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Cronaca

Scommesse illegali nel calcio, il “sistema” verso i patteggiamenti: a gennaio la decisione del gup

Il 22 gennaio le richieste di pena per i cinque arrestati. Fagioli e Tonali unici giocatori obbligati al patteggiamento. Un’inchiesta che parte da Torino, passa da WhatsApp e arriva alle gioiellerie del centro di Milano

Scommesse illegali

Scommesse illegali, il “sistema” verso i patteggiamenti: a gennaio la decisione del gup

La vicenda delle scommesse clandestine che ha travolto una parte del calcio italiano si avvicina a un passaggio chiave. Il prossimo 22 gennaio, davanti alla gup di Milano Giulia Masci, saranno formalizzate le richieste di patteggiamento dei cinque arrestati dello scorso maggio: i presunti gestori del sistema, i riciclatori e i volti delle società che avrebbero garantito movimenti di denaro e coperture. Da lì in poi il giudice deciderà se accogliere o meno gli accordi, che al momento prevedono pene tra i 2 anni e 4 mesi e i 2 anni e 6 mesi, oltre alle confische di conti e immobili per un valore complessivo di circa 1,5 milioni di euro.

Il procedimento milanese è l’erede diretto dell’originaria indagine aperta a Torino nel 2023, quando i magistrati piemontesi scoprirono che alcuni calciatori di Serie A e B puntavano regolarmente su piattaforme illegali, aggirando i controlli e accumulando debiti altissimi. Molte posizioni erano state poi trasmesse a Milano, dove il quadro si era allargato: non solo gioco clandestino, ma anche riciclaggio, autoriciclaggio, falso e un sistema strutturato per ripulire flussi di denaro generati dalle puntate.

Al centro dell’inchiesta milanese ci sono Tommaso De Giacomo e Patrik Frizzera, considerati dagli inquirenti i riferimenti principali della struttura. De Giacomo, difeso dall’avvocato Vincenzo Scarano, è tornato in libertà a ottobre. Accanto a loro, anche Antonio Scinocca e Antonino Parise, vertici della società Elysium Group, la gioielleria milanese che – secondo l’accusa – sarebbe stata utilizzata per simulare vendite di orologi di lusso in realtà mai avvenute. Attraverso fatture e bonifici “di copertura”, sostenuti da presunte compravendite, si sarebbe creato il sistema per assorbire i pagamenti dei debiti di gioco dei calciatori e reimmetterli nel circuito finanziario come denaro “ripulito”. In questo quadro entra anche Andrea Piccini, ex socio coinvolto nell’operazione.

La magistratura milanese, con i pm Amadeo e Filippini e la polizia giudiziaria della Guardia di Finanza, ha ricostruito bonifici per centinaia di migliaia di euro, molti dei quali provenienti proprio dai conti dei giocatori coinvolti. Una rete complessa fatta di piattaforme illegali, conti schermati e una gestione parallela dei debiti.

Sul fronte dei calciatori, la quasi totalità ha già avviato la procedura di oblazione, ossia il pagamento di una sanzione economica per chiudere la propria posizione penale. Hanno scelto questa via anche figure molto note: da Zaniolo a Florenzi, da McKennie a Bellanova, fino a Perin e Ricci. Le loro posizioni erano legate principalmente all’uso delle piattaforme illegali.

Diverso è il caso di Nicolò Fagioli e Sandro Tonali, gli unici per cui l’oblazione non è possibile. Entrambi, infatti, non sono accusati solo di aver scommesso: per la Procura avrebbero anche contribuito a pubblicizzare le piattaforme illecite tramite gruppi privati e contatti con altri giocatori. Per loro la strada è soltanto una: il patteggiamento. Un passaggio delicato che richiama quanto già visto nel 2023 quando, sul fronte sportivo, i due avevano subito lunghi stop e percorsi riabilitativi obbligatori previsti dalla giustizia federale.

Dietro la vicenda giudiziaria resta il tema più ampio: quello di un mondo calcistico che, tra pressioni, fragilità e dipendenze, è diventato terreno fertile per piattaforme illegali capaci di muovere denaro in tempi rapidissimi. Per mesi gli investigatori hanno analizzato chat, spostamenti di contanti, giustificativi fasulli e triangolazioni finanziarie. Una struttura che rivelava non semplici “scommesse tra amici”, ma un vero sistema, capace di reggere il peso di debiti enormi.

Il 22 gennaio non sarà l’ultimo capitolo, ma sarà certamente uno dei più importanti: dal sì o no della gup Masci ai patteggiamenti dipenderà la conclusione della parte più pesante dell’indagine.

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