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Nuova scuola primaria, il Comune mette da parte 800mila euro per i possibili contenziosi: un fondo-monstre che apre una frattura politica

Tra ritardi PNRR, ribassi d’asta e varianti migliorative, la partita sulla futura primaria divide maggioranza e opposizione.

Nuova scuola primaria

Nuova scuola primaria, il Comune mette da parte 800mila euro per i possibili contenziosi: un fondo-monstre che apre una frattura politica

La costruzione della nuova scuola primaria torna al centro del dibattito politico locale, a Mazzè, questa volta per una scelta contabile dal peso simbolico più che operativo: l’accantonamento di 800mila euro per eventuali spese legali legate all’opera. Una decisione approvata nel consiglio comunale del 30 novembre, presentata come misura prudenziale ma interpretata dalla minoranza come un segnale di fragilità del progetto.

Secondo l’amministrazione, si tratta di una riserva “a tutela”, uno spazio finanziario da lasciare immobilizzato nel caso in cui dovessero emergere ricorsi, opposizioni o contenziosi connessi all’appalto o alla realizzazione dell’edificio. Il sindaco Marco Formia ha precisato che la somma non verrà spesa, ma semplicemente tenuta da parte: una garanzia di bilancio che permetterebbe di affrontare imprevisti senza intaccare altre voci. Da Palazzo civico si ribadisce che i lavori procedono e che i ritardi registrati sono in linea con l’andamento generale dei progetti finanziati dal PNRR, tutti stretti nella scadenza di giugno 2026.

La partita economica si intreccia con un altro elemento significativo: il consistente ribasso d’asta di circa 600mila euro emerso durante l’appalto. Nel quadro PNRR, le economie generate dai ribassi possono essere reinvestite per varianti migliorative, e l’amministrazione ha scelto di affidarsi a una consulenza esterna per individuare gli interventi più utili ad aumentare la qualità finale dell’edificio scolastico. L’obiettivo dichiarato è quello di non perdere l’occasione di trasformare una disponibilità inattesa in un valore aggiunto per la struttura.

La minoranza, guidata da Massimo Stevanella, non condivide questa impostazione. Il gruppo di opposizione critica l’intero progetto della scuola, a partire dalla collocazione scelta nel territorio, ritenuta non adatta a una funzione così centrale per la comunità. Sulla gestione delle risorse, poi, viene espresso scetticismo: il ribasso d’asta e la consulenza esterna vengono interpretati come segnali di una governance poco lineare, mentre l’accantonamento degli 800mila euro è visto come un indizio di potenziali criticità finora sottovalutate.

Il confronto politico si inserisce in una cornice più ampia: la costruzione di una nuova scuola non è solo un’opera pubblica, ma un tassello identitario per un paese, capace di influenzare urbanistica, servizi, mobilità e qualità della vita delle famiglie. Ecco perché ogni scelta — dai fondi alla gestione dei ribassi, dalla tempistica ai possibili ricorsi — diventa terreno di discussione, soprattutto a pochi mesi dall’apertura dei cantieri.

Per ora, la maggioranza insiste sul carattere prudenziale del fondo legale e sulla volontà di portare avanti il progetto senza esitazioni. L’opposizione, al contrario, promette vigilanza costante e mantiene aperta la critica sulla posizione scelta e sulla tenuta dell’intero iter. A collegare le due visioni resta un dato comune: la nuova scuola, tra risorse PNRR, tempi stretti e attese alte, sarà un banco di prova politico e amministrativo destinato a segnare il dibattito dei prossimi mesi.

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