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La Torino-Ceres si trasforma: stazioni riaperte al turismo e al rilancio delle Valli di Lanzo

Un progetto regionale da 4,9 milioni per recuperare ogni fermata tra Venaria e Ceres, con treni d’epoca, mostre, B&B e sapori locali

La Torino-Ceres si trasforma: stazioni riaperte al turismo e al rilancio delle Valli di Lanzo

Un tempo snodo vitale per pendolari e merci, oggi spazio silenzioso e spesso inutilizzato. Ma il futuro della storica linea ferroviaria Torino-Ceres potrebbe essere molto diverso. E avere un’anima nuova, fatta di turismo, cultura e sviluppo locale. Grazie al Museo Ferroviario Diffuso Piemontese, la tratta che attraversa le Valli di Lanzo torna al centro dell’attenzione. L’obiettivo è chiaro: trasformare le stazioni dismesse o sottoutilizzate in luoghi dinamici, capaci di ospitare eventi, escursionisti, mostre, degustazioni e strutture ricettive.

Il progetto è stato presentato ufficialmente giovedì 10 luglio a Pessinetto, in un incontro che ha coinvolto la Regione Piemonte, i sindaci dei Comuni interessati e le realtà turistiche locali. Non si tratta solo di salvare edifici dall’abbandono, ma di dar vita a un percorso coerente lungo la linea, dove ogni stazione si distingua per vocazione e identità, senza perdere il legame con la sua origine ferroviaria.

La stazione di Pessinetto in una foto d'epoca

Gli investimenti pubblici ci sono già. La Regione ha stanziato 4,9 milioni di euro e sta lavorando per attivare misure di sostegno e canoni agevolati destinati a chi si farà carico della gestione e riqualificazione degli spazi. Ma i prossimi mesi saranno decisivi: entro settembre è previsto un nuovo tavolo operativo per definire in modo più preciso le destinazioni d’uso delle singole fermate, da Venaria a Lanzo, da Pessinetto a Ceres.

Le idee sul tavolo delineano già un mosaico variegato. Lanzo sarà il fulcro più ampio e polivalente, con spazi per l’accoglienza turistica, un ristorante, area museale e noleggio bici. Pessinetto manterrà un forte richiamo alla memoria ferroviaria, con esposizioni storiche e zone ristoro. Funghera è stata indicata come sede ideale per una piccola struttura ricettiva con cucina, mentre Mezzenile e Ceres avranno un orientamento più culturale, con mostre e percorsi didattici. Proprio Ceres, che già ospita elementi unici legati all’elettrificazione storica della linea, è destinata a diventare un vero centro di riferimento ferroviario in Europa. Losa, infine, sarà la vetrina dei prodotti tipici, punto di partenza per valorizzare l’agroalimentare di montagna.

Tutte proposte ancora in fase di definizione, ma che già evidenziano la filosofia del progetto: recuperare strutture oggi ferme e farle diventare motori di economia diffusa, senza stravolgerne l’identità. Una logica di valorizzazione funzionale e storica insieme, che guarda al passato non con nostalgia, ma come base per una nuova stagione.

A dare forza al piano sarà anche il ritorno dei treni d’epoca, che in date prestabilite percorreranno tutta la linea da Torino a Ceres, con soste nelle stazioni-museo e tappe enogastronomiche. L’obiettivo non è creare un prodotto per pochi appassionati, ma attirare nuovi flussi turistici, anche grazie alla vicinanza con poli attrattivi come la Reggia di Venaria, che ogni anno supera i 580 mila visitatori. Portarne anche solo una minima parte verso l’Alta Valle significherebbe un impatto concreto sull’economia locale.

La scommessa è ambiziosa, ma parte da una consapevolezza forte: la Torino-Ceres non è una linea qualunque. È parte di un territorio che ha bisogno di rilancio, e che può trovarlo proprio nelle sue infrastrutture storiche, purché rilette in chiave moderna. Stazioni trasformate in hub culturali, snodi per il cicloturismo, rifugi per escursionisti, luoghi dove la memoria incontra il futuro.

Nel prossimo autunno si passerà dalla visione al piano operativo. Sarà quello il momento decisivo per capire se le parole di oggi potranno davvero diventare progetti cantierabili, e se la linea ferroviaria, per troppo tempo ai margini, riuscirà a diventare un nuovo asse di sviluppo per le Valli di Lanzo.

La stazione di Pessinetto oggi. La ferrovia è chiusa per lavori fino a settembre

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