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A piedi nudi nella natura: la ricerca torinese che cambia le regole del benessere

Effetti immediati dopo 30 minuti e duraturi fino a una settimana

A piedi nudi nella natura

A piedi nudi nella natura: la ricerca torinese che cambia le regole del benessere (foto di repertorio)

Camminare a piedi nudi non è più un gesto istintivo, né un’esercitazione da wellness alternativo. A Torino diventa un intervento terapeutico studiato in modo rigoroso, capace di produrre miglioramenti che si misurano sul campo: più equilibrio, movimenti più stabili, mente più calma, ansia che si riduce. Il contatto diretto tra la pianta del piede e il terreno non è una semplice sensazione, ma un attivatore fisiologico che si traduce in effetti concreti sulla salute.

È quanto emerge dai risultati presentati in Blue Vibes: connettersi con la natura, progetto promosso da Asd Sportification con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo, che porta la ricerca fuori dai laboratori e la sposta in un luogo dove il corpo reagisce diversamente: la natura.

L’iniziativa mette in rete ospedali, università, enti locali e parchi, costruendo un ecosistema in cui scienza e territorio collaborano per portare la riabilitazione a contatto con ambienti ricchi di stimoli sensoriali. Un cambio di prospettiva radicale: non più solo camici bianchi e palestre riabilitative, ma percorsi immersivi all’aria aperta, dove l’interazione con il terreno diventa parte del trattamento.

Uno dei pilastri del progetto è lo studio coordinato dall’Università di Torino nel percorso sensoriale “f’Orma” del Parco Fluviale Gesso e Stura. Qui 42 persone over 60 hanno seguito, per otto settimane, esercizi a piedi nudi due volte a settimana. I ricercatori hanno misurato ogni parametro utile: equilibrio, mobilità, forza, resistenza, fragilità, ansia, percezione del benessere.

Il dato più sorprendente è la rapidità con cui il corpo risponde. Già dopo poche settimane si registrano miglioramenti significativi: l’equilibrio diventa più solido, la mobilità più fluida, la capacità di orientarsi nello spazio aumenta. La natura ha un ruolo determinante: le superfici irregolari – erba, pietra, sabbia, legno – attivano una stimolazione propriocettiva che nessuna superficie artificiale è in grado di riprodurre.
Parallelamente, la componente psicologica si trasforma: calo dell’ansia, sensazione di calma, maggiore socialità e riduzione del tono d’umore negativo. Una risposta coerente con le ricerche internazionali che legano il barefooting a un miglioramento dello stato mentale generale.

L’altro fronte della ricerca arriva dall’Azienda Ospedaliera Santa Croce e Carle, che ha sperimentato percorsi riabilitativi per pazienti con fibromialgia e patologie croniche sempre nel Parco Gesso e Stura. Qui i risultati sono ancora più immediati: dopo appena 30 minuti di esercizi a piedi nudi si osservano cambiamenti nella distribuzione dei carichi plantari e nella propulsione del passo.
Effetti misurabili, non percezioni. E, soprattutto, effetti che restano stabili per fino a sette giorni.

Si tratta di interventi condotti da fisiatri, reumatologi e terapisti occupazionali, che confermano ciò che gli studi stanno dimostrando: la natura non è uno sfondo, ma una parte attiva della terapia. I suoni, le superfici, le temperature, la luce: ogni elemento contribuisce a costruire una risposta psicofisica più completa rispetto a quella ottenibile in un contesto clinico tradizionale.

Nel complesso, la ricerca presentata a Torino delinea una prospettiva chiara: camminare a piedi nudi in ambienti naturali non è una pratica marginale, ma un intervento con ricadute reali sulla salute fisica ed emotiva, capace di entrare nei protocolli sanitari con la stessa dignità di molte terapie convenzionali.

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