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Cronaca
07 Novembre 2025 - 12:12
Airbag killer, accordo tra consumatori e Psa Groupe
Dopo mesi di contrasti e un’azione civile avviata a Torino, si chiude con un accordo la lunga vicenda degli airbag Takata difettosi, un problema che per anni ha messo in allerta milioni di automobilisti nel mondo. Le associazioni dei consumatori Codacons, Adusbef e Assourt, che avevano accusato il gruppo Psa (oggi parte di Stellantis) di ritardi e scarsa chiarezza nella campagna di richiamo, riconoscono ora gli sforzi dell’azienda e la complessità di un’operazione che coinvolge l’intero settore automobilistico.
Nel comunicato congiunto si legge che Groupe Psa Italia «sta facendo il massimo possibile» e continua a cercare soluzioni per garantire l’efficacia dei richiami, nonostante la scarsa collaborazione di una parte dei proprietari dei veicoli coinvolti. Per sollecitarli, l’azienda ha inviato nuove cartoline multilingue a chi possiede Citroën C3 e DS3 ancora non riparate.
Ma la vera novità è l’avvio di una collaborazione stabile tra le associazioni e il gruppo automobilistico. Nei prossimi giorni nascerà una sezione dedicata alla sicurezza stradale sui siti di Codacons, Adusbef e Assourt, collegata direttamente al portale ufficiale di Stellantis https://www.recall.stellantis.it. Attraverso questo strumento, gli automobilisti potranno verificare in tempo reale se la propria vettura rientra nella campagna di richiamo e prenotare l’intervento necessario.

L’intento è chiaro: rendere più immediata e trasparente la comunicazione dei richiami di sicurezza, spesso ignorati da chi acquista auto usate o non frequenta le officine ufficiali. Una rete digitale che mette insieme industria e cittadini per evitare che un difetto tecnico diventi una minaccia silenziosa.
Gli airbag Takata, al centro del caso, contengono un difetto nel generatore di gas che, in determinate condizioni, può esplodere con violenza. Una falla che negli anni ha causato incidenti mortali e portato al più grande richiamo automobilistico della storia: oltre 100 milioni di veicoli in tutto il mondo, decine di marchi coinvolti, centinaia di campagne ancora aperte.
L’accordo raggiunto in Italia segna un passo avanti in un percorso segnato da polemiche e diffidenze. Per la prima volta, produttori e associazioni scelgono la via della cooperazione per garantire trasparenza e sicurezza. E se la giustizia aveva acceso il confronto, ora è la prevenzione a unire le parti, nella consapevolezza che ogni richiamo completato può letteralmente salvare una vita.
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