Cerca

Medicina

Terapia infusionale: quando la medicina rigenerativa diventa personalizzata e misurabile

A Torino dal 2026 Affidea|CDC avvia IV Therapy personalizzata anti-aging, sotto la guida del dottor Luca Cravero

Terapia infusionale

Terapia infusionale: quando la medicina rigenerativa diventa personalizzata e misurabile

La ricerca sull’invecchiamento ha abbandonato da tempo le promesse miracolistiche. Oggi la sfida consiste nel comprendere e modulare i meccanismi che governano il declino cellulare: dallo stress ossidativo all’infiammazione cronica, dai disturbi del sonno agli squilibri metabolici. È in questo spazio che la medicina rigenerativa ha iniziato a muoversi con un approccio più maturo, introducendo strategie capaci di intervenire sui processi biologici che si deteriorano con l’età. Tra queste, la terapia infusionale — la cosiddetta IV Therapy — si sta affermando come uno strumento sempre più usato in ambito clinico.

La definizione, spesso banalizzata, rischia di far pensare a semplici flebo vitaminiche. In realtà si tratta di protocolli endovenosi modulati sul profilo del paziente, con miscele costruite partendo da nutrienti selezionati, antiossidanti, aminoacidi e molecole bioattive calibrate su obiettivi precisi. L’obiettivo non è un generico “benessere”, ma la possibilità di agire sui processi degenerativi, migliorando la capacità dell’organismo di riparare i danni cellulari.

La via endovenosa rappresenta il punto di svolta. L’assorbimento totale dei principi attivi e la loro immediata disponibilità nel circolo ematico consentono di raggiungere concentrazioni terapeutiche difficili, quando non impossibili, da ottenere per via orale. «La IV Therapy è il braccio operativo della medicina rigenerativa», afferma il dottor Luca Cravero, specialista in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica e responsabile del servizio Affidea|CDC. «La somministrazione endovenosa permette di superare le barriere di trasporto, offrendo alle cellule cofattori immediatamente utilizzabili». L’effetto atteso è una risposta più rapida, grazie a dosaggi modulati e a molecole che, assunte per bocca, risulterebbero inattive o poco disponibili.

La cornice clinica è essenziale. Prima di impostare un percorso infusionale, il paziente affronta un’analisi dettagliata del suo stato di salute: anamnesi completa, esami di laboratorio mirati a valutare infiammazione, metabolismo, glicazione, stato nutrizionale. Quando necessario, viene studiato anche il microbiota intestinale. È da questa base che si costruiscono miscele personalizzate, evitando la deriva delle “wellness infusions” prive di fondamento biologico. «È fondamentale personalizzare, perché i meccanismi dell’invecchiamento variano da persona a persona», sottolinea Cravero.

Gli ambiti applicativi sono ampi ma sempre ancorati alla valutazione medica. Si va dalle carenze vitaminiche documentate ai casi di malassorbimento intestinale, dalla stanchezza cronica ai disturbi del sonno, fino ai percorsi di ottimizzazione della performance di professionisti e sportivi. Rientrano anche i programmi anti-aging e i trattamenti di sostegno nei percorsi di controllo del peso. Un punto resta fermo: la terapia infusionale non sostituisce lo stile di vita, ma può amplificarne gli effetti quando alimentazione, sonno, attività fisica e gestione dello stress non sono sufficienti.

La seduta è ambulatoriale, dura tra i 30 e i 75 minuti e non richiede preparazione. Il paziente può lavorare al computer o utilizzare il telefono mentre il personale sanitario monitora la procedura. Un ciclo standard comprende almeno sei infusioni, a cadenza settimanale o quindicinale, in base agli obiettivi clinici.

A Torino, Affidea|CDC avvierà da gennaio 2026 percorsi dedicati alla longevità all’interno del programma VitalAge, costruiti insieme al paziente dopo visita ed esami preliminari. L’idea è offrire un modello strutturato, scientifico e misurabile, lontano dalle semplificazioni del benessere “fast”.

Il valore aggiunto della IV Therapy non è nella tecnologia, ma nel metodo: selezione rigorosa dei candidati, miscele formulate su obiettivi che possano essere valutati nel tempo, monitoraggio degli esiti. L’anti-aging, così, smette di essere un’etichetta di moda e torna a essere medicina: un lavoro complesso su metabolismo e infiammazione, alla ricerca di un invecchiamento più lento e di una funzionalità cellulare migliore, senza promesse che la scienza non può mantenere.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori