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Torino rilancia la rete anti-tratta degli esseri umani con: tutela delle vittime e contrasto al crimine

Firmata in Prefettura un’intesa ampia tra istituzioni, forze dell’ordine e privato sociale per rafforzare protezione, prevenzione e indagini

Torino rilancia la rete anti-tratta degli esseri umani con: tutela delle vittime e contrasto al crimine

Torino rilancia la rete anti-tratta degli esseri umani con: tutela delle vittime e contrasto al crimine

Un documento che punta a trasformare una rete già esistente in un sistema più coeso, più tempestivo, più vicino a chi subisce violenze invisibili. È il nuovo Protocollo di Intesa contro la tratta di esseri umani, firmato questa mattina in Prefettura a Torino e ispirato al Meccanismo Nazionale di Referral adottato dal Dipartimento per le Pari Opportunità. Una strategia comune che mette al centro donne, bambini e migranti, le categorie più esposte alla tratta, allo sfruttamento e alla coercizione.

Nelle parole del prefetto Donato Cafagna emerge il cuore dell’operazione: «La tratta di esseri umani è un fenomeno connesso al flusso irregolare dei migranti e rappresenta uno degli aspetti più critici, perché le vittime sono spesso donne, bambini, persone fragili. Prevenirlo e contrastarlo è l’obiettivo di un Protocollo che rilancia e rafforza la rete torinese anti-tratta, armonizzando la cooperazione tra istituzioni e privato sociale. Si vuole consolidare un approccio concreto e proattivo che favorisca l’identificazione e l’assistenza delle vittime, anche attraverso lo scambio di informazioni e la formazione congiunta degli operatori».

L’intesa coinvolge infatti un numero eccezionale di attori: dalla Prefettura alla Procura della Repubblica, dalla Regione Piemonte alla Questura, dalla Città Metropolitana alla Città di Torino, fino all’Arma dei Carabinieri, alla Guardia di Finanza, ai tribunali ordinari e minorili, all’ANCI Piemonte e all’Ispettorato del Lavoro, insieme ai soggetti del privato sociale e alle principali sigle sindacali. Una partnership multi-agenzia che punta a rendere più rapida la circolazione delle informazioni, più efficace la prevenzione, più strutturata l’assistenza.

Cafagna insiste sul punto: «La protezione delle vittime è un pilastro di questo accordo. Si tratta di unire la repressione dei traffici criminali alla capacità di empatia e umanità verso persone fragili, per un approccio interdisciplinare con l’obiettivo della tutela della persona umana».

Sulla stessa linea l’assessore regionale alla Sicurezza e Immigrazione Enrico Bussalino, che sottolinea la necessità di una responsabilità condivisa: «La tutela delle persone più fragili e il contrasto alla criminalità organizzata richiedono metodo e cooperazione. Con questo Protocollo il Piemonte rafforza una rete istituzionale che lavora insieme per proteggere le vittime, prevenire gli abusi e colpire chi trae profitto dalla tratta. Accoglienza, legalità e sicurezza devono procedere insieme».

Di rilievo anche il commento del procuratore della Repubblica di Torino Giovanni Bombardieri, che pone l’accento sul ruolo decisivo degli operatori che per primi intercettano situazioni di sfruttamento: «Uno degli aspetti fondamentali è la formazione di chi è chiamato a cogliere i segnali di disagio. La capacità di relazionarsi con le vittime sin dai primi momenti è cruciale per il contrasto giudiziario di questi fenomeni. Mettere insieme tutti i protagonisti è un risultato molto importante, per il quale ringrazio il Prefetto».

Sul fronte dei servizi sociali interviene l’assessore comunale Jacopo Rosatelli, che ricorda il lavoro già esistente nella città: «Con la firma di questo protocollo, la Città conferma il proprio impegno pluriennale accanto alle persone vittime di tratta e sfruttamento, che ricevono assistenza, accoglienza e percorsi di inclusione. L’accordo rafforza la cooperazione interistituzionale e la formazione degli operatori, coinvolgendo servizi sociali e Polizia locale».

L’adesione al Protocollo è destinata ad allargarsi: hanno manifestato interesse la Procura della Repubblica di Cuneo, l’EUAA, l’UNHCR e l’OIM, a conferma della dimensione internazionale del fenomeno e della volontà di costruire un sistema Piemonte più robusto nell’emersione delle vittime e nelle indagini sulle reti criminali.

Protezione, formazione costante, scambio rapido di informazioni e costruzione di buone pratiche: sono gli elementi che definiscono il nuovo quadro operativo. L’obiettivo dichiarato è chiaro e ambizioso: far emergere ciò che troppo spesso resta nascosto e garantire che ogni vittima non sia soltanto soccorsa, ma accompagnata verso un percorso di sicurezza e diritti.

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