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27 Novembre 2025 - 11:02
“Il consigliere è irraggiungibile: è in barca in Brasile”. A San Mauro le comiche in Consiglio comunale
A San Mauro Torinese un nuovo assessore è entrato in Giunta, lasciando uno posto vuoto tra i banchi della maggioranza. Un posto che ora va riempito. Ma è qui che l'ultima seduta del Consiglio comunale, lo scorso mercoledì, si è trasformata in una scena degna del "teatro dell'assurdo" di Beckett o di Ionesco.
Già, perché non è chiaro né quale lista Aldo Parola rappresenti nella Giunta, né chi prenderà il suo posto da ex-consigliere di maggioranza.
La nomina di Parola come nuovo assessore, definito dalla minoranza come un "fedelissimo" della sindaca, arriva dopo un percorso politico che lo stesso Parola ha ricostruito punto per punto. E dopo le dimissioni dell'assessore Durante lo scorso maggio, a cui ha fatto seguito una fase di eccessivo "ingolfamento" di nomine da parte degli altri membri della Giunta, rimasti con una persona in meno.

Aldo Parola
Parola, dal 2021 nella lista Impegno per San Mauro, ha spiegato di aver lasciato quel gruppo quando la civica decise di uscire dalla maggioranza. Scelse di rimanere al fianco della sindaca e fondò una nuova formazione, Centro Civico, di cui è l’unico rappresentante. Da quella posizione ha continuato a sostenere la Giunta in questi tre anni, fino all’ingresso in squadra come assessore. Una nomina che, nelle intenzioni dello stesso Parola, segna «il rientro di Impegno per San Mauro in maggioranza» e che sarebbe arrivato grazie all’accordo politico tra PD, Lista Guazzora e la stessa lista. «Ritengo giusto che questo fine di legislatura ci riveda uniti come nel 2021», ha detto Parola, ringraziando per la fiducia ricevuta e riconoscendo che il tempo per incidere non sarà molto: «Cercherò di imparare in fretta e dare il mio miglior contributo».
Il quadro però si complica subito per ragioni politiche e di regolamento. La nomina di Parola ha infatti aperto il tema della surroga del consigliere dimissionario, una pratica che si è arenata nelle ultime settimane. A ricostruire i passaggi è stato il consigliere Roberto Olivero, che ha parlato di una situazione anomala: il primo escluso della lista ha già comunicato la rinuncia; il secondo, invece, risulta al momento irraggiungibile. Come ha spiegato la sindaca, per legge il Comune deve attendere i tempi previsti affinché il destinatario della raccomandata possa ritirare l’atto.
Cosa molto difficile se la persona "scelta" non solo si trova in questo momento dall'altra parte del globo, ma neppure sulla terraferma. E fino ad ora le Poste non hanno mai consegnato raccomandate in mezzo all'Oceano. Già, perché lo stesso Parola ha ammesso che il consigliere chiamato a subentrare si trova «in Brasile, in barca», e non è raggiungibile – ammesso sempre che voglia tornare a San Mauro. Una surroga bloccata da migliaia di chilometri di Oceano, dunque, con la maggioranza che resta per ora con un posto vuoto in Consiglio.

Roberto Pilone
Il nodo più politico arriva però con l’intervento di Roberto Pilone, che ha messo in discussione la collocazione formale di Parola. Secondo il consigliere leghista, la situazione attuale presenta un cortocircuito istituzionale: Parola è entrato in Giunta come assessore espressione della maggioranza, ma in Consiglio risulterebbe ancora parte del gruppo misto, dopo essere uscito dalla lista con cui era stato eletto.
«Oggi abbiamo nella maggioranza un assessore del gruppo misto. Una cosa che non ho mai visto», ha dichiarato Pilone, chiedendo alla Giunta di chiarire ufficialmente “chi rappresenta” Parola e quale sarà la sua collocazione politica nei documenti comunali. Il tema non è formale: tocca il rapporto tra mandato elettorale, gruppi consiliari e trasparenza verso i cittadini. Pilone ha chiesto che venga fornita una risposta formale e scritta sul perché, in passato, ad altri consiglieri fosse stato impedito di cambiare etichetta politica, mentre in questo caso si è consentito a Parola di costituire una lista che non aveva partecipato alle elezioni e che ora – nelle parole di Pilone – finirebbe per «entrare in maggioranza dalla finestra».
Parola ha replicato difendendo la coerenza della propria scelta: «Ho rappresentato chi mi ha votato restando in maggioranza e fondando una lista civica. Sono e resto rappresentante di Centro Civico». Ha ribadito che il ritorno di Impegno per San Mauro in maggioranza è già stato concordato politicamente e che la situazione della surroga è puramente tecnica, legata alla posizione del consigliere all’estero.
Ma le spiegazioni non hanno convinto l’opposizione. Pilone ha parlato apertamente di «teatro dell’assurdo», contestando che la coalizione Guazzora si stia allargando a liste mai presentate agli elettori. Ha ricordato che la civica Impegno per San Mauro aveva raccolto «circa 200 voti», ma che oggi rientra in maggioranza senza un rappresentante formalmente in Consiglio e con un assessore che politicamente non appartiene più a quella lista.
Il confronto si è fatto più acceso quando Olivero ha chiesto chiarimenti sulle differenze di trattamento rispetto a casi precedenti. «A me – ha detto – fu impedito di usare la targa politica del gruppo a cui appartenevo. Voglio capire perché allora non si poteva e oggi invece sì». Una richiesta che è stata formalmente accolta dalla presidente del Consiglio, Maria Vallino, la quale ha assicurato che la risposta scritta arriverà e che conterrà anche i passaggi della procedura di surroga.
Resta il fatto che l’intera vicenda continua a evidenziare un problema più profondo: un equilibrio politico interno sempre più fragile, una maggioranza che si regge su accordi complessi e "transoceanici", e un’opposizione che denuncia una mancanza di trasparenza sulle dinamiche delle liste e delle rappresentanze. La discussione ha mostrato come ogni passaggio – dalla scelta degli assessori alla surroga di un consigliere – si intrecci con rapporti politici mai davvero stabilizzati. La surroga congelata per un consigliere “in barca in Brasile” è diventata il simbolo di una macchina amministrativa che fatica a muoversi con linearità e sfocia nel tragicomico, mentre le spiegazioni fornite da Parola sulle sue appartenenze politiche hanno aperto sempre più interrogativi sul rapporto tra civismo, gruppi consiliari e maggioranza.
L’impressione finale, nelle parole di Pilone e Olivero ma anche tra le righe del dibattito, è che la Giunta Guazzora si ritrovi oggi a gestire una transizione complicata, in cui ogni tessera del puzzle rischia di generare ulteriori tensioni. La nomina di Parola avrebbe dovuto segnare un ricompattamento. Ha invece messo in luce, ancora una volta, la fragilità degli equilibri su cui si regge l’attuale maggioranza.

Roberto Olivero
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