causare il decesso sia stato un arresto cardiaco dovuto all'ingerimento di sostanze stupefacenti.

Ma chi ha messo un corpo esanime nel baule dell’auto?

Come c'è finito Conforti lì? C'è andato da solo o qualcuno l'ha accompagnato e l'ha poi abbandonato senza soccorrerlo?

A questi interrogativi stanno lavorando gli uomini della Squadra mobile diretta dal dirigente Luigi Mitola.

Sul corpo non c'erano segni di violenza: l’uomo è morto dopo aver ingerito sostanze stupefacenti.

L'autopsia è stata svolta dai medici legali Francesco Cattaneo e Roberto Testi ed ha evidenziato che al momento è stato impossibile individuare con esattezza sufficiente anche l'epoca della morte: il cadavere, che al momento del ritrovamento era in decomposizione, è rimasto troppo a lungo nel bagagliaio esposto al sole.

Un lasso di tempo compreso fra le 36 e le 72 ore sembra il più probabile.

È considerata plausibile dagli investigatori, dato il peso e la corporatura di Conforti, l'ipotesi che a caricare l'uomo nella vettura siano state almeno due persone.

"Mi ha portato a casa e poi è scomparso, andato via come una scheggia. Da giorni sto vivendo un incubo senza fine".

"Mi ha portato a casa e poi è scomparso, andato via come una scheggia. Da giorni sto vivendo un incubo senza fine".

A parlare, al quotidiano La Stampa, è l’amico di Marco Conforti, l’ultimo ad averlo visto vivo. E’ l’amico carrozziere con cui è stato le ultime ore della sua vita, quel martedì sera, dopo aver trascorso una serata con gli amici. 

“Dove è andato? Non ne ho idea. Lui era fatto così. Ti accompagnava e poi tornava a divertirsi. Con altri amici, con delle donne”.

L'amico carrozziere, l'ultimo del gruppo ad averlo visto vivo, continua a interrogarsi su cos'è successo.

Martedì 23 maggio erano andati a cena insieme. Il carrozziere, Marco e altra gente. In cinque.

Poi, il buio.

Una cena come tante, al ristorante di pesce Esca dietro la basilica della Gran Madre… Intorno a mezzanotte è tutto finito: Marco e il carrozziere decidono di continuare la serata allo strip club Samara, dietro la stazione Porta Nuova.

“Era lì che si divertiva. Ballava, chiacchierava con delle ragazze. Qualche drink, cose così. Non c'era davvero nulla di strano, il solito Marco di sempre”.

Fino a che non s’è fatto portare a casa. E poi è cronaca.

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