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14 Ottobre 2025 - 16:47
Nadia Conticelli
“La Regione Piemonte non può essere semplice spettatore rispetto alle dismissioni del gruppo editoriale GEDI”. È un attacco frontale quello lanciato dalla consigliera regionale del Partito Democratico Nadia Conticelli, dopo la risposta giudicata “insufficiente” della Giunta regionale alla sua interrogazione urgente in aula sul futuro del gruppo editoriale torinese e, in particolare, della sua testata principale, La Stampa.
Nel suo intervento, Conticelli ha sottolineato che l’esecutivo regionale si è limitato a comunicare di “aver saputo dai giornali” della trattativa per la cessione e di “seguire con attenzione” l’evolversi dell’operazione, pur ribadendo di non poter intervenire in una vicenda tra privati in assenza di una crisi occupazionale conclamata.
Una posizione che per la consigliera dem non basta: “L’intento comune dovrebbe essere quello di evitare che la cessione della testata si trasformi in una crisi occupazionale, salvaguardare le professionalità e l’indotto, oltre che una testimonianza storica del giornalismo nazionale”.
La consigliera del PD ha quindi annunciato che chiederà di approfondire il tema in Commissione, perché la vicenda non riguarda solo un’operazione di mercato, ma il futuro dell’informazione piemontese e un pezzo importante della storia industriale e culturale della regione.
John Elkann
E qui entra nel merito di un tema più ampio, quello che definisce come il progressivo disimpegno della famiglia Agnelli da Torino, città simbolo della loro epopea industriale e culturale. “Nel contesto cittadino e industriale torinese è in atto un progressivo disimpegno della famiglia Agnelli da attività simboliche e produttive storiche: dalla nascita di Stellantis e il ridimensionamento della presenza diretta in Iveco, fino alla messa in vendita di immobili e sedi di pregio come Villa Frescot, il Lingotto e le cliniche del Cemedi”, ha ricordato Conticelli.
E poi ancora: “Il Gruppo torinese GEDI, controllato dalla holding Exor della famiglia Agnelli-Elkann, dopo la vendita delle testate locali e dell’Espresso, è in trattativa per la dismissione della sua testata principale, La Stampa, e sarebbero in atto anche le trattative per la cessione di Repubblica, delle emittenti radiofoniche del gruppo (Radio Deejay e Radio Capital) e de La Sentinella del Canavese”.
Un quadro che, per la consigliera dem, richiama l’attenzione della politica e delle istituzioni locali. Perché se la stampa e l’informazione vengono considerate un settore strategico della democrazia, non si può semplicemente “stare a guardare”.
I numeri sono lì a testimoniarlo: nel Report di sostenibilità GEDI 2024 si legge che il gruppo impiega 1.343 personein tutta Italia, una parte significativa delle quali in Piemonte. Solo nella redazione de La Stampa operano circa 170 giornalisti, con prospettive di ulteriori 20 uscite o prepensionamenti nel corso del 2025, al momento sospese in attesa di conoscere il destino della testata.
Un patrimonio di competenze, professionalità e memoria che rischia di disperdersi, mentre il mercato dell’informazione attraversa uno dei periodi più difficili della sua storia recente.
“La possibile cessione de ‘La Stampa’ solleva serie preoccupazioni sul piano occupazionale, per il rischio di tagli o esternalizzazioni a carico dei giornalisti e del personale tecnico e amministrativo, nonché per l’impatto sull’indotto – osserva Conticelli – dalle tipografie alla distribuzione, fino ai servizi collegati”.
Ma il tema, sottolinea, non è solo economico. È anche culturale e simbolico.
“La perdita del radicamento torinese di una testata storica priverebbe la città di un punto di riferimento identitario e, non ultimo, rappresenterebbe un ulteriore tassello del distacco della famiglia Agnelli-Elkann dal capoluogo piemontese, che ne ha sostenuto la crescita industriale ed economica per oltre un secolo”.
Una dismissione che, nel suo complesso, rischia di colpire al cuore l’intero sistema della comunicazione piemontese. Perché, come aggiunge la consigliera, “se uniamo questo panorama al progressivo disinvestimento sul centro Rai torinese, ne emerge un quadro preoccupante dal punto di vista culturale, occupazionale e socio-economico per la nostra regione”.
Un quadro, insomma, che non può essere liquidato con un “seguiremo con attenzione”. Dietro la cessione di La Stampa, Repubblica, Radio Deejay, Radio Capital e La Sentinella del Canavese c’è la prospettiva concreta di una nuova emorragia di posti di lavoro, ma anche di un ulteriore svuotamento del ruolo di Torino come capitale dell’informazione e della cultura.
E mentre Exor, la cassaforte della famiglia Agnelli-Elkann, sembra ormai sempre più proiettata verso operazioni finanziarie globali e lontane dal territorio, in Piemonte si alza una voce che chiede di non ridurre tutto a una questione privata tra colossi industriali.
“Difendere l’informazione e la storia del Piemonte – conclude Conticelli – è una priorità che riguarda tutti. Perché la libertà di stampa e la qualità del giornalismo non sono merci da vendere, ma beni comuni da tutelare”.
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