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18 Novembre 2025 - 10:29
San Giusto conferma la forza della Protezione Civile: un riconoscimento importante e una comunità che cresce
C’è un filo che unisce le comunità quando scelgono di investire nelle proprie competenze, nella crescita dei volontari e nella qualità dei servizi che garantiscono protezione, sicurezza e presenza concreta nei momenti difficili. A San Giusto Canavese, quel filo ha preso forma sabato 15 novembre, nel salone Gioannini, dove si è svolto il corso “Caposquadra” organizzato dalla Scuola di Formazione del Coordinamento Regionale del Volontariato di Protezione Civile del Piemonte ODV. Una giornata intensa, fatta di otto ore di formazione tecnica dedicata ai temi della salute e della sicurezza, che ha coinvolto ben 27 volontari provenienti da diverse realtà del territorio.
Alla guida del percorso c’era Franco Capone, figura di riferimento per la didattica e la formazione specialistica. Le sue lezioni hanno accompagnato i partecipanti attraverso procedure operative, modelli decisionali, gestione delle emergenze e responsabilità del ruolo di coordinamento. Tra i banchi, però, non c’erano soltanto volontari in arrivo da altri Comuni: anche la Protezione Civile di San Giusto Canavese era presente, con rappresentanza e impegno diretto.
Un elemento che ha fatto la differenza e che non è passato inosservato. Molti dei partecipanti hanno infatti espresso ringraziamenti sinceri per l’accoglienza ricevuta e per l’organizzazione impeccabile della giornata. Una cura che porta la firma dell’assessore alla Protezione Civile, Simona Amore, responsabile del corso e presente per l’intera durata della formazione. I volontari hanno riconosciuto non solo la puntualità logistica e la qualità degli spazi, ma anche l’atmosfera di attenzione e di rispetto che ha caratterizzato tutta l’iniziativa.
E poi ci sono loro: Elena Viglierco, Aldo Tantillo e Michele Lala, tre figure centrali del gruppo locale, accomunate da una dedizione che negli anni è diventata un punto di riferimento. Hanno affrontato il percorso formativo con l’impegno che li contraddistingue e hanno ottenuto il titolo di Caposquadra, un traguardo che porta prestigio non solo ai singoli volontari, ma all’intera comunità. Per San Giusto, infatti, la crescita dei propri uomini e delle proprie donne di Protezione Civile non è un fatto interno: è un investimento sul territorio, una garanzia di competenza nelle situazioni di bisogno, una promessa di vicinanza operativa quando le difficoltà bussano all’improvviso.
La Protezione Civile, nel suo spirito più autentico, è esattamente questo: una rete di mani, di capacità, di tempo donato senza clamore. È un sistema fatto di persone che scelgono di esserci non per dovere, ma per vocazione. In un’epoca in cui la fragilità dei territori si mostra con crescente frequenza — tra fenomeni climatici intensi, criticità idrogeologiche e emergenze improvvise — la qualità della formazione e la solidità dei gruppi locali diventano fattori cruciali.
La giornata di sabato lo ha dimostrato: quando il volontariato è sostenuto da un’amministrazione attenta, da una formazione strutturata e da figure responsabili che credono realmente nel valore del gruppo, il territorio cresce, si rafforza, si protegge. Da questo punto di vista il lavoro di Simona Amore è stato riconosciuto unanimemente: la capacità di cura dei dettagli, la presenza attiva, il coordinamento delle attività organizzative hanno trasformato un corso in un’occasione di comunità.
Il risultato finale è duplice. Da un lato, un gruppo locale più preparato e più consapevole; dall’altro, una comunità che vede valorizzati i suoi volontari. Perché il titolo di Caposquadra non è soltanto un attestato: è un ruolo che porta con sé responsabilità, capacità decisionale, visione. E sapere che Elena, Aldo e Michele hanno raggiunto questo traguardo conferma ancora una volta l’identità forte di San Giusto, una realtà che negli anni ha costruito una cultura della Protezione Civile solida e partecipata.
In un periodo storico in cui la coesione sociale è un bene prezioso, la formazione diventa un pilastro. Non è un rito formale, ma un lavoro concreto su procedure, sicurezza, gestione delle emergenze. Un lavoro che si trasforma in atti quotidiani di servizio.
A dimostrarlo non sono solo i numeri o gli attestati, ma l’atmosfera che ha attraversato il corso: un clima di collaborazione autentica, di rispetto reciproco, di responsabilità condivisa. Un modello che, se replicato, potrebbe diventare una vera e propria buona pratica regionale.
San Giusto Canavese, con il suo piccolo grande gruppo di volontari, dimostra ancora una volta che l’efficacia della Protezione Civile non si misura soltanto nelle emergenze, ma nella capacità di formarsi, migliorarsi e farsi trovare pronti. Un impegno che non fa rumore, ma che lascia tracce profonde sul territorio.
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