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Conticelli attacca la Regione: un limbo che lascia senza assistenza 180 famiglie di Carmagnola

La consigliera dem denuncia il mancato pagamento dei sussidi e l’“abbandono” dei Comuni, mentre cresce la tensione sociale

Conticelli attacca la Regione: un limbo che lascia senza assistenza 180 famiglie di Carmagnola

Conticelli attacca la Regione: un limbo che lascia senza assistenza 180 famiglie di Carmagnola

Un presidio davanti al Comune di Carmagnola, decine di famiglie in attesa da mesi di un sostegno che dovrebbe essere essenziale, e una polemica politica che si riaccende con forza. La protesta di questa mattina, organizzata da Cgil, Cisl, Uil, dall’Utim e da altre associazioni del territorio, ha riportato al centro del dibattito il caso delle 180 famiglie rimaste senza l’assegno per l’assistenza domiciliare alla non autosufficienza, bloccato – denunciano i sindacati – dallo scorso agosto. Una situazione che, secondo la consigliera regionale del Partito Democratico, Nadia Conticelli, rappresenta solo “la punta di un iceberg” e rivela un problema strutturale più profondo.

Conticelli parla di “presenza dovuta” al fianco delle famiglie e punta il dito contro la Regione Piemonte, accusata di aver assegnato sulla carta le risorse necessarie ma di non averle effettivamente liquidate. Una scelta che, secondo l’esponente dem, grava direttamente sui Comuni e sui consorzi socio-assistenziali chiamati a far fronte all’aumento dei costi, spesso senza strumenti adeguati. Nelle scorse settimane, ricorda, l’assessore regionale al welfare avrebbe invitato i Comuni a “reperire maggiori risorse proprie”, mentre la Regione ha incrementato il fondo indistinto soltanto di 300mila euro per il 2025, una cifra considerata del tutto insufficiente.

Nella lettura della consigliera, lo scenario è quello di una contrazione complessiva della spesa sociale, che avrebbe già comportato una riduzione “di almeno il trenta per cento” delle prestazioni erogate. In questo contesto, Conticelli critica apertamente anche l’atteggiamento dell’amministrazione comunale di Carmagnola, accusata di non essersi schierata “da subito al fianco dei suoi cittadini più fragili” e di aver “abbandonato le famiglie in uno scaricabarile istituzionale” che rischia di trasformarsi in una paralisi dei servizi.

La richiesta avanzata dalla consigliera è netta: il Comune di Carmagnola, che partecipa direttamente al Consorzio Cisa 31 – peraltro già in difficoltà economiche –, dovrebbe unirsi alle famiglie e ai sindacati nel chiedere alla Regione di liquidare immediatamente le somme dovute, ponendo fine a un’attesa che pesa sulle spalle di chi ha più bisogno.

In un attacco politico frontale, Conticelli critica anche le scelte di bilancio dell’assessorato regionale, accusato di finanziare “iniziative politicamente identitarie”, come i festival Samsara e Giovani Adulti, o i fondi Vesta e Vita Nascente, mentre restano senza risposte famiglie che affrontano quotidianamente il peso della non autosufficienza. Una direzione che, secondo la consigliera, ignora la centralità del sistema socio-assistenziale e tradisce il principio costituzionale che assegna allo Stato il compito di garantire diritti e dignità alle persone più fragili.

Conticelli definisce la situazione “un grave passo indietro culturale”, denunciando l’assenza di una programmazione chiara e di una volontà politica di affrontare una crisi che riguarda migliaia di famiglie piemontesi. E rilancia: il modello di intervento pubblico deve essere “centrato sulla persona”, non sacrificato – sostiene – in nome di scelte politiche che non rispondono all’urgenza reale del territorio.

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