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Influenza, parte la caccia ai contagi: l’Italia si affida a Influweb

Dati anonimi e monitoraggio continuo per anticipare l’ondata invernale

Influenza, parte la caccia ai contagi

Influenza, parte la caccia ai contagi: l’Italia si affida a Influweb (foto di repertorio)

L’influenza corre veloce e cambia forma. I virus mutano, i sintomi si moltiplicano e il sistema sanitario non riesce sempre a intercettare chi resta a casa, chi si cura da sé o chi evita di rivolgersi al medico. È in questo spazio che nasce una delle strategie più innovative per monitorare l’andamento delle sindromi influenzali in Italia: Influweb, la piattaforma di sorveglianza partecipativa sviluppata da ISI Foundation a Torino. Uno strumento che chiede ai cittadini di fare la loro parte, segnalando in forma anonima sintomi, comportamenti e vaccinazioni, così da tracciare in tempo reale la diffusione dei virus.

Il meccanismo è semplice, ma potentissimo. Una volta collegati, gli italiani possono compilare una scheda che descrive eventuali disturbi, vaccinazioni recenti e abitudini di contatto sociale. Più persone partecipano, più accurata diventa la mappa epidemiologica. È un monitoraggio che si estende anche a chi, pur avendo sintomi, decide di non rivolgersi al medico curante: una quota che varia dal 20% al 40% della popolazione, a seconda della severità del malessere. Percentuali che in Europa oscillano sensibilmente: dai valori più bassi dei Paesi Bassi (15-25%) a quelli più alti della Francia (25-50%).

Influweb integra così ciò che la sorveglianza tradizionale non vede. Molti contagi rimangono infatti fuori dai radar dei medici sentinella e dei pediatri che compongono la rete di rilevazione nazionale, una rete che presenta differenze marcate tra Nord e Sud sia per numero di professionisti coinvolti sia per copertura territoriale. Il contributo volontario dei cittadini permette di colmare questo vuoto, offrendo un quadro più preciso sui contagi leggeri, spesso sottostimati ma fondamentali per capire la traiettoria dell’ondata influenzale.

Tutti i dati raccolti vengono utilizzati per alimentare InfluCast, il primo hub italiano dedicato alle previsioni epidemiologiche stagionali. Qui le informazioni confluiscono in modelli che stimano l’andamento delle sindromi influenzali a livello nazionale e regionale. Da quest’anno, InfluCast è stato integrato nel bollettino RespiVirNet dell’Istituto Superiore di Sanità, una scelta che inserisce a pieno titolo la sorveglianza partecipativa nella cornice ufficiale di monitoraggio.

Il ruolo di Torino è centrale. ISI Foundation, che gestisce Influweb, lavora da oltre quindici anni alla costruzione di reti, algoritmi e modelli epidemiologici sostenuti dal progetto Lagrange della Fondazione CRT. Più recentemente, la piattaforma è stata rafforzata dal progetto VERDI, finanziato dall’Unione Europea nell’ambito di Horizon Europe, che ne potenzia le attività di raccolta e analisi dei dati.

Influweb non è un caso isolato. È il nodo italiano di Influenzanet, una rete europea che coinvolge Belgio, Danimarca, Francia, Olanda, Regno Unito, Svezia e Svizzera, con oltre 30.000 cittadini che ogni anno contribuiscono volontariamente al monitoraggio epidemiologico. Da quest’anno la rete si allarga ulteriormente: il Portogallo entra con Gripenet, gestita dall’Istituto Nazionale di Salute Pubblica, e la Spagna con Epidemiradar, sviluppata dal centro IFISC grazie al sostegno del progetto europeo SIESTA.

Per l’Italia, il nodo cruciale resta la tempestività. Con i virus influenzali in costante mutazione e con l’avvicinarsi delle festività – periodo tipico di aggregazioni, viaggi e aumento dei contagi – ogni dato inserito dagli utenti permette di anticipare le curve, correggere le previsioni e suggerire livelli di allerta. Una fotografia dinamica, aggiornata ora dopo ora, che serve al Paese per prepararsi all’ondata influenzale imminente.

Influweb dunque chiede una cosa molto semplice: partecipare. Nel contesto di una stagione influenzale ancora imprevedibile, il contributo volontario dei cittadini diventa una forma concreta di prevenzione collettiva. Una collaborazione tra scienza e persone che, numeri alla mano, può fare la differenza.

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