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19 Novembre 2025 - 11:53
Guasto alla linea elettrica manda in tilt la tratta Ivrea–Chivasso–Torino
Una mattina da incubo per centinaia di viaggiatori diretti a Torino, costretti a fare i conti con convogli fermi, banchine sovraffollate e informazioni frammentarie. Mercoledì 19 novembre 2025, intorno all’ora di punta, un’anomalia alla linea elettrica all’altezza di Settimo Torinese ha bloccato la tratta Ivrea–Chivasso–Torino, uno dei corridoi più utilizzati dai pendolari del Canavese e dell’eporediese. Un guasto che ha fatto crollare come un domino l’intera programmazione dei treni regionali, generando ritardi, cancellazioni e attese interminabili.
Le prime ricostruzioni parlano di un problema alla linea di alimentazione elettrica che avrebbe compromesso il funzionamento dei treni lungo un tratto cruciale. La natura precisa dell’anomalia non è stata ancora resa nota, ma il punto coinvolto — la zona di Settimo — rappresenta un nodo essenziale, dove i convogli provenienti da Ivrea e Chivasso si incrociano con quelli diretti verso Torino. È bastato un malfunzionamento per far collassare la regolarità di una delle direttrici più trafficate del Piemonte.
Gli effetti sono stati immediati e diffusi. I treni hanno iniziato ad accumulare forti rallentamenti, fino a bloccarsi in alcune stazioni. Le cancellazioni hanno colpito a catena diversi convogli diretti nel capoluogo, mentre la riorganizzazione d’emergenza delle tracce ha richiesto minuti preziosi in un momento della giornata in cui ogni secondo pesa per chi deve timbrare il cartellino o entrare in aula. Nel frattempo, le banchine di Chivasso, Ivrea, San Benigno, Volpiano e Settimo si sono trasformate in punti di attesa sempre più affollati, con utenti in cerca di informazioni spesso incomplete o contrastanti.

Molti pendolari raccontano di essere rimasti fermi per oltre un’ora senza sapere se il proprio treno sarebbe mai ripartito. Altri hanno provato a raggiungere Torino con i bus sostitutivi, indispensabili ma insufficienti a coprire le esigenze dell’ora di punta. Le coincidenze saltate, i ritardi accumulati e il sovraccarico dei mezzi su gomma hanno amplificato la sensazione di incertezza. Per chi lavora o studia in città, la mattinata è stata un percorso a ostacoli, tra chat dei pendolari che esplodevano di messaggi e tentativi disperati di trovare un piano B.
Resta ora da capire che cosa abbia provocato esattamente il guasto e quali tempi serviranno per un ripristino completo. Le anomalie alla rete di alimentazione, anche se brevi, possono generare conseguenze pesanti sull’intero sistema ferroviario, e la trasparenza nella comunicazione diventa essenziale per contenere le ricadute sui cittadini. Quando un tratto è bloccato, conoscere subito le alternative, la disponibilità dei bus e le previsioni realistiche di ripartenza permette ai pendolari di orientarsi meglio.
Nei prossimi giorni, è auspicabile che vengano diffusi i dettagli tecnici dell’intervento e che si valuti la possibilità di potenziare la prevenzione lungo un asse così strategico. Una tratta che ogni giorno garantisce la mobilità di migliaia di persone non può permettersi blackout infrastrutturali senza una rete di risposta rapida, efficace e ben comunicata.
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