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Iveco rivede al ribasso le previsioni finanziarie per il 2025: ricavi in calo

Il gruppo torinese riduce le stime su utile operativo e ricavi industriali, mentre prosegue il passaggio a Leonardo e Tata Motors

Iveco rivede al ribasso

Iveco rivede al ribasso le previsioni finanziarie per il 2025: ricavi in calo

Il 2025 sarà un anno di transizione complessa per Iveco Group, che ha deciso di rivedere al ribasso le previsioni economiche per l’esercizio in corso. Dopo la cessione della divisione Difesa a Leonardo e l’accordo per il passaggio del resto del gruppo all’indiana Tata Motors, la società torinese prevede un calo più marcato dei ricavi industriali e una contrazione dell’ebit adjusted, segnalando un quadro di prudenza per i prossimi trimestri.

Secondo quanto reso noto nel comunicato sui conti del terzo trimestre, i ricavi industriali — che in precedenza erano stimati in una flessione compresa tra il 3 e il 5% rispetto al 2024 — dovrebbero ora registrare una diminuzione tra il 4 e il 6%. Il risultato operativo rettificato (ebit adjusted), previsto in un range tra 880 e 980 milioni di euro, è stato ridotto a una forchetta compresa tra 680 e 730 milioni. Nessuna indicazione, invece, sul free cash flow industriale, che resta al momento “non disponibile”.

Una revisione che riflette un clima economico incerto e l’effetto delle operazioni straordinarie in corso, ma che, secondo la società, non compromette la strategia di lungo periodo. «Questo è stato un trimestre all’insegna della continuità», ha spiegato l’amministratore delegato Olof Persson, sottolineando come il gruppo abbia mantenuto una «gestione disciplinata del business» e un «stretto controllo su prezzi, costi e scorte».

Nel dettaglio, Persson ha rimarcato che «le nostre business unit hanno operato con la stessa attenzione». Il comparto Truck, ha precisato, «ha lavorato per raggiungere l’equilibrio ottimale tra prezzi e quota di mercato. L’attenzione è stata rivolta a proteggere la nostra posizione di leadership nel sotto-segmento dei veicoli commerciali leggeri cabinati — date le impegnative dinamiche di prezzo — e al completamento dell’introduzione del Model Year 24 in tutta Europa, assicurando la qualità, la performance e il pieno potenziale del prodotto».

Parallelamente, la divisione Powertrain — cuore tecnologico del gruppo — mostra segnali di risveglio dopo mesi di rallentamento. «Powertrain ha registrato un leggero aumento dei volumi di motori, un gradito primo segnale di ripresa e di miglioramento della redditività, e ha firmato nuovi contratti con terzi», ha aggiunto Persson, delineando un cauto ottimismo per i prossimi mesi.

A trainare le prospettive di lungo termine, invece, è il comparto Bus, dove Iveco continua a investire per posizionarsi nel mercato europeo della mobilità sostenibile. «Il portafoglio ordini della business unit Bus è rimasto solido — ha affermato il ceo — e si è rafforzato grazie ai recenti accordi quadro firmati con Île-de-France Mobilités per un massimo di 4.000 autobus e pullman a basse e zero emissioni, da consegnare tra il 2026 e il 2032, fornendoci una chiara visuale sul lungo termine». Tuttavia, ha ammesso, «la redditività di Bus nel terzo trimestre è stata influenzata dai costi associati all’aumento della produzione presso il nostro stabilimento di Annonay, in Francia».

Sul fronte industriale e societario, Iveco prosegue intanto il doppio processo di cessione annunciato nei mesi scorsi. La vendita della divisione Defence a Leonardo — un’operazione strategica che segna la fine di un’era per la storica azienda torinese nel comparto militare — dovrebbe concludersi entro il primo trimestre del 2026, mentre il passaggio del resto del gruppo a Tata Motors è previsto entro la metà del 2025. Due operazioni che, nel loro insieme, ridefiniscono profondamente l’identità di Iveco, proiettandola verso un futuro più focalizzato sul trasporto commerciale e industriale.

Persson ha assicurato che «la cessione della divisione Difesa e l’offerta pubblica di acquisto da parte di Tata Motors procedono secondo il piano». E ha ribadito la volontà del gruppo di «restare concentrato sulla creazione di valore duraturo per tutti coloro che fanno affidamento su Iveco Group».

Nonostante la revisione al ribasso delle stime, l’azienda sostiene che il percorso tracciato rimane solido. «Considerando le performance registrate finora — ha concluso il ceo — abbiamo rivisto le nostre prospettive finanziarie per l’intero anno. Per il quarto trimestre ci aspettiamo un miglioramento della redditività rispetto all’anno precedente in tutte le business unit e un contributo decisivo del Programma di efficienza».

Il Programma di Efficienza, introdotto nei mesi scorsi, resta infatti uno dei pilastri su cui la società punta per mitigare gli effetti del rallentamento economico e contenere la pressione sui margini. Tra le misure più rilevanti figurano la razionalizzazione della catena di fornitura, l’ottimizzazione dei costi di produzione e una revisione selettiva dei prezzi per contrastare la concorrenza in un mercato dei veicoli industriali sempre più competitivo.

Nel comunicato, Iveco parla di un trimestre “sotto il segno della disciplina”, in cui le priorità sono state il contenimento delle scorte e la protezione dei margini. Una strategia di rigore che, nel medio termine, potrebbe rafforzare la struttura finanziaria del gruppo, anche a fronte della complessa riorganizzazione societaria in corso.

La revisione delle previsioni non sembra però aver sorpreso gli analisti, che già da tempo segnalavano la necessità di adeguare le stime post-cessione Defence. Il calo dell’ebit adjusted di circa 200 milioni rispetto alle previsioni precedenti riflette l’uscita di un segmento tradizionalmente redditizio, ma anche un contesto di domanda più debole in Europa, dove i prezzi dei mezzi pesanti restano sotto pressione e la competizione con i produttori asiatici è in crescita.

Nonostante le difficoltà congiunturali, Iveco resta uno dei marchi di riferimento nel panorama europeo dei veicoli industriali. La sfida, ora, sarà gestire la transizione verso un modello più snello e orientato alla sostenibilità, puntando sull’innovazione tecnologica e sui mercati emergenti.

«Insieme — ha ribadito Persson — restiamo focalizzati sul raggiungimento dei nostri obiettivi a lungo termine e sulla creazione di valore duraturo». Un messaggio di fiducia che, nelle intenzioni del management, mira a rassicurare investitori e dipendenti in una fase cruciale di trasformazione.

Le prossime trimestrali diranno se la strategia di contenimento e razionalizzazione potrà tradursi in una ripresa strutturale. Ma per ora, il 2025 si annuncia come un anno di realismo e consolidamento: meno ambizioni finanziarie, più attenzione all’efficienza, in attesa che la nuova Iveco — senza Difesa e con il sostegno indiano — possa ridefinire il proprio ruolo nell’industria europea del trasporto.

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