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16 Novembre 2025 - 23:30
La foto più votata, "Ceres sotto la neve", di Sara Pippo Broccanello
A Villa Remmert, nelle stesse sale in cui la Torino-Ceres è tornata a vivere attraverso documenti, cimeli e ricordi, la comunità ha ritrovato un altro modo per raccontare il proprio passato e il proprio presente: lo sguardo dei fotografi. Il concorso fotografico promosso da Ars et Labor in occasione della grande esposizione dedicata alla storica ferrovia ha infatti svelato i suoi vincitori, trasformando la fine della mostra in un nuovo momento di partecipazione collettiva, riflessione e memoria condivisa.
La chiusura dell’evento è stata segnata dal risultato del Photo Contest, nato con l’obiettivo di valorizzare, attraverso lo sguardo di cittadini e appassionati, il patrimonio materiale e immateriale della linea ferroviaria che per oltre un secolo ha collegato Torino alle Valli di Lanzo. Un’iniziativa parallela che, fin dal primo giorno, aveva attirato l’attenzione del pubblico: decine di scatti, temi diversi, sensibilità diverse e una stessa volontà, quella di restituire dignità visiva a un territorio che ancora oggi continua a cercare nel proprio passato le ragioni per immaginare il futuro.
Secondo quanto comunicato dagli organizzatori, la giuria del pubblico – composta dai visitatori della mostra – ha espresso un entusiasmo sorprendente, con oltre mille voti raccolti nel weekend. A conquistare il primo posto è stata Sara Pippo Broccanello, già nota ai frequentatori delle attività culturali cittadine, che ha ricevuto anche una menzione speciale dalla giuria tecnica con la fotografia intitolata «Ceres sotto la neve», considerata uno degli scatti più evocativi dell’intero concorso. Al secondo posto si è classificato @mynthals, autore di una suggestiva «Notturna a Cirié», mentre il terzo gradino del podio è stato assegnato a Luca Debernardi, premiato anche per l’intenso «Rock a Lanzo», lavoro capace di unire paesaggio, emozione e dettagli tecnici con un equilibrio che ha convinto i giurati.
La giuria tecnica – composta da fotografi, storici dell’immagine e curatori – ha voluto inoltre riconoscere una menzione artistica speciale al fotografo Andrea Menzio, autore di «Ferrovia luogo dell’anima», uno dei lavori più intensi della rassegna, apprezzato per la capacità di trasformare un’infrastruttura abbandonata in una metafora visiva fatta di attese, passi sospesi e memorie che non smettono di tornare.

L'inaugurazione della mostra
La cerimonia conclusiva non è stata soltanto l’occasione per premiare i partecipanti, ma anche per riflettere sul ruolo che il linguaggio fotografico ha avuto all’interno della mostra. Le immagini selezionate, esposte lungo il percorso allestito a Villa Remmert, hanno dialogato con mappe, modellini, antichi strumenti di segnalazione e documenti d’archivio, contribuendo a costruire un racconto visivo capace di connettere generazioni diverse: ex ferrovieri, famiglie, studenti, collezionisti, curiosi. Il risultato è stato un afflusso di pubblico sorprendente, capace di riempire la villa per due giornate e di trasformare la mostra in un’esperienza collettiva di memoria attiva.
In questo contesto, i promotori dell’Osservatorio sulla Torino-Ceres hanno ricordato quanto sia importante dare spazio a strumenti contemporanei di narrazione, come la fotografia. Perché, come hanno sottolineato durante uno degli interventi, «raccontare la Torino-Ceres non significa solo ripercorrere la sua storia, ma capire come quei binari continuino, ancora oggi, a generare immagini, suggestioni e domande». Un modo per tenere accesa l’attenzione su una linea che, dal 1921, rappresenta non soltanto una delle pagine più straordinarie dell’ingegneria piemontese, ma anche un legame affettivo tra comunità e territorio.
Il successo del contest va letto dentro questa cornice: la ferrovia non è più soltanto infrastruttura sospesa in attesa di rinascita, ma diventa materia creativa, punto di partenza per nuove narrazioni, stimolo per artisti e cittadini. Gli organizzatori hanno ringraziato uno per uno i partecipanti, ricordando come la qualità degli scatti e la varietà degli sguardi abbiano arricchito l’esposizione rendendola più completa e più viva.
Il pubblico ha risposto con lo stesso entusiasmo riservato al libro-catalogo presentato all’inaugurazione, andato esaurito già nella prima giornata e ora in ristampa. Anche questo elemento dimostra quanto la comunità continui a sentire forte il tema della conservazione della memoria ferroviaria: un patrimonio che le Valli di Lanzo considerano identitario e che il Piemonte, grazie al progetto del Museo Ferroviario Diffuso, sembra finalmente intenzionato a valorizzare in maniera strutturale.
Gli scatti premiati, insieme alle altre immagini selezionate, resteranno disponibili anche online nei canali ufficiali di Ars et Labor e dell’Osservatorio, con l’obiettivo di proseguire il percorso iniziato dentro Villa Remmert e permettere a chi non ha potuto visitare la mostra di ammirare almeno una parte del lavoro svolto.
Al termine della premiazione, gli organizzatori hanno voluto ribadire un ultimo messaggio: la fotografia, come la ferrovia, crea connessioni. Unisce punti distanti, trasforma frammenti in racconto, permette di attraversare epoche e luoghi senza mai perdere il senso del viaggio. In un fine settimana di novembre, a Cirié, questo viaggio ha trovato una forma nuova, fatta di immagini, emozioni e memoria condivisa. E, come accadeva un tempo ai treni in partenza, ha lasciato in molti la sensazione che sia soltanto l’inizio di qualcosa che continuerà.
GLI ALTRI SCATTI PREMIATI



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