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Furti e vandalismi al Sant’Anna: spogliatoi devastati, cento armadietti forzati nella notte

Nursing Up denuncia una lunga scia di episodi negli ospedali torinesi: «Personale derubato e minacciato, servono telecamere e controlli immediati»

Furti e vandalismi

Furti e vandalismi al Sant’Anna: spogliatoi devastati, cento armadietti forzati nella notte

Nella notte tra domenica e lunedì, oltre cento armadietti sono stati forzati e devastati all’interno dello spogliatoio del Sant’Anna di Torino, una delle strutture della Città della Salute. A sparire, secondo la denuncia del sindacato degli infermieri Nursing Up, sono stati oggetti personali, portafogli e telefoni. Una scena di caos e rabbia che ha lasciato attoniti decine di operatori, arrivati in reparto al mattino e trovatisi senza i propri effetti. Il furto è avvenuto in un’area distaccata, lontana dai reparti e dai passaggi del pubblico, dove il personale sanitario si cambia prima di entrare in servizio.

Ma l’episodio non è isolato. Nelle ultime settimane — denuncia il sindacato — casi simili si sarebbero verificati anche alle Molinette, al CTO e in alcuni ambulatori della stessa azienda sanitaria, spesso in pieno giorno e senza che nessuno intervenisse. «Alcuni addetti alle pulizie — riferisce Claudio Delli Carri, segretario regionale di Nursing Up Piemonte e Valle d’Aosta — hanno persino subito minacce dirette da parte di chi si introduce negli ospedali armato di attrezzi per scassinare armadietti. È una questione di sicurezza reale e immediata».

Secondo il sindacato, si tratterebbe di veri e propri delinquenti che si muovono indisturbati all’interno delle strutture, approfittando delle zone meno presidiate, spesso senza videocamere e con accessi secondari facilmente raggiungibili. La dinamica dei furti, raccontano alcuni operatori, è sempre la stessa: porte forzate, armadietti divelti, oggetti spariti in pochi minuti. Segno che chi agisce conosce bene i punti deboli degli edifici.

Per Delli Carri, quanto accaduto è «inaccettabile»: «Parliamo di professionisti che ogni giorno garantiscono assistenza ai cittadini e che si ritrovano derubati persino mentre lavorano. È un ulteriore segnale di sfregio verso chi opera nella sanità pubblica». Nursing Up chiede interventi urgenti alla direzione aziendale e alla Regione Piemonte per rafforzare i controlli e installare nuovi sistemi di videosorveglianza, in particolare nelle aree più isolate come spogliatoi, corridoi tecnici e magazzini.

La richiesta è chiara: più presenza di personale addetto alla sicurezza e misure concrete per proteggere chi lavora in corsia. «Gli infermieri e gli operatori sociosanitari — conclude Delli Carri — non possono continuare a lavorare in un clima di paura. Servono telecamere, controlli e interventi strutturali, non le solite dichiarazioni di circostanza. Difendere chi cura deve diventare una priorità, non l’ennesima emergenza rimandata».

Il tema della sicurezza negli ospedali torinesi torna così al centro del dibattito, in un periodo già segnato da aggressioni, minacce e carenze di personale. Ora, ai rischi del turno in reparto, si aggiunge anche la paura di subire furti o danneggiamenti negli spogliatoi. Un segnale inquietante che fotografa la fragilità crescente delle strutture sanitarie, dove a pagare il prezzo della disorganizzazione e della mancanza di vigilanza sono, ancora una volta, coloro che ogni giorno vi lavorano per salvare vite.

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