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27 Novembre 2025 - 23:17
Il camper promosso dall'Asl di Vercelli
Il debutto dell’Ambulatorio medico mobile dell’Asl di Vercelli offre un primo segnale concreto contro la carenza di medici di medicina generale che da anni penalizza la Valsesia e la Valsessera. Trenta visite in un solo giorno, tutte effettuate senza prenotazione, testimoniano quanto il bisogno sanitario sia reale e quanto le comunità montane, spesso isolate dai servizi, attendessero un presidio stabile, riconoscibile, capace di riportare la sanità sul territorio invece di costringere i cittadini a interminabili spostamenti.
La prima tappa del camper sanitario, attrezzato come un vero ambulatorio itinerante, si è svolta a Coggiola, piccolo comune del Biellese. Qui gli assistiti hanno potuto incontrare due specialisti, un cardiologo e un oculista, trovando risposte che nel quotidiano, senza medico di base di riferimento, rischiano di essere rinviate o trascurate. L’accesso libero ha permesso visite accurate, approfondite, molto simili a prime valutazioni diagnostiche specialistiche, come sottolineato dalla stessa azienda sanitaria.
Coggiola è stato solo il punto di partenza di un percorso pensato per abbracciare le aree più scoperte dal servizio di medicina generale. Il programma prevede infatti altre due tappe immediate: venerdì 5 dicembre a Scopello con ambulatori di Cardiologia e Oculistica, e sabato 6 dicembre a Cellio con Breia, dove invece saranno presenti specialisti di Ginecologia e Pediatria. Complessivamente, il piano dell’Asl articolerà nove giornate di attività, distribuendo la presenza del camper tra i comuni montani con maggiori difficoltà di copertura sanitaria.
L’obiettivo, come spiega il direttore generale dell’Asl di Vercelli Marco Ricci, è duplice: presidiare il territorio e ricucire il rapporto fra cittadini e sistema sanitario. «Prestiamo particolare attenzione agli assistiti attualmente privi del proprio medico di medicina generale – afferma Ricci – Con l'iniziativa dell'Ambulatorio medico mobile intendiamo presidiare il territorio e garantire continuità assistenziali a tutti, offrendo prime visite che sono in realtà esami specialistici». Un concetto chiaro, che definisce il cuore dell’iniziativa: non un semplice servizio tampone, ma un supporto qualificato in grado di intercettare bisogni clinici e prevenire rinunce alle cure.
Le aree montane di Valsesia e Valsessera, dove la scarsità di medici di base è ormai strutturale, diventano così laboratorio di una sanità di prossimità che prova a reinventarsi: specialisti che si muovono verso i cittadini, tempi di attesa drasticamente ridotti, valutazioni cliniche garantite anche in assenza del proprio medico. L’esperienza delle prime trenta visite dimostra che il modello funziona e che il camper sanitario può diventare uno strumento stabile, soprattutto nelle zone dove il ricambio generazionale della medicina generale procede con estrema lentezza.
La sfida, per l’Asl, sarà ora mantenere questo ritmo e trasformare l’iniziativa in una risposta continuativa. I cittadini, intanto, attendono le prossime tappe con la stessa speranza mostrata a Coggiola: quella di poter contare, finalmente, su una sanità vicina, accessibile, non più concentrata negli ospedali delle città ma di nuovo presente nei paesi e nelle frazioni dove il bisogno non è minore, ma semplicemente più difficile da raggiungere.

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