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10 Novembre 2025 - 12:32
Gesto su Superga, Daspo in arrivo per il tifoso juventino: la Digos valuta anche provvedimenti di gruppo contro 120 ultras granata
Un gesto di pochi secondi, un’immagine che in poche ore ha scatenato indignazione. Durante il derby tra Juventus e Torino all’Allianz Stadium, un tifoso bianconero ha mimato a braccia aperte le ali di un aereo, rivolgendosi verso il settore ospiti. Un gesto che rievoca il dramma di Superga del 1949, una delle tragedie più dolorose della storia del calcio italiano. Il video, ripreso dagli spalti, è stato rilanciato sui social e in breve ha fatto il giro del web, accompagnato da una valanga di commenti indignati, anche tra gli stessi tifosi juventini.
La Digos di Torino ha immediatamente avviato accertamenti sull’autore del gesto, già identificato, e secondo quanto trapelato nelle ultime ore si valuta l’emissione di un Daspo, il divieto di accesso alle manifestazioni sportive. Si tratta di una misura amministrativa che può arrivare fino a otto anni di interdizione dagli stadi. La decisione del questore sarà indipendente da quella del club, che nel frattempo ha già aperto un procedimento interno. La Juventus potrebbe decidere di inserire il tifoso nella propria blacklist, impedendogli l’ingresso all’Allianz Stadium per un periodo prolungato. Un provvedimento ufficiale, fanno sapere dal club, potrebbe arrivare già nelle prossime ore.
Non sarebbe la prima volta che un episodio simile si verifica durante il derby della Mole. Nel 2019 un altro sostenitore juventino, autore dello stesso gesto, venne colpito da un Daspo di due anni e da un divieto d’accesso allo stadio per cinque, deciso direttamente dalla società. Anche allora, il gesto suscitò sdegno e spinse le autorità a intervenire con fermezza.
La strage di Superga, avvenuta il 4 maggio 1949, in cui persero la vita i giocatori del Grande Torino, è un simbolo di memoria collettiva per l’intero mondo del calcio. Ogni riferimento offensivo a quell’episodio viene considerato non solo una provocazione sportiva, ma una ferita alla storia e alla dignità di un’intera comunità. Il gesto compiuto all’Allianz, in questo senso, va oltre la rivalità cittadina: rappresenta l’ennesimo episodio di inciviltà negli stadi italiani, dove i confini tra tifo e offesa sembrano ormai labili.

Parallelamente, la Digos è impegnata su un secondo fronte investigativo. Nella notte tra venerdì e sabato, poco prima del match, sono stati identificati oltre 120 ultras del Torino, per lo più appartenenti al gruppo organizzato “Ultras Granata 1969”. Circa cinquanta di loro sono stati fermati in piazza Vittorio Veneto, nel centro cittadino, mentre una settantina è stata intercettata nei pressi dello stadio. Tutti erano sprovvisti di biglietto e, secondo gli investigatori, si sarebbero radunati con l’intento di affrontare i rivali juventini.
Nel corso dei controlli non sono stati rinvenuti bastoni o oggetti contundenti, ma gli agenti ritengono che il raduno avesse finalità potenzialmente violente. Per questo motivo si valuta un Daspo di gruppo, una misura prevista dalla legge quando è accertata la partecipazione attiva a comportamenti che possono minacciare l’ordine pubblico, anche in assenza di scontri fisici.
Il derby della Mole, da sempre una delle partite più sentite e delicate della stagione, conferma così il suo doppio volto: da un lato la passione sportiva e il senso d’appartenenza, dall’altro l’incapacità di una frangia di tifosi di rispettarne la memoria e i valori. Nonostante gli appelli al rispetto e le campagne istituzionali contro l’odio negli stadi, gesti come quello di sabato dimostrano quanto sia ancora lungo il cammino verso una cultura sportiva matura.
Le indagini proseguono su entrambi i fronti. Sul tavolo del questore di Torino ci sono i fascicoli relativi sia al tifoso bianconero, per il quale il Daspo appare quasi certo, sia agli ultras granata fermati nelle ore precedenti la partita. Per tutti, il rischio è quello di provvedimenti restrittivi severi, volti a prevenire ulteriori episodi di provocazione e violenza.
Sul piano sportivo, la Juventus non intende fare sconti: la dirigenza ha ribadito la linea della “tolleranza zero” nei confronti di chi sporca l’immagine del club. L’obiettivo è chiaro: isolare i comportamenti che travalicano il tifo e trasformano la rivalità in odio.
Torino, ancora una volta, si ritrova a fare i conti con le ombre della sua storia calcistica e con l’incapacità di alcuni di separare la passione sportiva dal rispetto umano. Il gesto compiuto all’Allianz Stadium non sarà dimenticato in fretta, ma forse servirà da monito: la memoria del Grande Torino non è terreno di sfida, ma un patrimonio di tutti. E offendere quella memoria, in una città che vive di calcio e di storia, è come colpire se stessi.
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