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Simbolo nazista a San Donato, scoppia la protesta: “Fuori i nazisti dal quartiere antifascista”

Denuncia della Casa del Popolo Estella e di Potere al Popolo dopo l’esposizione di una bandiera con il “Sole Nero”. Richiesto l’intervento delle autorità

Simbolo nazista a San Donato

Simbolo nazista a San Donato, scoppia la protesta: “Fuori i nazisti dal quartiere antifascista”

Il quartiere San Donato di Torino torna a interrogarsi sulla memoria e sulla convivenza civile dopo la comparsa di una bandiera con il simbolo nazista del Sole Nero, emblema utilizzato dalle SS e oggi ripreso da gruppi di estrema destra e movimenti neofascisti in Europa. L’episodio, avvenuto nei giorni scorsi in una zona residenziale del quartiere, ha provocato la dura reazione della Casa del Popolo Estella e di Potere al Popolo, che in un comunicato congiunto denunciano quello che definiscono uno “sfregio inaccettabile” alla storia antifascista di Torino.

Il “Sole Nero” – simbolo occultista introdotto da Heinrich Himmler come marchio ideologico delle SS – è oggi utilizzato da varie organizzazioni di estrema destra, tra cui il battaglione Azov in Ucraina. La sua esposizione in un quartiere come San Donato, profondamente legato alla memoria partigiana, ha scatenato indignazione e richieste di rimozione immediata.

«San Donato ha pagato con sangue e dolore la lotta antifascista», ricordano nel comunicato gli attivisti di Estella e Potere al Popolo. Il testo richiama i luoghi e i nomi simbolo della Resistenza: il poligono di tiro, dove i repubblichini fucilarono decine di partigiani; i nove caduti all’angolo tra via Cibrario e piazza Statuto; i cinque gappisti di via Morghen 34; e il piccolo Luciano Domenico, ucciso a undici anni a Givoletto e ricordato nei giardini che portano il suo nome, proprio di fronte alla Casa del Popolo.

Una memoria viva, che per gli abitanti non può essere calpestata da simboli di odio. «Pretendiamo il ritiro immediato di ogni simbolo nazista da San Donato e da ogni spazio in città», scrivono ancora gli attivisti, ricordando che la Costituzione italiana vieta espressamente l’apologia di fascismo e nazismo. La polemica si allarga anche sul piano politico: nel documento, Estella denuncia una disparità di trattamento da parte delle autorità, sottolineando come negli ultimi mesi “decine di persone siano state identificate per aver esposto la bandiera palestinese” mentre, di fronte a un atto di apologia, non si sarebbe vista la stessa solerzia.

La Casa del Popolo racconta inoltre di essere stata, di recente, oggetto di un atto vandalico: la serranda imbrattata con una svastica, firmata da sedicenti sostenitori sionisti. «Oggi essere antifascisti significa essere antisionisti», affermano nel comunicato, legando la loro battaglia politica alla denuncia delle violenze in Palestina e richiamando un’idea di antifascismo universale, contro ogni forma di oppressione e discriminazione.

Il caso ha aperto un nuovo fronte di riflessione su come gestire la presenza di simboli estremisti negli spazi pubblici e su quale debba essere il ruolo delle istituzioni nella tutela della memoria storica. San Donato, spiegano i residenti, è stato per decenni un quartiere operaio, sede di fabbriche e officine, e cuore della Torino partigiana: un luogo dove la memoria della Resistenza non è soltanto un ricordo, ma un’identità civica.

Nelle prossime ore si attende una presa di posizione ufficiale del Comune di Torino, che dovrebbe intervenire per verificare la rimozione del simbolo e valutare eventuali profili di reato legati all’apologia del nazismo. Intanto, dal quartiere arriva un messaggio chiaro: “Ora e sempre, Resistenza”.

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