Cerca

Attualità

Museo ferroviario diffuso, in Canavese parte la sfida delle amministrazioni

Da Ozegna la regia del progetto che coinvolge 36 stazioni e 150 mezzi storici

Museo ferroviario diffuso

Museo ferroviario diffuso, in Canavese parte la sfida delle amministrazioni

A Ozegna il patrimonio ferroviario non è più solo un tema tecnico. Diventa terreno di confronto politico, amministrativo e territoriale. Nel pomeriggio, al Palazzetto dello Sport, la Regione Piemonte ha presentato il progetto di valorizzazione delle ex linee Torino–Ceres e Canavesana davanti a una platea di sindaci e amministratori del Canavese.

Al centro dell’incontro c’è il Museo Ferroviario Diffuso. Un sistema che dovrà mettere in rete 36 stazioni e oltre 150 mezzi storici. L’obiettivo è chiaro: recuperare edifici e aree oggi sottoutilizzati e trasformarli in poli culturali, turistici e di identità locale.

L’assessore al Patrimonio Gian Luca Vignale ha illustrato le linee generali del progetto. Ha ricordato l’acquisizione delle linee da parte della Regione e ha fissato un principio politico preciso: niente forzature dall’alto. «La valorizzazione delle stazioni più rappresentative avverrà in sinergia con le Amministrazioni locali», ha spiegato. Tradotto: ogni intervento dovrà passare dal confronto con i Comuni.

Accanto a lui il consigliere regionale Sergio Bartoli (Lista Civica Cirio Presidente PML), presidente della V Commissione. Il suo intervento ha dato voce alle richieste del territorio. «Il Canavese non deve essere spettatore ma protagonista di questo progetto», ha detto. Poi il passaggio più netto: «Gli investimenti calati dall’alto non vanno mai bene se non sono condivisi. Come Commissione garantiremo un confronto costante con i Sindaci, perché ogni scelta sia realmente aderente alle esigenze dei territori».

L’incontro è stato ospitato dal sindaco di Ozegna Federico Pozzo, che ha fatto gli onori di casa. Ha ringraziato amministratori e Regione per la presenza e ha preso posizione sul merito: «Desidero complimentarmi con l’Assessore Vignale e il Consigliere Bartoli per un progetto che punta a valorizzare edifici storici di grande pregio, custodendo la loro storia e, al tempo stesso, promuovendo il territorio attraverso un modello di sviluppo rispettoso della nostra identità».

In sala c’era anche la consigliera regionale Paola Antonetto, insieme a molti sindaci e amministratori della tratta Canavesana e delle aree interessate. Il confronto non è stato formale. Sono arrivate richieste puntuali. Le prime riguardano le tempistiche: quando partiranno i cantieri, quali stazioni saranno coinvolte per prime, come verranno gestite le fasi di progettazione.

Altro nodo: la scelta dei siti. Alcuni Comuni hanno chiesto di chiarire i criteri per individuare le stazioni “chiave” del sistema museale. Non tutte le strutture hanno la stessa posizione, lo stesso stato di conservazione, lo stesso potenziale turistico. Alcune sono al centro di itinerari naturalistici. Altre si trovano in aree urbane in difficoltà e vengono viste come possibili leve di rigenerazione.

Si è parlato anche di ricadute urbane. La trasformazione delle stazioni potrebbe incidere su mobilità locale, fruizione degli spazi pubblici, possibili nuove funzioni. Alcuni sindaci hanno chiesto garanzie su manutenzione, gestione futura e sostenibilità economica dei siti che saranno recuperati.

Il progetto del Museo Ferroviario Diffuso resta ambizioso. Dovrà tenere insieme memoria storica, uso culturale e ritorno concreto per i territori. Non basteranno targhe celebrative e inaugurazioni. Serviranno contenuti, attività, programmazione stabile.

La Regione ha confermato la disponibilità a proseguire il lavoro in modo continuativo. Il tavolo con i Comuni non si chiude con l’incontro di Ozegna. Sarà lo strumento per tradurre gli annunci in scelte operative: quali stazioni partire per prime, quali mezzi storici valorizzare, come collegare il sistema ferroviario diffuso con l’offerta turistica già presente nel Canavese.

Il pomeriggio si chiude con un impegno condiviso. Regione e amministratori locali si sono detti pronti a proseguire il confronto. La sfida, ora, è una sola: trasformare il progetto in cantieri reali e in luoghi vivi, non in un semplice elenco di buone intenzioni.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori