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10 Novembre 2025 - 13:08
A Vercelli si insedia la nuova procuratrice Ilaria Calò
Cambio al vertice della Procura di Vercelli. Da questa mattina il ruolo di procuratrice capo è ufficialmente affidato a Ilaria Calò, magistrata di lunga esperienza, già procuratrice aggiunta a Roma, dove ha lavorato su alcune delle inchieste più delicate legate alla criminalità organizzata nella Capitale. Succede a Maria Serena Iozzo, che ha guidato l’ufficio per un anno come facente funzione.
La cerimonia di insediamento, svoltasi nell’aula del tribunale del capoluogo, ha visto la presenza delle massime autorità civili, militari e cittadine della provincia di Vercelli, a testimonianza dell’importanza dell’incarico e delle aspettative che accompagnano l’arrivo della nuova procuratrice.
Nel suo primo intervento pubblico, Calò ha voluto fissare i principi che orienteranno il suo mandato: «Condivisione, collaborazione, approccio razionale ai problemi e trasparenza nelle scelte organizzative saranno i valori su cui si baserà il mio lavoro». Parole nette, pronunciate con tono fermo, che delineano una visione di Procura come istituzione aperta e dialogante, capace di fare rete con magistratura, forze dell’ordine e comunità civile.
Nata a Roma nel 1968, la nuova procuratrice ha alle spalle una carriera costruita nel cuore delle indagini antimafia e anticorruzione. Nella capitale ha collaborato con la Direzione Distrettuale Antimafia, seguendo casi complessi che hanno segnato le cronache degli ultimi anni. La sua nomina a Vercelli segna l’arrivo di una figura abituata a muoversi in contesti investigativi di grande rilievo, con un bagaglio di esperienze che promette di rafforzare la risposta dello Stato anche in territori meno esposti mediaticamente ma non per questo privi di criticità.
«Metto a disposizione esperienza, senso del dovere e spirito di unità, oltre a volontà e tenacia», ha aggiunto, tracciando un profilo di rigore e pragmatismo. Il suo primo pensiero, subito dopo la cerimonia, è andato al territorio esteso della nuova competenza, che include anche Casale Monferrato, in provincia di Alessandria, «ancora profondamente colpita dalla ferita dell’Eternit». Un riferimento che non è solo simbolico: l’eredità del disastro ambientale e giudiziario legato all’amianto resta una delle pagine più dolorose e complesse da gestire per la giustizia piemontese, con nuovi filoni d’indagine ancora aperti.

L’arrivo di Calò avviene in un momento in cui la Procura di Vercelli si trova ad affrontare sfide crescenti, dalle infiltrazioni criminali negli appalti e nei flussi economici alle nuove forme di reati ambientali, passando per le difficoltà operative di molti uffici giudiziari di provincia. In questo contesto, la magistrata ha sottolineato l’importanza di un metodo di lavoro basato sul coordinamento: la collaborazione con le altre istituzioni giudiziarie, con le forze dell’ordine e con la cittadinanza sarà centrale per rafforzare la fiducia nello Stato e garantire una giustizia efficiente e vicina alle persone.
Il suo insediamento rappresenta anche un passaggio generazionale e culturale. Dopo anni trascorsi nella capitale, dove ha contribuito alle indagini della procura di piazzale Clodio su fenomeni di criminalità organizzata, corruzione e traffici internazionali, la procuratrice Calò porta a Vercelli una visione moderna della magistratura, attenta alla comunicazione istituzionale e alla trasparenza amministrativa, temi che ha più volte affrontato anche nel suo lavoro romano.
Nel mondo giudiziario, la nomina è stata accolta con stima e fiducia. Colleghi e operatori del diritto la descrivono come una figura di grande equilibrio, capace di coniugare rigore tecnico e sensibilità umana. «La collaborazione — ha ribadito durante il suo intervento — sarà la chiave per affrontare i problemi con lucidità e coerenza, cercando sempre soluzioni fondate su un approccio razionale e condiviso».
Non mancano, tuttavia, le sfide operative. L’ufficio di Vercelli dovrà fare i conti con una carenza cronica di personale e con un carico crescente di procedimenti, in particolare quelli legati a reati economici e ambientali, due fronti su cui la nuova procuratrice ha già annunciato di voler concentrare attenzione e risorse.
Sul piano simbolico, la figura di Calò segna anche un nuovo capitolo nella storia della magistratura piemontese, dove la presenza femminile ai vertici delle Procure resta minoritaria ma in crescita. Dopo il lavoro di Maria Serena Iozzo, che ha retto l’ufficio con equilibrio e competenza, la sua successione rappresenta un segno di continuità nella direzione di una giustizia attenta e concreta.
Nelle parole conclusive del suo intervento di insediamento, Calò ha voluto ringraziare le autorità presenti e tutto il personale della Procura, assicurando il proprio impegno per un lavoro «fondato su coerenza, responsabilità e rispetto istituzionale».
Un messaggio di fiducia che il territorio ha accolto con favore. In una città come Vercelli, dove il tessuto sociale e produttivo è segnato da tradizioni forti ma anche da fragilità emergenti, la presenza di una procuratrice esperta e determinata rappresenta un segnale di continuità e rinnovamento.
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