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EMERGENZA CINGHIALI: Dentro il parco c'è un deposito per stoccare quelli uccisi

Gli animali poi finiscono sul mercato

EMERGENZA CINGHIALI: Dentro il parco c'è un deposito per stoccare quelli uccisi

L’Ente di gestione delle Aree protette del Po piemontese è impegnato nelle misure di controllo e contenimento delle popolazioni di cinghiali finalizzate alla salvaguardia degli ecosistemi e della biodiversità oltre che alla riduzione dei danni agricoli.

La presenza di alte densità di cinghiali rappresenta una criticità nella conservazione di habitat quali praterie aride, boschi, ambienti umidi e sponde fluviali esposti al danneggiamento della cotica erbosa ad opera di questi ungulati che ricercano il cibo grufolando nel terreno.

Questo comportamento rende gli ambienti naturali estremamente vulnerabili oltre ad avere impatti anche sulle popolazioni di uccelli che nidificano a terra e sulle ovature di diverse specie di anfibi e rettili. 

Evidenti e noti sono inoltre i danni arrecati alle colture.

Da questi presupposti nasce l’esigenza di effettuare interventi di controllo demografico delle popolazioni di cinghiali anche in coordinamento con altri Enti-Parco, da tempo l’Ente anche per la problematica della PSA collabora con l’ Ente di Gestione delle Aree Protette dell’Appennino Piemontese e l’Ente di Gestione Parco Paleontologico Astigiano. 

in foto, i responsabili del centro di stoccaggio

E’ attiva attualmente una cella di sosta per i capi abbattuti nel territorio limitrofo alla Provincia di Alessandria, mentre invece manca una cella nel territorio del Torinese. 

In questo contesto si inserisce la convenzione stipulata tra l’Ente di gestione delle aree protette del Po Piemontese e l’Ente di gestione delle aree protette dei Parchi Reali sottoscritta rispettivamente dalle direttrici Monica Perroni e Stefania Grella. 

L’accordo prevede che il Parco del Po piemontese, durante la sua attività di contenimento dei cinghiali, possa avvalersi del Centro di sosta della selvaggina allestito presso Cascina Comba, a Druento, all’interno dell’area regionale del Parco La Mandria.

Siamo molto grati ai Parchi Reali che attraverso il servizio guardiaparco ci offre la possibilità di conferire al Centro di sosta i capi abbattuti all’interno del territorio di nostra competenza. La convenzione avrà la validità di un anno e consentirà di consegnare un numero massimo di 50 carcasse. Auspichiamo che la collaborazione sia proficua e quindi rinnovabile anche negli anni a seguire!” – dichiara Monica Perroni.

La questione dello smaltimento delle carcasse è sempre stato un grande problema. La convenzione con i Parchi Reali consente di usufruire dello stallo presso il Centro di sosta prima di procedere alla vendita o al corretto smaltimento delle carcasse. Questo aspetto sarà curato dai Parchi Reali.” – afferma Valeria Genovese, responsabile del Servizio Vigilanza del Parco del Po piemontese.

Il Parco La Mandria si è dotato da tempo di un Centro di sosta per lo stoccaggio in apposite celle dei capi di cinghiali abbattuti, dato il numero elevatissimo (ben 837 nel 2022), al quale a breve si aggiungeranno quelli del Parco del Po con cui volentieri collaboriamo essendo anch’esso un ente del Sistema Parchi regionale” commenta Stefania Grella.

“Il Centro della Mandria funzionerà a pieno ritmo, rifornendo a sua volta i macelli autorizzati alla lavorazione della selvaggina di carni di animali vissuti in libertà, di ottima qualità e sottoposte ai controlli veterinari della competente ASL. Il costo di vendita fissato dall’Ente è di 2 euro al kg (capo eviscerato e sottopelle), ma il mercato non assorbe l’intera offerta, per la scarsità dei canali di vendita, per questo parte degli animali sono destinati al carnaio per l’alimentazione di rapaci necrofagi” osserva Vittorio Debrevi, responsabile del Servizio Vigilanza dell’Ente Parchi Reali.

Il problema dei  cinghiali

La proliferazione abnorme e incontrollata degli animali selvatici è ormai una vera e propria emergenza.  I cinghiali in particolare, oltre a essere una delle maggiori cause di danni alle coltivazioni agricole, hanno determinato un sensibile aumento degli incidenti stradali, alcuni dei quali purtroppo mortali. Per i cittadini in generale e per il mondo agricolo in particolare, spesso, gli indennizzi per i danni patiti per colpa dei cinghiali vengono liquidati, nella maggior parte dei casi, soltanto in misura marginale e con pesanti ritardi. 

E gli abbattimenti?

Il numero dei cinghiali abbattuti nel Torinese continua a essere assolutamente ridicolo. È dall’estate del 2022 che la nuova normativa regionale permette di abbattere i cinghiali anche nelle ore notturne con l’utilizzo di fonti luminose, inoltre, da alcuni mesi è anche finalmente operativa la figura dell’agricoltore selecontrollore: eppure nel Torinese sembra che nulla sia accaduto.

Dal capoluogo alle vallate torinesi, passando per i campi, le vigne e i frutteti della pianura e delle colline torinesi e canavesane, gli agricoltori continuano a segnalare ingenti danni e continuano a richiedere interventi di abbattimento o “cattura con abbattimento” che non raggiungono i risultati.

Se per il territorio regionale l’obiettivo per il 2022 era fissato così a 50mila capi, quello per la provincia di Torino era di circa 16mila. Invece il 2022 si è chiuso con meno di 3.500 capi abbattuti e una maglia nera per le aree protette regionali e quelle gestite dalla Città metropolitana.

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