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22 Novembre 2025 - 22:07
Alfonso Signorini con Paolo
Una promessa che arriva con il peso dolce del tempo: Alfonso Signorini ha scelto il salotto di Verissimo per mettere in chiaro il suo futuro sentimentale. “Nel 2027 sposerò Paolo, festeggeremo 25 anni d’amore”, confida con un sorriso che racconta molto più di quanto le parole possano dire. È la celebrazione di un percorso fatto di stabilità, scosse, ritorni e un equilibrio cercato con determinazione. “Sarà l’anno delle nostre nozze d’argento”, aggiunge, restituendo la misura di un legame che non ha paura di chiamarsi per quello che è: una storia condivisa, adulta, autentica.
Il conduttore e giornalista ha reso pubblica la decisione nel talk del weekend, scegliendo un contesto di confidenza televisiva per un traguardo intimo e insieme pubblico. Non c’è stata una proposta in ginocchio, né il copione di un film romantico: “La proposta è arrivata da entrambi: ci siamo guardati e ci siamo detti ‘perché non farlo?’”. Una semplicità disarmante che, proprio perché priva di orpelli, suona più vera.
Il matrimonio non sarà l’inizio di un nuovo copione, ma il sigillo di un racconto già maturo. “Ho deciso di fare questo passo perché cercavo delle sicurezze, ma non cambierà tutto nella nostra quotidianità”, chiarisce Signorini. L’idea non è trasformare, ma riconoscere. In un’epoca in cui relazioni e forme della convivenza si ridefiniscono, la scelta appare lucida: un sì che conferma, non un sì che stravolge.
La decisione più controcorrente riguarda la vita pratica: niente tetto unico. Ognuno manterrà la propria casa. Non una distanza, ma una forma di prossimità consapevole. Spazi personali come argine e risorsa, a tutela di quella continuità che il tempo ha messo alla prova e ha, infine, consolidato. È un modello relazionale sempre più frequente nelle coppie di lunga durata: preservare l’identità individuale per alimentare il noi.

Signorini non edulcora il passato. La prima vera crisi nacque da un malinteso familiare: “Mia madre disse a Paolo che avevo acquistato una nuova abitazione. Io ne stavo cercando una per riprendere i miei spazi, dopo dieci anni di convivenza. Mi ritrovai le valigie fuori dalla porta”. A volte, a incrinare un equilibrio basta una parola fuori posto, soprattutto quando tocca il tema più sensibile: la casa, metafora concreta di complicità e libertà. C’è stato anche un momento in cui la fuga ha preso il sopravvento sulla voce: “Una volta l’ho lasciato con un’intervista al Corriere della Sera perché non riuscivo ad affrontarlo. Quando devo discutere, tendo a fuggire”. È un’ammissione rara, che aggiunge profondità al racconto: dietro il volto televisivo, l’uomo con le sue fragilità.
Celebrare 25 anni con un sì laico e consapevole significa affermare un’idea di amore che non teme lo scorrere delle stagioni. Non è il lieto fine, ma un atto di fiducia nel presente. Il 2027 segnerà un passaggio simbolico: non un cambio di rotta, ma la conferma di una navigazione comune. E la scelta di tenere separati gli spazi, lontana da ogni cliché, appare come il vero manifesto: amare senza annullarsi, restare insieme senza smettere di essere sé stessi.
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