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Tre auto contromano in pochi mesi in Piemonte: ecco quali sono le possibili cause

Dal dramma di Novara al panico sulla A4 e sull’A32, il filo rosso di errori umani e segnaletica insufficiente che continua a uccidere

Tre auto contromano

Tre auto contromano in pochi mesi in Piemonte: ecco quali sono le possibili cause

Tre episodi in meno di quattro mesi, tre scenari diversi ma un identico orrore: auto contromano in autostrada. Il Piemonte vive una stagione nera sulla rete viaria, con tragedie che si ripetono tra luglio e novembre 2025. La cronaca racconta di errori fatali, distrazioni, mancanze infrastrutturali e una sicurezza stradale che sembra ancora troppo fragile di fronte all’imprevisto.

Il primo episodio, il più grave, risale al 27 luglio 2025. Sull’A4 Torino-Milano, all’altezza di Novara Est, un’auto entra in carreggiata nel senso opposto e percorre sette chilometri prima dello schianto. L’impatto è devastante: quattro morti e un ferito grave. Una scena apocalittica di lamiere e vetri, che riaccende subito il dibattito sulla sicurezza dei tratti autostradali e sull’efficacia dei sistemi di controllo. Le immagini delle telecamere di sorveglianza mostrano la vettura procedere dritta controcorrente, ignorando la segnaletica luminosa e gli altri automobilisti che lampeggiano disperatamente per avvertire del pericolo.

Pochi giorni dopo, il 31 luglio, la tragedia si ripete, stavolta sulla A32 Torino-Bardonecchia, nei pressi di Borgone di Susa. Un uomo di 88 anni, con accanto la moglie, imbocca la rampa nel verso sbagliato. L’auto percorre diversi chilometri in contromano, poi l’impatto frontale. La donna muore sul colpo, il conducente e gli occupanti dell’altra vettura restano gravemente feriti. Le forze dell’ordine accertano che non si tratta di un gesto volontario, ma di un errore di orientamento, compiuto da chi probabilmente non ha più la lucidità necessaria per affrontare la guida in autostrada.

Infine, l’8 novembre, un episodio che per miracolo non finisce in tragedia. Sulla A4, tra Rondissone e Chivasso Est, un automobilista imbocca la carreggiata nel verso opposto. Un’altra vettura, con a bordo una famiglia, riesce a evitarlo all’ultimo istante e a registrare tutto con la dashcam. Il video diventa virale, la polizia stradale interviene e rintraccia il responsabile. Nessuna vittima, ma lo spavento resta. In pochi secondi, una distrazione avrebbe potuto trasformarsi nell’ennesima strage.

Tre episodi che raccontano lo stesso problema: la vulnerabilità del sistema. Secondo l’ASAPS, l’Associazione Sostenitori della Polizia Stradale, le cause principali sono distrazione, età avanzata, abuso di alcol o farmaci e segnaletica confusa. In molti casi, le rampe di accesso non sono intuitive e la visibilità ridotta di notte o in caso di pioggia accentua la confusione. Gli esperti sottolineano anche un’altra criticità: il progressivo invecchiamento del parco conducenti. Un numero crescente di automobilisti over 70 continua a viaggiare in autostrada senza adeguate verifiche psicofisiche. È proprio in questa fascia d’età che si concentra la maggioranza dei casi di guida contromano.

Il dottor Marco Peretti, consulente di sicurezza stradale, spiega che «il cervello impiega solo pochi secondi per confondersi in un ambiente simile ma speculare, come un’entrata e un’uscita autostradale. Quando l’errore avviene, l’automobilista crede di essere nel giusto e accelera, pensando di immettersi in corsia». È l’inizio di un incubo.

Ma la distrazione non è l’unico nemico. In diversi incidenti è emersa la presenza di alcool o sostanze, oppure l’utilizzo del cellulare proprio nel momento dell’immissione in autostrada. Anche l’infrastruttura fa la sua parte: segnaletica non sempre chiara, mancanza di dissuasori fisici e barriere insufficienti nelle rampe secondarie o nei tratti di collegamento con strade provinciali. Un insieme di falle che, sommate, possono trasformare un banale errore in una catastrofe.

Gli esperti indicano però anche soluzioni concrete. Innanzitutto, la tecnologia: i sistemi di allarme “wrong-way driver” già testati in Germania e Austria, che rilevano un veicolo in senso opposto e attivano un avviso luminoso, potrebbero essere introdotti anche in Italia. I sensori radar e le telecamere intelligenti sulle rampe di accesso permettono di bloccare il traffico in tempo reale e avvisare gli altri automobilisti tramite pannelli a messaggio variabile. Alcuni modelli di auto di nuova generazione dispongono già di un assistente elettronico di corsia in grado di emettere un allarme acustico se il conducente imbocca una rampa sbagliata: una tecnologia che potrebbe diventare obbligatoria.

Sul fronte umano, si parla di riformare i criteri per il rinnovo della patente. Non solo controlli visivi e uditivi, ma test cognitivi e di riflessi, soprattutto per chi supera i 75 anni. Inoltre, campagne di sensibilizzazione mirate, dedicate proprio alle persone anziane, con linguaggio chiaro e pratico. Il messaggio dev’essere diretto: un errore di pochi secondi può costare la vita a sé e agli altri.

Infine, gli esperti insistono sull’importanza della rapidità d’intervento: quando arriva una segnalazione di veicolo contromano, ogni minuto è decisivo. Serve una rete di comunicazione più efficiente tra gli automobilisti, le centrali operative e la polizia stradale. E, soprattutto, la consapevolezza che in autostrada l’imprevisto non perdona.

Tre casi, tre scosse, un’unica domanda: quanto ancora dovremo aspettare per fermare questa sequenza di follia? Le autostrade piemontesi sono percorse ogni giorno da migliaia di persone, e ogni ingresso sbagliato rischia di trasformare una normale giornata di viaggio in una tragedia irrimediabile.

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