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Ciriè riscopre la sua ferrovia: successo per la mostra dedicata alla TO-Ceres, la prima linea elettrificata al mondo

Due giorni di storia, immagini e memoria collettiva per celebrare un secolo di viaggi e guardare al futuro, tra restauri, progetti e testimonianze di un territorio che non ha mai smesso di credere nei suoi binari

L'inaugurazione della mostra con la sindaca Loredana Devietti

L'inaugurazione della mostra con la sindaca Loredana Devietti

Ciriè si è fermata per due giorni, ma solo per fare un salto indietro nel tempo. Sabato 8 e domenica 9 novembre 2025, Villa Remmert ha aperto le sue sale alla mostra dedicata alla Ferrovia Torino-Ceres, in occasione della tradizionale Fiera di San Martino. Un evento che ha unito memoria e visione, passato e futuro, emozione e speranza.

L’iniziativa, organizzata dall’Osservatorio sulla Torino-Ceres insieme a Ars et Labor e con il patrocinio della Città di Ciriè, ha voluto restituire alla cittadinanza un patrimonio di immagini, oggetti e ricordi che raccontano una storia non solo delle Valli di Lanzo, ma dell’intero Piemonte. Perché quella che oggi è una linea ferroviaria in attesa di rinascere fu, nel 1921, un simbolo mondiale: la prima ferrovia commerciale elettrificata a corrente continua a 4.000 volt, un primato di ingegno e modernità che fece di Torino un laboratorio d’avanguardia.

«Organizzare una mostra sulla Torino-Ceres – hanno spiegato i promotori dell’Osservatorio – non significa soltanto parlare del passato, ma riconoscere da dove quei binari sono partiti e dove possono ancora arrivare, se accompagnati da volontà e visione».

L’allestimento, curato nei minimi dettagli, ha offerto al pubblico un viaggio lungo più di un secolo: fotografie d’epoca, mappe, documenti tecnici, modellini, divise e cimeli hanno permesso di ripercorrere la nascita della linea, la sua elettrificazione pionieristica, gli anni d’oro dei collegamenti con le Valli e la lenta parabola che l’ha condotta alla chiusura temporanea.

Ma il messaggio dell’esposizione non era la nostalgia, bensì la speranza. Un percorso che, come hanno ricordato gli organizzatori, «non si è limitato al ricordo, ma ha voluto guardare con fiducia al futuro, per mantenere alta l’attenzione su un’infrastruttura che resta fondamentale per la vita del territorio».

A confermare questa prospettiva è stata la presenza, all’inaugurazione di sabato, dell’ingegnera Miriam Chiara, in rappresentanza della Regione Piemonte e dell’assessore al Patrimonio Gian Luca Vignale. Il suo intervento ha aperto uno spiraglio concreto sul domani: la Torino-Ceres sarà infatti parte integrante del progetto del Museo Ferroviario Diffuso, un ambizioso piano regionale che punta alla valorizzazione del patrimonio ferroviario, tecnico e architettonico del Piemonte.

Un progetto che, nelle parole di Chiara, porterà anche al restauro dei mezzi storici della linea, restituendo dignità a locomotive e carrozze che per decenni hanno collegato la città alla montagna, trasportando non solo passeggeri ma anche lavoro, speranze, merci, racconti.

Le sale di Villa Remmert, sabato e domenica, sono state letteralmente invase dai visitatori. Famiglie, ex ferrovieri, appassionati di storia, studenti e curiosi hanno riempito gli spazi, muovendosi tra gigantografie di vecchi binari, foto di stazioni scomparse, cartoline, strumenti di segnalazione e pannelli ricchi di aneddoti.

Un colpo d’occhio emozionante, raccontano gli organizzatori: «Vedere Villa Remmert piena è stata la gratificazione più grande. È la prova che l’interesse per la Torino-Ceres non si è mai spento».

Il successo dell’iniziativa è stato anche il risultato di un lavoro corale. L’Osservatorio ha voluto ringraziare pubblicamente tutti coloro che hanno reso possibile l’evento: il Comune di Ciriè per il patrocinio e l’uso della villa, i tecnici che hanno curato l’allestimento, i fotografi del contest che hanno prestato i loro scatti, le associazioni e le famiglie che hanno messo a disposizione documenti, modellini e oggetti d’epoca.

Un ringraziamento speciale è andato al Gruppo Storico GTT e ai professori Fabio Malavasi e Sebastiano Marra, che hanno offerto «pezzi d’eccezione» come la mappa originale dell’ufficio del capostazione di Porta Milano e il fanale della locomotiva a vapore T3, una delle prime a percorrere la linea nell’Ottocento. Veri e propri cimeli che hanno catturato l’attenzione di grandi e piccoli, diventando simbolo tangibile di un passato da custodire.

Tra i protagonisti della mostra anche il libro-catalogo dedicato alla Torino-Ceres, frutto di anni di ricerche e raccolta di materiali da parte dell’Osservatorio. Il volume, presentato sabato mattina, ha riscosso un entusiasmo tale da andare esaurito già nella giornata inaugurale, segno di quanto la comunità continui a sentire viva la propria storia ferroviaria.

Per far fronte alle numerose richieste, l’Osservatorio ha già annunciato una ristampa, prenotabile attraverso il sito ufficiale osservatoriotorinoceres.wordpress.com.

La Torino-Ceres, inaugurata ufficialmente il 1º maggio 1921, rappresenta una delle pagine più straordinarie della storia industriale piemontese: la prima ferrovia al mondo elettrificata a corrente continua a 4.000 volt, simbolo di un progresso tecnico che anticipò i tempi.
Da allora, quei binari hanno accompagnato intere generazioni di pendolari, studenti, lavoratori e turisti, diventando un filo conduttore tra la città e le montagne, tra innovazione e identità.

Oggi, mentre si discute del futuro della linea e del suo possibile rilancio, la mostra di Villa Remmert è servita a rinnovare il legame emotivo e culturale tra la ferrovia e la comunità. Un legame che, come i binari stessi, attraversa il tempo e chiede soltanto di essere mantenuto vivo.

Come scrivono i promotori dell’Osservatorio, «il lavoro di raccolta e conservazione della memoria è fondamentale per ricordare cosa è stato e per immaginare cosa la ferrovia potrà ancora essere. La strada è lunga, ma passo dopo passo ci arriveremo».

A Ciriè, in un weekend di novembre, quel passo è già stato compiuto: tra i saloni illuminati di Villa Remmert, la Torino-Ceres è tornata a correre, questa volta sulle rotaie della memoria.

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