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07 Novembre 2025 - 14:04
Mole Urbana, la city car torinese che potrà salvare vite: un defibrillatore a bordo per la mobilità del futuro
Un’auto che non serve solo a muoversi, ma anche a salvare vite. È questa la visione che anima il progetto Mole Urbana, la microcar elettrica ideata dal designer e imprenditore torinese Umberto Palermo, oggi al centro dell’attenzione per una novità che ha il sapore della rivoluzione: sarà il primo veicolo europeo con defibrillatore a bordo.
La notizia è stata annunciata a Orbassano, dove Palermo ha illustrato il funzionamento della city car e la filosofia che la guida: una mobilità civica, capace di unire tecnologia, sostenibilità e sicurezza pubblica. «La nostra è la prima casa automobilistica europea ad aver concepito un’auto progettata per ospitare un defibrillatore – ha spiegato Palermo – aumentando esponenzialmente la probabilità di intervento e sopravvivenza in caso di arresto cardiaco. Il veicolo privato può diventare un alleato della salute pubblica, riducendo i tempi critici in attesa dei soccorsi».
Un concetto semplice ma rivoluzionario. Ogni minuto è decisivo in caso di emergenza cardiaca: la rapidità d’intervento può fare la differenza tra la vita e la morte. Integrare un Dae (defibrillatore semiautomatico esterno) direttamente nel veicolo significa trasformare la mobilità urbana in una rete diffusa di potenziali soccorsi, in grado di agire prima dell’arrivo dell’ambulanza.
Mole Urbana nasce a Torino nel 2020 come progetto di design sostenibile e produzione interamente italiana. Lo stabilimento è sorto a Orbassano, in un’ex area industriale riqualificata, oggi riconvertita a fabbrica di mobilità elettrica. Tutti i componenti principali — telai, plance, rivestimenti — sono realizzati in Italia, con una filiera che coinvolge anche aziende marchigiane specializzate in materiali riciclati e tecnologie per la micro-mobilità.
La filosofia è chiara: un’auto leggera, modulare e accessibile, pensata per muoversi nei centri urbani, per i professionisti, le famiglie e le consegne dell’ultimo miglio. L’autonomia, di circa 150 chilometri, e la ricarica rapida la rendono perfetta per la città. Ma l’obiettivo di Palermo va oltre l’efficienza: vuole ridefinire il ruolo sociale dell’automobile, facendone uno strumento utile alla collettività.
La dotazione del defibrillatore non è un “accessorio” ma parte integrante del progetto. Ogni Mole Urbana sarà predisposta per ospitare un Dae in apposito alloggiamento, protetto e facilmente accessibile, con un sistema che ne segnalerà la presenza a una rete di emergenza. Il tutto avverrà in collaborazione con le autorità sanitarie locali e con l’Ordine degli Infermieri del Piemonte e di Torino, che hanno sposato l’iniziativa.
Ivan Bufalo, presidente dell’Opi piemontese, ha spiegato il valore dell’iniziativa in termini concreti: «A Torino ci sono circa 80 ambulanze attive, ciascuna con un defibrillatore. Se si riuscisse a vendere 400 Mole Urbana nei prossimi anni, si avrebbero 400 Dae in più in circolazione. Questo moltiplicherebbe per cinque la capacità di intervento rapido in città».
Un calcolo che fa riflettere. Ogni defibrillatore in più significa un intervento potenzialmente salvavita in meno tempo. E se a utilizzarlo può essere un cittadino formato, anche chi non lavora nel settore sanitario può diventare parte di una rete di sicurezza diffusa.
Anche Marco Pappalardo, responsabile della formazione all’Asl Città di Torino, ha sottolineato la portata innovativa del progetto: «Si tratta di un’iniziativa perfettamente in linea con le direttive nazionali per la diffusione dei Dae nei luoghi a elevata frequentazione. Portarli a bordo di veicoli privati significa rendere la città davvero cardioprotetta».

Il concetto di “mobilità civica” nasce da un principio tanto semplice quanto ambizioso: ogni auto può diventare parte della rete di emergenza cittadina. In questo senso, Mole Urbana non è solo un progetto industriale, ma anche culturale. Palermo lo definisce «un modello di cittadinanza attiva su quattro ruote».
La logica è quella di una smart city solidale, dove il cittadino non è solo utente ma anche potenziale protagonista della sicurezza collettiva. Le future Mole Urbana potranno essere localizzate tramite app, creando una mappa dinamica di veicoli dotati di Dae, pronti a intervenire in caso di emergenza.
Oltre alla componente sanitaria, il progetto mantiene saldi i valori di sostenibilità e innovazione. L’auto è costruita con materiali riciclati e riciclabili, batterie intercambiabili, e un processo produttivo a basso impatto energetico, alimentato in parte da pannelli solari.
La fabbrica di Orbassano è stata oggetto di un’importante riqualificazione ambientale, con la rimozione di materiali pericolosi come amianto ed eternit e la creazione di un impianto fotovoltaico per l’autoproduzione energetica. L’investimento complessivo stimato per l’avvio della produzione supera i 7 milioni di euro, e l’obiettivo è creare centinaia di microcar all’anno destinate al mercato italiano ed europeo.
Torino, patria storica dell’automobile italiana, ritrova con Mole Urbana una vocazione rinnovata: unire la tradizione industriale con la sfida della mobilità elettrica e intelligente. Il Piemonte, con le sue eccellenze tecnologiche e il sistema sanitario avanzato, diventa così il laboratorio ideale per un progetto che fonde industria, sanità e solidarietà.
Il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, ha già espresso sostegno all’iniziativa, definendola «un esempio di come innovazione e salute pubblica possano camminare insieme». E nel 2026, con l’avvio della sperimentazione per la consegna automatica del passaporto ai neo diciottenni, la Regione si conferma pioniere in Italia nel legare servizi pubblici, tecnologia e semplificazione.
La sfida, ora, è duplice: diffondere le Mole Urbana e formare i cittadini all’uso del defibrillatore. Palermo e il team stanno lavorando a un protocollo di collaborazione con l’Ordine degli Infermieri e l’Asl di Torino per organizzare corsi pratici e campagne informative. L’obiettivo è che ogni acquirente riceva anche una formazione base di primo soccorso.
Il progetto è stato presentato anche in sede ministeriale, e il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ne ha riconosciuto il valore come modello di innovazione industriale italiana. Le prime consegne sono previste nel 2026, con l’ambizione di fare di Torino la prima città europea in cui la mobilità elettrica è anche mobilità solidale.
Mole Urbana, insomma, non è solo una microcar. È la dimostrazione che il design può farsi etica pubblica, e che la tecnologia, se guidata da una visione, può davvero salvare vite.
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