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15 Novembre 2025 - 22:23
Carlos Alcaraz (IG ATP Finals)
È durato appena un’ora e ventidue minuti, ma è bastato per ribadire una certezza: Carlo Alcaraz è tornato a splendere. Nella semifinale delle ATP Finals di Torino, il numero uno del mondo ha dominato il canadese Felix Auger-Aliassime con un punteggio netto, 6-2 6-4, che racconta più di mille parole la sua superiorità tecnica, fisica e mentale. L’Inalpi Arena ha assistito a uno spettacolo che ha avuto i toni della potenza e della leggerezza insieme, un match in cui il talento di Murcia ha mostrato tutto ciò che lo ha reso, a soli ventidue anni, il volto nuovo del tennis mondiale.
La partita è iniziata con un ritmo vertiginoso. Alcaraz, solido e concentrato, ha imposto da subito la sua legge, togliendo tempo e fiducia all’avversario. Auger-Aliassime, che era arrivato alla semifinale dopo un torneo sorprendente, non è mai riuscito a entrare davvero nello scambio. La sua battuta, di solito un’arma, si è spenta davanti alle risposte profonde dello spagnolo, che ha colpito con la precisione di un chirurgo e la potenza di un pugile. Il primo set si è chiuso 6-2 in poco più di mezz’ora, con Alcaraz che ha concesso appena quattro punti nei suoi turni di servizio.
Nel secondo parziale, il canadese ha provato a reagire, cercando di variare il gioco e accorciare gli scambi, ma la sensazione era che la partita appartenesse già a un solo uomo. Alcaraz, spietato nelle accelerazioni, ha continuato a spingere da fondo con rovesci millimetrici e dritti che disegnavano le righe, mantenendo il controllo emotivo anche nei pochi momenti di difficoltà. Il break decisivo è arrivato al settimo game: una combinazione perfetta di forza e intelligenza tattica che ha aperto la strada al 6-4 finale.
Alla fine, l’abbraccio tra i due ha restituito la dimensione più nobile del tennis: quella di uno sport in cui il rispetto non si misura solo nei gesti, ma nella qualità del gioco espresso. Per Auger-Aliassime resta l’orgoglio di una settimana di altissimo livello; per Alcaraz, invece, la certezza di essere arrivato al miglior momento della stagione, proprio nel torneo dei “Maestri”, dove si sfidano i migliori otto del mondo.
Domani, alle 18 all’Inalpi Arena, sarà finale contro Jannik Sinner, in un duello generazionale che il pubblico italiano attende come un evento storico. Per la prima volta nella storia del torneo, un azzurro è approdato in finale, e lo farà contro il giocatore che più di ogni altro rappresenta il futuro prossimo del tennis mondiale.

Jannik Sinner
Sinner e Alcaraz, divisi da pochi mesi di età e da un approccio tecnico complementare, sono già da tempo i simboli di una nuova era. L’italiano, glaciale e calcolatore, è l’immagine della costanza e della lucidità tattica; lo spagnolo, esplosivo e creativo, è pura espressione istintiva, un talento che unisce muscoli e fantasia come nessuno della sua generazione. Domani, a Torino, il campo sarà il loro terreno neutro, e il pubblico sarà il vero fattore emotivo della sfida.
Alcaraz arriva in finale con la consapevolezza di chi ha ritrovato il ritmo dopo mesi difficili, segnati da infortuni e cali di forma. La sua capacità di reagire e di riprendere quota proprio nel momento decisivo della stagione racconta un carattere temprato e una fame agonistica che ricordano i grandi campioni del passato. «Ho giocato il mio miglior tennis — ha dichiarato dopo la semifinale — e sento che sto tornando al livello che desideravo».
Per Sinner, l’obiettivo è storico: diventare il primo italiano a vincere le ATP Finals. Per Alcaraz, invece, è la chance di chiudere l’anno consolidando la leadership mondiale e riscattando la delusione dell’estate, quando aveva lasciato New York troppo presto rispetto alle aspettative. Entrambi sanno che domani, più che una finale, sarà un manifesto del nuovo tennis, quello che arriva dopo Djokovic e Nadal, quello che parla la lingua dei ventenni ma con il rigore dei veterani.
Torino si prepara a una domenica che profuma di storia. L’Inalpi Arena sarà sold out, con il pubblico italiano pronto a sostenere il suo beniamino ma anche ad applaudire la grandezza del rivale. In tribuna sono attesi volti noti dello sport, della musica e della politica: un evento dentro l’evento, in una città che, con le ATP Finals, ha saputo riconquistare il ruolo di capitale internazionale del tennis.
In fondo, quella tra Sinner e Alcaraz non sarà solo una finale, ma un passaggio di testimone. Un duello di talento e personalità che segnerà un’epoca, destinato a diventare un classico del futuro. Domani, alle 18, quando le luci si abbasseranno e la voce dello speaker scandirà i loro nomi, Torino sarà il centro del mondo. E ogni colpo, ogni smorfia, ogni sguardo tra i due rivali racconterà la stessa cosa: che il tennis del domani è già qui, e si chiama Carlo Alcaraz contro Jannik Sinner.
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