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13 Novembre 2025 - 13:59
Allarme nanoplastiche, scontro in Regione sul rischio per le api e sulle omissioni della giunta Riboldi (foto: Riboldi e Pompeo)
Il dibattito sulle nanoplastiche arriva in Consiglio regionale con toni più accesi del previsto. La consigliera del Partito Democratico Laura Pompeo ha scelto di trasformare gli studi scientifici più recenti in un tema politico urgente, denunciando la mancanza di un intervento strutturato da parte della Regione Piemonte. La questione è tornata al centro dell’Aula dopo la risposta dell’assessore Andrea Riboldi, che ha ridimensionato la portata del fenomeno sostenendo che gli effetti più gravi sugli impollinatori sarebbero stati riscontrati solo a concentrazioni «ben al di sopra degli attuali livelli ambientali». Una posizione che, secondo Pompeo, ignora il contesto reale in cui il Piemonte si trova a operare: la Pianura Padana, più volte identificata dalla letteratura scientifica come una delle aree europee a maggiore presenza di microplastiche, con valori nel Po stimati cinque volte oltre la media continentale.
L’interrogazione presentata dalla consigliera dem chiedeva un impegno chiaro della giunta su tre fronti: controlli sui suoli e sulle acque, campagne di informazione rivolte alla popolazione e alle imprese, e un piano regionale dedicato alla difesa delle api e alla lotta alla dispersione di plastiche minute nell’ambiente. Pompeo ricorda che gli studi che hanno rilevato nanoplastiche nel cervello delle api descrivono un fenomeno potenzialmente devastante. Le particelle, invisibili e persistenti, sono in grado di accumularsi nei tessuti, interferire con l’orientamento, alterare il sistema immunitario e indebolire l’intera struttura della colonia. Una dinamica che rischia di colpire in modo diretto la filiera agricola piemontese, dove gli impollinatori giocano un ruolo essenziale per produzioni frutticole e orticole diffuse sul territorio.

Laura Pompeo
La Regione Piemonte negli ultimi anni ha spesso presentato il comparto apistico come una delle sue eccellenze. A livello nazionale il Piemonte risulta tra i territori con il maggior numero di alveari e con una rete di aziende apistiche professionalizzate, impegnate sia nella produzione sia nel monitoraggio degli indicatori ambientali. È anche in questo scenario che Pompeo giudica «inconcludente» la risposta dell’assessore Riboldi, accusandolo di non aver predisposto una programmazione credibile per il 2026 e di aver scelto, ancora una volta, di affidarsi alla formula dell’“attenzione” senza indicare nessuna misura preventiva né una strategia regionale coerente con il quadro scientifico esistente.
A preoccupare la consigliera dem non è soltanto l’assenza di nuove iniziative, ma anche il rischio di perdere contatto con un settore – quello delle api e dell’impollinazione – che è stato spesso utilizzato come indicatore della salute ambientale della regione. Pompeo sottolinea come i dati sulla contaminazione da plastiche nel Nord Italia siano ormai consolidati, e che proprio il Piemonte, per caratteristiche geografiche e pressione antropica, dovrebbe essere tra i primi territori a dotarsi di un monitoraggio strutturato sulle micro e nanoplastiche, coinvolgendo ARPA, università, Comuni e associazioni di categoria.
L’intervento di Riboldi, che ha escluso la necessità di «interventi straordinari», è apparso secondo Pompeo in contrasto con la prudenza e la prevenzione richieste da fenomeni emergenti come la dispersione delle nanoplastiche negli organismi viventi. La consigliera teme che, senza una pianificazione adeguata, il Piemonte possa trovarsi nei prossimi anni a fronteggiare conseguenze ben più gravi, e ribadisce che la moria delle api avrebbe effetti immediati sia sull’ambiente sia sulla filiera agroalimentare, con ripercussioni economiche che colpirebbero produttori, territori e consumatori.
Il tema non è nuovo nel confronto politico regionale. Già nel corso dell’ultima legislatura, davanti ai primi risultati dei monitoraggi nazionali sulle microplastiche nei fiumi, alcune componenti dell’opposizione avevano chiesto l’avvio di programmi dedicati, concentrandosi in particolare sui corsi d’acqua e sulle aree di pianura. Tuttavia, la Regione ha finora privilegiato campagne informative generiche, senza una struttura di prevenzione progettata per contrastare la dispersione delle particelle più fini, quelle appunto capaci di raggiungere gli insetti impollinatori.
Pompeo ha annunciato che riporterà la questione in Aula con ulteriori atti, chiedendo alla giunta di definire con precisione quali strumenti intenda mettere in campo. «La Regione Piemonte ha il dovere di proteggere gli apicoltori e di garantire un futuro sostenibile» ha ribadito, spiegando che la sola “attenzione” promessa dall’assessore non è un impegno sufficiente. A suo giudizio, la Regione dovrebbe riconoscere che la tutela degli impollinatori è una priorità non più rinviabile, soprattutto in un’area dove la pressione ambientale è tra le più alte del Paese.
Il confronto resta aperto, e la vicenda delle nanoplastiche, per ora relegata nelle interrogazioni e nelle risposte istituzionali, si candida a diventare uno dei temi centrali della discussione politica nella prossima stagione. Pompeo insiste sul fatto che la prevenzione non può arrivare quando il danno è già evidente, e chiede che il Piemonte torni a essere un modello di tutela, non un territorio costretto a rincorrere emergenze annunciate.

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