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Eccidio del Bric, Prarostino commemora i nove martiri del 1944

Una cerimonia sobria e intensa per ricordare una delle pagine più tragiche della guerra nel Pinerolese

Eccidio del Bric

Eccidio del Bric, Prarostino commemora i nove martiri del 1944

Era il 17 novembre 1944 quando un reparto nazista massacrò nove civili a Prarostino, nel Pinerolese. Un episodio di violenza cieca, consumato tra i boschi e le borgate della Val Pellice, rimasto inciso nella memoria collettiva come l’eccidio del Bric.

Domenica 16 novembre 2025, il Comune ricorderà quelle vittime con una cerimonia commemorativa. L’appuntamento, patrocinato dalla Città metropolitana di Torino, inizierà alle 10 con la partenza del corteo dal piazzale del Municipio. Alle 10.20, presso il Cippo dei Martiri del Bric, si terranno i saluti istituzionali e l’orazione ufficiale.

Prenderanno la parola il sindaco Luciano Nocera, il presidente dell’Unione Montana Pinerolese Mauro Vignola e Riccardo Vercelli per l’ANPI di Pinerolo. L’orazione sarà affidata a Leonardo Crosetti, vicesindaco di Cavour. Le musiche saranno eseguite dal Quartetto di Clarinetti dell’Istituto Civico Musicale “Corelli” di Pinerolo.

L’eccidio del Bric fu uno dei tanti atti di terrore nazista avvenuti nelle valli torinesi durante la guerra. Secondo le testimonianze, il 16 novembre 1944 un gruppo di soldati tedeschi, forse affiancati da fascisti locali, si installò nella cascina della famiglia Porcero, sospettata di ospitare partigiani.

Poco dopo arrivarono alcuni civili — Ernesto Paschetto, Giuseppe Barotto, Cesare Simondetto e Michele Magnano — per aiutare nella raccolta delle mele. Furono presi in ostaggio e trattenuti fino al giorno seguente. La mattina del 17 novembre, Remo Paschetto e Costantino Arnaud salirono al Bric per cercare notizie dei familiari. Anche loro furono catturati.

Nel pomeriggio, i sei uomini vennero fucilati. La famiglia Porcero fu risparmiata, ma mentre i soldati scendevano a valle incontrarono tre altri civili — Aldo Nadasio, Cesare Paget e Alberto Coisson — che stavano raccogliendo mele. Anche loro furono uccisi sul posto.

Nove morti. Nessun processo. Nessuna spiegazione. Solo la brutalità dell’occupazione.

Da allora, ogni anno, la comunità di Prarostino si ritrova al cippo che ricorda i Martiri del Bric. Un mazzo di fiori, il silenzio, qualche nota di clarinetto: gesti semplici che valgono come un giuramento. Perché la memoria non si disperda e la storia non si ripeta.

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