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FIAT Torino City Marathon 2025: numeri record, storie potenti e una città che corre

Oltre 10mila runner, sfida internazionale, favoriti kenyani, tributo a Claverie: Torino si prepara alla grande festa

Torino corre oltre i confini: maratona, mezza e City Run accendono la città

Torino corre oltre i confini: maratona, mezza e City Run accendono la città

Domani, domenica 23 novembre, Torino torna a indossare la maglia da capitale internazionale del running con la FIAT Torino City Marathon 2025, un’edizione che già alla vigilia si presenta come la più partecipata di sempre, con oltre diecimila atleti distribuiti tra maratona, mezza maratona e City Run. Quasi la metà di loro arriva dall’estero, un dato che rende l’evento una vera festa globale, capace di trasformare per un giorno le strade del capoluogo piemontese in un mosaico di lingue, accenti e storie: un immenso abbraccio sportivo che unisce Europa, America, Asia, Oceania e Africa.

La conferenza stampa ospitata questa mattina al Green Pea, divenuto ormai il cuore pulsante del village, ha offerto il quadro completo di ciò che attende Torino e i suoi runner. Sono stati presentati i favoriti, i progetti solidali, le storie più commoventi e persino alcuni momenti simbolici che daranno alla gara un valore che va ben oltre la competizione. È emerso con chiarezza come l’edizione 2025 non sia solo un appuntamento sportivo, ma un rito collettivo che parla di memoria, di resilienza e di comunità.

L’emozione più intensa accompagnerà la partenza della maratona, quando Chrystelle Marchand indosserà il pettorale 219 appartenuto a Roland Claverie, il runner scomparso lo scorso anno proprio durante la Torino Marathon. «Sono emozionata e felice di essere qui. Ricordare Roland così è un’emozione fortissima», ha detto con voce rotta, trasformando il suo gesto in un tributo che avvolge tutta la manifestazione in un silenzioso ma potentissimo momento di raccoglimento. Lo sport, ancora una volta, diventa spazio di cura e di vicinanza.

2024

foto 2024

Le istituzioni hanno voluto ribadire l’orgoglio di una città che continua a investire nella propria vocazione sportiva. «Siamo orgogliosi che Torino venga attraversata da una manifestazione che cresce anno dopo anno. Domani sarà una grande festa per tutta la città», ha dichiarato Luca Pidello, consigliere comunale, portando i saluti del sindaco Stefano Lo Russo. Il presidente del CONI Piemonte, Stefano Fabio Mossino, ha sottolineato come il traguardo dei diecimila partecipanti rappresenti «un risultato enorme, capace di generare emozioni autentiche». È intervenuto anche Franco Arese, campione d’Europa nei 1.500 a Helsinki 1971, che ha raccontato quanto ancora oggi si emozioni nel vedere persone correre per le strade torinesi, ricordando quando ai suoi esordi chi si allenava su strada veniva considerato quasi un eccentrico. Parole che hanno restituito il senso della rivoluzione culturale compiuta dal running in Italia.

Gli organizzatori hanno confermato la crescita dell’evento, spiegando come la maratona sia passata in soli tre anni da poco più di mille iscritti agli oltre quattromila di oggi, con l’obiettivo dichiarato di arrivare a cinquemila nel 2026. Anche la mezza maratona supera ogni aspettativa, con quattromila pettorali assegnati. Il tracciato, lineare e veloce, è stato progettato per favorire ritmi costanti nei primi quindici chilometri, con appena tre curve prima di aprirsi in un percorso che abbraccia la Torino storica, quella industriale e quella verde del Valentino, passando da Beinasco, Nichelino e Moncalieri e regalando ai runner il passaggio suggestivo davanti alla Palazzina di Caccia di Stupinigi. In prima linea anche settanta pacer e l’ex ciclista professionista Fabio Felline, che aprirà la gara in bicicletta.

Sul fronte agonistico, la maratona presenta una starting list ricchissima, dominata dagli specialisti keniani. Bernard Cheruiyot Chepkwony, forte del suo 2:10’42” e del recente 2:11’01” corso in altura a Nairobi, si presenta come uno degli uomini da battere, così come Justus Kipkoech Kiprotich, autore di un prestigioso 2:09’28” ottenuto a Münster nel 2018 e desideroso di tornare protagonista dopo stagioni complicate. Attenzione puntata anche su Peter Wahome Murithi, atleta regolare e strategicamente impeccabile, vincitore a Graz e già capace di firmare successi importanti in Italia. In campo femminile l’attesa è per Monicah Jeptoo, fresca trionfatrice della maratona di Zurigo e determinata a migliorare il proprio crono proprio sulle strade torinesi.

Non meno affascinante la sfida nella mezza maratona, dove si fronteggeranno due volti simbolo del mezzofondo torinese: la giovane promessa Isabella Caposieno, classe 2002, e la straordinaria Catherine Bertone, olimpica a Rio e esempio vivente di longevità sportiva. Caposieno, che ha debuttato sulla distanza nel 2024 chiudendo in 1:15’10”, ha raccontato l’emozione di correre nella sua città; Bertone, legata a Torino per radici e storia personale, torna sui luoghi dove ha corso sia la sua prima che la sua quarantesima maratona. Il loro duello alimenta un’entusiasmante narrativa generazionale.

Molto attesa anche la partecipazione di Ghemon, cantautore e stand-up comedian che negli ultimi anni ha trovato nella corsa un secondo linguaggio creativo. Per lui sarà la sesta maratona in assoluto ma la prima sulle strade italiane. «Il tempo? Non si dice, come gli anni di una donna», ha scherzato, raccontando la sua partecipazione alla Shake Out Run del Lingotto e svelando l’emozione di correre una gara della quale tanti amici gli hanno parlato con entusiasmo.

La giornata di domani sarà anche attraversata da gesti di solidarietà. Tra i più toccanti, la consegna dei cani Torino, detto Tor, ed eBolt nell’ambito del progetto “Run for Assistance Dog”, nato dall’idea del dog trainer Antonio Puccio, che ha trasformato la sua prima maratona in un’iniziativa benefica. Tor accompagnerà due fratellini di Perosa Argentina affetti da una malattia neurodegenerativa, mentre Bolt diventerà il compagno di Eleonora, giovane milanese con tetraplegia. «Tutto è partito a gennaio quando ho annunciato la mia sfida personale. Oggi consegniamo i cani, domani provo a chiudere la maratona in tre ore. Aspettatemi alle 11:25 per un aperitivo», ha detto sorridendo.

La City Run ospiterà anche il Premio Laura Annaratone della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, dedicato alla ricercatrice scomparsa nel 2021 e destinato quest’anno a un giovane impegnato nello studio del carcinoma mammario. «Sport e salute sono un binomio esplosivo. Laura sarà sempre con noi», ha ricordato la professoressa Caterina Marchiò.

Tra i partecipanti spicca infine la storia di Ayyoub El Bir, atleta in cura all’IRCCS di Candiolo, che avrebbe dovuto debuttare proprio nella maratona ma che, dopo la diagnosi di tumore, ha scelto comunque di essere al via dei cinque chilometri. «Affronto tutto come una gara, un chilometro alla volta. L’obiettivo è tornare a correre davvero», ha raccontato con una lucidità che ha commosso l’intera sala.

Domani Torino si sveglierà presto. Alle 8.30 partirà la maratona da via Pietro Micca, seguita venti minuti dopo dalla City Run. La mezza scatterà da Nichelino alle 10.15. Tutti convergeranno verso piazzetta Reale, che si trasformerà per ore in un tappeto di emozioni, arrivi, abbracci, lacrime e sorrisi. Sarà una giornata lunga, intensa, pulsante. Una giornata che Torino aspettava. Una giornata che, ancora una volta, farà capire perché correre non è mai solo correre.

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