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Studenti insultano il Nonno Vigile: in Canavese i bambini riscoprono il valore del rispetto

Insulti a un Nonno Vigile settantenne: scuola e Comune reagiscono con una lezione collettiva di rispetto

Un biglietto offensivo

Un biglietto offensivo al Nonno Vigile diventa un’occasione di educazione civica per tutta la scuola

Un biglietto scritto a mano, poche righe piene di insulti, consegnato a un Nonno Vigile all’uscita della scuola primaria di San Carlo Canavese. Gesti piccoli, parole pesanti. Al punto da ferire un uomo di sett’anni, che ogni mattina e ogni pomeriggio veglia sulla sicurezza dei bambini davanti alle scuole, garantendo con il suo sorriso e la sua presenza serena un passaggio sicuro. Quel bigliettino, gettato come un’offesa gratuita, ha scosso il paese e aperto una riflessione profonda sul valore del rispetto e sulla fragilità dei rapporti tra generazioni.

Il volontario, un cittadino sancarlese che da anni presta servizio con dedizione, non ha nascosto la sua amarezza. Si è recato al Comando della Polizia Municipale e ha mostrato agli agenti quel foglio, raccontando con tristezza ciò che era accaduto. È stato accolto e ascoltato dall’agente Patrizia Sanna, che ha cercato di consolarlo e di fargli sentire la vicinanza dell’intera comunità. «Mai era successo nulla di simile da quando il servizio dei Nonni Vigile è stato istituito», ha commentato il vicesindaco Eligio Chiaudano, anche responsabile della Polizia Municipale. 

La scuola, informata subito dell’accaduto, ha scelto una risposta che non suona come una punizione, ma come una lezione collettiva. Gli insegnanti e la direzione dell’Istituto Comprensivo hanno deciso di affrontare in classe il tema del rispetto verso gli adulti, e in particolare verso chi, come i Nonni Vigile, dedica il proprio tempo a garantire la sicurezza dei più piccoli. Non è stato individuato l’autore del biglietto, ma l’obiettivo non è apparso quello di “trovare il colpevole”. Piuttosto, la scuola ha voluto coinvolgere tutti gli alunni in un momento di riflessione condivisa.

Ne sono nati cartelloni colorati, disegni e pensieri scritti dai bambini per dire “grazie” ai Nonni Vigile. Un modo per riparare con la gentilezza a un gesto di maleducazione. In molti messaggi compare la parola “scusa”, ma soprattutto l’idea che quelle figure, riconoscibili con la pettorina gialla e la paletta, non siano estranee: potrebbero essere i loro nonni, e lo sono un po’ per tutti.

Il vicesindaco Chiaudano ha sottolineato come questo episodio debba lasciare un segno positivo: «Il messaggio più importante che deve emergere è l’insegnamento che ne deriva. I Nonni Vigile svolgono un servizio essenziale per la comunità, e lo fanno con spirito di volontariato, senza chiedere nulla in cambio. Il fatto che i bambini abbiano reagito con affetto e riconoscenza è la prova che il rispetto si può insegnare, anche partendo da un errore».

La vicenda, pur nella sua amarezza, ha trasformato una brutta offesa in un’occasione di educazione civica vissuta sul campo. I genitori, informati dell’accaduto, hanno appoggiato l’iniziativa della scuola e partecipato al ringraziamento collettivo. Nelle classi si è parlato di empatia, di linguaggio, di parole che possono ferire e di quanto sia facile dimenticare che dietro ogni uniforme, anche quella di un volontario, c’è una persona.

Il Nonno Vigile protagonista di questa storia ha ricevuto decine di lettere e disegni dai bambini. Ha deciso di tornare al suo posto davanti alla scuola, come sempre, sorridendo. Ha detto di essere rimasto sorpreso da tanto affetto, e che quelle scuse colorate valgono più di qualsiasi punizione.

Così, San Carlo ha trasformato una ferita in una lezione di comunità. Un paese intero che si stringe attorno a un volontario, ricordando che il rispetto non è un atto dovuto, ma una scelta quotidiana. E che la gentilezza, se praticata, può rimettere a posto anche le parole peggiori.

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