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La pet therapy entra in Pediatria a Rivoli: un anno di incontri per migliorare il benessere dei piccoli pazienti

AslTo3 e associazione Aslan avviano 40 sessioni settimanali con cani certificati per ridurre ansia, dolore e stress dei bambini ricoverati

La pet therapy entra in Pediatria a Rivoli: un anno di incontri per migliorare il benessere dei piccoli pazienti

La pet therapy entra in Pediatria a Rivoli: un anno di incontri per migliorare il benessere dei piccoli pazienti (immagine di repertorio)

All’ospedale di Rivoli prende avvio “Cuore a 4 zampe”, un nuovo programma di pet therapy dedicato ai bambini ricoverati in Pediatria e promosso dalla AslTo3 insieme all’associazione Aslan, già attiva nelle attività con animali nel reparto di Rianimazione. Il progetto punta ad accompagnare i piccoli pazienti in un percorso di sostegno emotivo durante la degenza, con l’obiettivo di alleviare ansia, paura e dolore grazie alla presenza controllata e professionale di cani appositamente formati.

Gli interventi assistiti con animali in ambito ospedaliero rappresentano ormai uno strumento riconosciuto a supporto dei bambini ricoverati, poiché la vicinanza del cane favorisce emozioni positive, riduce la tensione e offre un appiglio affettivo capace di distogliere l’attenzione dal dolore. La presenza dell’animale crea un senso di sicurezza, migliora la capacità di adattamento e aiuta i piccoli a gestire l’impatto emotivo della malattia attraverso un’interazione spontanea, accogliente e non giudicante.

Il calendario prevede 40 incontri nell’arco di un anno, da novembre 2025 a novembre 2026, con sessioni settimanali della durata di circa 50 minuti. Le attività coinvolgeranno piccoli gruppi accompagnati dai genitori, in un contesto costruito sul gioco, sull’ascolto e sulla relazione positiva, sempre con la guida di operatori esperti e cani certificati, sottoposti a controlli sanitari periodici per tutelare il benessere dei bambini e degli animali.

A raccontare la genesi del progetto è Antonia Tarantini, coordinatrice dell’iniziativa e referente Aslan: «L'iniziativa è stata realizzata grazie alla donazione di Laura Cedro, socia dell'associazione Aslan mancata prematuramente a novembre 2022. Laura ha voluto destinare una parte consistente del suo lascito proprio alla pet therapy in Pediatria. I cani coinvolti sono certificati e sottoposti a controlli sanitari periodici, a garanzia dei piccoli pazienti e degli animali stessi». Le parole della coordinatrice sottolineano il valore umano alla base del progetto, che nasce anche dal desiderio di trasformare un gesto personale in un beneficio concreto per i bambini ricoverati.

Un contributo significativo arriva anche dal direttore generale della Asl To3, Giovanni La Valle, che rimarca il carattere integrato dell’iniziativa: «Questo nuovo progetto è un esempio di integrazione virtuosa tra sanità pubblica, volontariato e competenze specialistiche. Arricchisce l'offerta dei nostri ospedali e testimonia l'impegno dell'Azienda nel promuovere una cultura della cura, non solo efficace dal punto di vista clinico, ma anche attenta alla qualità della vita e al benessere emotivo dei pazienti e delle loro famiglie».

L’arrivo della pet therapy in Pediatria rappresenta un ampliamento significativo delle attività assistenziali dell’ospedale di Rivoli, che negli ultimi anni ha puntato a integrare sempre di più cure mediche e percorsi di supporto psicologico ed emotivo. “Cuore a 4 zampe” si inserisce in questa direzione, facendo leva sulla relazione uomo-animale come strumento terapeutico capace di affiancare il percorso clinico con un intervento concreto sulla qualità della degenza.

pediatria rivoli – A.S.L. TO3

Il reparto di pediatria a Rivoli

Cos'è la pet teraphy: dalla pratica al cinema

La pet therapy, oggi chiamata più correttamente “interventi assistiti con animali”, nasce come pratica strutturata negli Stati Uniti negli anni Sessanta, quando lo psichiatra Boris Levinson osservò come un suo giovane paziente, affetto da disturbi relazionali, riuscisse a comunicare con maggiore spontaneità solo in presenza del suo cane. Da quella intuizione semplice ma rivoluzionaria è cresciuto un intero filone di ricerca che ha dimostrato come la relazione con un animale possa modificare parametri fisiologici, comportamentali ed emotivi in contesti delicati come l’ospedale, la riabilitazione, le residenze per anziani e i centri per persone con disturbi dello sviluppo.

In un ambiente ospedaliero, dove la malattia spesso isola e irrigidisce, l’ingresso dell’animale introduce un elemento di normalità capace di spezzare la tensione. Il cane diventa un mediatore, non solo affettivo ma anche corporeo: invita al contatto, all’interazione, all’attenzione reciproca. Permette al bambino di sospendere per un momento il ruolo di paziente, restituendogli un margine di controllo e di gioco. La letteratura scientifica ha confermato, più volte, che la presenza dell’animale contribuisce a ridurre la frequenza cardiaca, la pressione, la percezione del dolore e i livelli di ansia, favorendo il rilascio di endorfine e ossitocina, gli ormoni dell’attaccamento e del benessere relazionale.

Ciò che rende davvero peculiare la pet therapy è la sua capacità di creare una “bolla emotiva” in grado di trasformare l’esperienza della degenza. In Pediatria, l’impatto è ancora più evidente: il cane diventa un confidente, un compagno di gioco, un catalizzatore di emozioni. Non giudica, non pretende, non impone. Ascolta, resta presente e offre vicinanza fisica senza sovraccaricare il bambino. La sua presenza costante e prevedibile diventa un’àncora, uno spazio protetto in cui il piccolo può misurare le paure, regolare le emozioni e riattivare dinamiche relazionali spesso bloccate dall’ospedalizzazione. È una forma di sostegno che non sostituisce le cure mediche, ma le integra, umanizzando un contesto che, per natura, tende a concentrarsi sulle procedure e sui protocolli.

La forza narrativa della pet therapy ha trovato eco anche nel cinema, che negli anni ha raccontato questo legame con sensibilità differenti. In Hachiko – Il tuo migliore amico, il rapporto tra il cane e il protagonista costruisce un racconto di fedeltà assoluta che ha commosso generazioni, mostrando come la presenza animale possa diventare un punto fermo nelle fasi più vulnerabili della vita. Marley & Me ha esplorato l’impatto di un cane nella quotidianità familiare, rivelando come il caos, la tenerezza e l’affetto possano accompagnare anche momenti difficili e trasformarli in occasioni di crescita. In A Dog’s Purpose il filo narrativo si sviluppa invece attorno all’idea del significato che il cane dà alla vita delle persone che incontra, restituendo l’idea di un legame che attraversa tempi, fragilità e rinascite.

Anche film come Red Dog, ispirato a una storia vera australiana, e Io & Marley hanno mostrato come la presenza di un cane possa lenire il dolore, favorire relazioni, alleggerire il peso delle difficoltà quotidiane. Sebbene queste opere non parlino di pet therapy in senso clinico, testimoniano un dato semplice e profondamente radicato: il rapporto uomo-animale è un legame che cura. Che riempie i vuoti, che accompagna, che consola. Che sa essere presenza quando le parole non bastano e quando la vita si fa più fragile.

In questo senso, progetti come “Cuore a 4 zampe” non sono solo un’iniziativa assistenziale, ma la traduzione concreta di un’intuizione antica: la relazione con gli animali non è decorativa, non è accessoria, non è un vezzo. È una forma di supporto che parla alla parte più autentica dell’esperienza umana, quella che ha bisogno di contatto, fiducia, continuità. Portare i cani in un reparto di Pediatria significa portare dentro l’ospedale qualcosa che l’ospedale, per sua natura, fatica a generare: calore, spontaneità, tenerezza. E ciò che a un adulto può sembrare un dettaglio, per un bambino ricoverato può diventare un frammento di serenità indispensabile.

Hachiko - Il tuo migliore amico”: cast, trama e trailer | TV Sorrisi e  Canzoni

Il film "Hachiko – Il tuo migliore amico"

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