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A Torino rinasce il Mercato del Corso, la nuova casa del cibo contadino

In corso Vittorio il primo mercato coperto di Campagna Amica: spazi culturali, vino, cucina circolare e la storia del vecchio cinema che rinasce

A Torino rinasce il Mercato del Corso, la nuova casa del cibo contadino

A Torino rinasce il Mercato del Corso, la nuova casa del cibo contadino

Il palazzo del Corso, un tempo sala cinematografica tra le più rappresentative della Torino del Novecento, riapre le porte e cambia identità. Oggi, in corso Vittorio Emanuele II 50, è stato inaugurato il Mercato del Corso, il primo grande mercato coperto di Campagna Amica in città: un luogo di oltre seicento metri quadrati che mescola vendita diretta, cultura gastronomica, formazione, degustazioni e ristorazione. Una riapertura simbolica, che restituisce alla città uno spazio rimasto chiuso per anni, dopo l’incendio che nel 1980 aveva cancellato definitivamente il suo ruolo cinematografico e la successiva, lunga parentesi bancaria.

L’inaugurazione coincide con un altro anniversario: gli 80 anni di Coldiretti Torino, celebrati con una torta preparata dalla cooperativa sociale Panacea e realizzata con la farina della filiera corta di Stupinigi, uno dei progetti più rappresentativi della rete contadina torinese. Il presidente Bruno Mecca Cici ha parlato di una giornata dedicata ai soci, spiegando che il nuovo mercato vuole essere una “casa” non solo per chi produce, ma anche per chi cerca cibi freschi, nutrienti, sostenibili e legati a una filiera trasparente. Un luogo, ha sottolineato, dove i valori dell’agricoltura torinese potranno dialogare con le esigenze dei consumatori attraverso iniziative di formazione, educazione alimentare, cultura del vino e cultura gastronomica.

Il direttore Carlo Loffreda ha ricordato come Torino sia stata una delle prime città italiane a credere nei mercati contadini. La nascita del Mercato del Corso, ha spiegato, rappresenta una forma di restituzione alla città: un modo per mettere a disposizione un presidio culturale e alimentare che non vuole essere soltanto un punto vendita, ma un luogo dove si costruisce relazione con il territorio.

Le parole dell’assessore al Commercio Paolo Chiavarino rendono evidente il significato urbano della nuova apertura: un tassello importante per il sistema dei mercati cittadini, nel pieno centro e a pochi passi dalla stazione di Porta Nuova, con un’offerta completamente dedicata ai prodotti a Km Zero. A livello nazionale, il presidente di Coldiretti Ettore Prandini e il segretario generale Vincenzo Gesmundo hanno sottolineato come la vendita diretta, la trasparenza dell’origine e la battaglia contro il cibo ultra-processato rappresentino ormai un pilastro culturale oltre che economico. Una rete, quella di Campagna Amica, che conta più di milleduecento mercati in tutta Italia.

Il richiamo alla dimensione culturale ritorna nelle parole della presidente della Fondazione Campagna Amica, Dominga Cotarella, che parla del mercato come di un luogo dove città e campagna si incontrano, dove i consumatori guardano negli occhi chi produce, dove la stagionalità e la genuinità tornano al centro. In una città elegante come Torino, ha detto, il Mercato del Corso porta un modello di sostenibilità ambientale e sociale che valorizza il lavoro quotidiano delle imprese agricole.

Il nuovo spazio ospita trenta banchi gestiti direttamente dai produttori, una casa del vino dedicata ai vignaioli che lavorano in modo artigianale, un ristorante a filosofia circolare che aprirà dopo le festività, una sala show cooking per i cuochi contadini, una sala convegni e diverse aree didattiche ed espositive. I prezzi sono stabiliti autonomamente dalle aziende agricole, senza passaggi intermedi della grande distribuzione, in linea con il modello Campagna Amica.

Tra le peculiarità più scenografiche spicca l’enoteca Divinorum, collocata nel grande androne d’ingresso concepito nel Novecento come omaggio all’architettura templare dell’antico Egitto. L’enoteca raccoglie 490 etichette provenienti da 180 produttori, selezionati per rappresentare il lavoro diretto dei viticoltori, spesso esclusi dai circuiti più commerciali del vino italiano. La filosofia è chiara: promuovere il vino come cultura, contrastando la semplificazione che oggi rischia di demonizzarlo senza distinguere metodi, qualità e identità agricola.

Il nuovo mercato si propone anche come punto di attrazione turistica, grazie alla sua posizione strategica tra corso Vittorio, porta Nuova, metro e i parcheggi sotterranei di piazza Bodoni. Un nodo naturale tra connessioni urbane, viaggiatori e cittadini. L’apertura segue orari strutturati: mercato attivo il venerdì e il sabato dalle 10 alle 19, casa del vino aperta dal martedì al sabato negli stessi orari, con aperture straordinarie nelle domeniche di dicembre.

Il Mercato del Corso non sostituisce, ma integra, i ventuno mercati contadini già attivi nel Torinese e le numerose iniziative domenicali diffuse nei quartieri. Un ampliamento dell’offerta che punta a rendere più riconoscibile la spesa che dà valore al lavoro dei contadini, e che rafforza il legame tra Torino, il suo cibo e la sua storia.

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