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Cronaca
31 Maggio 2023 - 10:08
La figlia dell'imprenditore Marco Conforti con il papà
“Sono poche le persone che conoscono mio papà, sono in questa casa in questo momento. Le persone che sono al di fuori ci stanno creando tanti problemi”.
Chiedono il silenzio, i famigliari di Marco Conforti, l’imprenditore di 56 anni di Castagneto Po trovato morto domenica sera nel bagagliaio della sua auto, una Range Rover grigia, parcheggiata in via Rovigo a Torino.
A parlare è la figlia Carola alle telecamere de La Vita in Diretta, il rotocalco di attualità in onda tutti i giorni sulla Rai e condotto da Alberto Matano.
Dal dehor della casa di Castagneto, ieri pomeriggio la figlia dell’imprenditore ha rilasciato un’intervista alla giornalista Lucilla Masucci.
La figlia Carola intervistata da La Vita in Diretta
“Siamo scioccati. Vogliamo sapere esattamente cosa è successo, vogliamo la verità”, ha spiegato Carola Conforti alle telecamere della Rai.
“Mio papà aveva una vita molto frenetica, mordeva la vita in tutti i sensi, sia nel bene che nel male - ha spiegato -. Ci sono persone che non lo conoscono per quello che è realmente. Sono poche le persone che lo conoscono, sono in questa casa in questo momento. Le persone che sono al di fuori ci stanno creando tanti problemi. Mio papà era una persona fantastica nella famiglia, nel lavoro. Ha dato sostegno a me e a mia mamma nonostante fossero separati. Mi ha insegnato ad essere una persona forte e coraggiosa. Non ho idea di come sia finito in quel bagagliaio. So che si è sentito male, nessuno poteva volergli male”.
“Vorrei andare a fondo di questa storia - ha aggiunto -. Prego chiunque l’abbia visto, se sa qualcosa, di farsi avanti. Vogliamo sapere cos’è successo e perché è finito lì. Forse era lì per passaggio, si è sentito male e si è fermato con l’auto, poi si è sdraiato. Può darsi che chi era con lui si sia spaventato, non abbia chiamato i soccorsi”.
“Ho visto mio papà l’ultima volta martedì scorso - ha concluso Carola, tanto coraggio e tanta forza di volontà -, mi ha accompagnato a scuola in macchina prima che partisse per il mare. L’ho trovato a casa poi verso le 18 di sera, ci siamo salutati, abbracciati e baciati, e poi è andato via. L’immagine di papà è quella di un uomo brillante, pieno di vita, che pensa alla famiglia e al lavoro.
E’ una persona buona e non voglio che venga infangato il suo nome, perché non se lo merita”.
La figlia Carola con il papà Marco Conforti
Sempre ieri Carola ha lasciato un ricordo molto toccante del padre in un post su instagram, dove ha pubblicato fotografie che la ritraggono bambina in braccio al papà.
Visualizza questo post su Instagram
“Papà, stavolta me l’hai combinata grossa - ha scritto nel post -. Ricordo quando da piccola mi veniva il magone se solo vedevo un capello bianco spuntare sui tuoi capelli o su quella barba che tanto mi pungeva quando mi baciavi.
Sei stato la mano che mi tirava su dallo scivolo del parco giochi a quella che usavi quando mi dovevi asciugare le lacrime.
Andavi così fiero di quella mano che quando c’erano i tuoi amici facevi vedere quanto le linee dei nostri palmi delle mani fossero uguali.
E lo erano davvero.
Con te ho imparato ad amare, a cadere e a rialzarmi.
Quando cadevo tu eri lì, per dirmi che ce la potevo fare da sola, senza l’aiuto di nessuno, ma solo con l’aiuto di me stessa.
Mi ripetevi ogni giorno quanto tu fossi orgoglioso di me e della donna che stavo diventando, la donna che mi hai insegnato ad essere tu. Forte e coraggiosa, che non si ferma davanti a nulla, che non si accontenta di niente ma quando serve sa rinunciare.
Ecco papà, io forte lo sono sempre stata, ma stavolta non ci riesco, non ci riesco proprio.
Perché te ne sei andato via senza salutare, senza dirmi l’ultimo Ti amo.
L’uomo della mia vita, il mio papà, che mi lascia da sola.
Ed io mi sento così piccola e fragile in questo momento senza di te.
Avevamo così tanti obbiettivi da raggiungere insieme, ed ora mi toccherà fare tutto da sola, come mi hai insegnato tu.
Prometto che non smetterò mai di sognare.
La tua anima e il tuo sangue saranno sempre parte di me.
Ciao papà, Ti amo per sempre”.
Oggi è una giornata chiave per avere qualche certezza in più sul giallo di via Rovigo.
Bisognerà attendere i risultati dell'autopsia sul corpo di Marco Conforti per far luce sul mistero intorno alla sua morte e al ritrovamento del suo cadavere nel bagagliaio di un'auto parcheggiata a Torino.
Dall'esame si attendono chiarimenti su come l'uomo sia morto e quando sia finito nel vano del suo suv Ranger Rover. Gli investigatori della Squadra Mobile di Torino, diretta dal dirigente Luigi Mitola, continuano a indagare sulla 'morte sospetta' del 56enne di Castagneto Po come se si trattasse di un omicidio e per questo reato la procura del capoluogo piemontese ha aperto un fascicolo, titolare la pm Antonella Barbera.
L'imprenditore Marco Conforti, 56 anni.
C'è il massimo riserbo, ma gli inquirenti non escludono nessuna ipotesi, anche quella di trovarsi di fronte ad un occultamento del cadavere di Conforti.
Ecco perché i risultati dell'esame autoptico, che verrà eseguito dal medico legale Roberto Testi, potrebbero essere decisivi per arrivare alla soluzione del giallo. In particolare per stabilire il giorno della morte. Il cadavere di Conforti, che non mostrava segni evidenti di violenze, al momento del suo ritrovamento era in avanzato stato di decomposizione e per chi indaga è essenziale comprendere se il decesso sia avvenuto prima del 26 maggio, giorno in cui l'ex moglie Serena Panico ne ha denunciato la scomparsa o precedentemente. Gli investigatori, intanto, stanno ricostruendo le ultime ore dell'imprenditore, appassionato di auto sportive e della bella vita.
Dopo aver sentito i residenti di via Foligno a Torino, dove è stata ritrovata l'auto con il corpo, e dopo aver acquisito i filmati della zona, stanno passando al setaccio le conoscenze di Conforti.
Secondo alcune testimonianze la scorsa settimana, la mattina del 23 maggio, la vittima aveva raggiunto la Liguria a bordo della sua nuova Ferrari Portofino.
Per la precisione era andato a Varazze, in provincia di Savona, con un suo amico, per cercare un posto dove ormeggiare la barca quest'estate. La sera però erano nuovamente a Torino per una cena con altri amici, in centro, in piazza Gran Madre.
Al ristorante, ai piedi della collina torinese, Marco Conforti, non è arrivato con la Ferrari, ma con il suv in cui è stato ritrovato il corpo. A fine cena l'imprenditore si sarebbe spostato in un altro locale. Su cosa sia accaduto dopo c'è il buio più totale. Fino al ritrovamento del cadavere.
“Sapevo delle fragilità di mio marito per quanto riguarda l’uso di sostanze stupefacenti - ha detto la moglie Serena Panico in un’intervista a La Stampa -. Ha avuto sempre quel problemino, anche se all’inizio lo gestiva abbastanza bene. Non ne faceva un uso eccessivo. Nel senso che si faceva le sue serate. Era finalizzata a quello l’uso: al divertimento. Se non fosse stato così, se fosse stato un tossicodipendente non avrebbe mai potuto fare tutto quel che ha fatto. Anzi: non avrebbe nemmeno potuto lavorare".
"Martedì notte - ha concluso - potrebbe essere andato con qualcuna, e aver ingoiato un cocktail di qualcosa. Sa come vanno queste cose: fai una serata, prendi qualcosa, bevi, esageri. E stavolta ha esagerato molto male. Questo non vuol dire che fosse un tossico. Se lo fosse stato, non sarebbe stato l’imprenditore di successo quale era e mai un grande amico e un ottimo padre”.
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