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Interporti, la svolta dopo 35 anni: l’Italia ridisegna la mappa della logistica

Trenta hub strategici, 25 milioni di euro e un Comitato nazionale per rendere il sistema più efficiente e sostenibile

Nuova legge quadro sugli interporti: 30 hub strategici per la logistica italiana

Nuova legge quadro sugli interporti: 30 hub strategici per la logistica italiana

Dopo quasi tre anni di attesa, la Camera dei Deputati ha approvato in via definitiva la nuova legge quadro sugli interporti, con 132 voti favorevoli e 76 contrari. Un provvedimento che riscrive le regole della logistica nazionale, puntando su efficienza, sostenibilità e razionalizzazione del territorio, in un settore cruciale per la competitività economica del Paese.

La legge, composta da otto articoli, definisce l’interporto come infrastruttura strategica di interesse nazionale e sostituisce la storica legge n. 240 del 1990, ormai considerata superata. Tra i pilastri del nuovo testo figurano il potenziamento dell’intermodalità terrestre, il completamento delle infrastrutture TEN-T (reti transeuropee di trasporto) e la promozione della sostenibilità ambientale, sociale ed economica della logistica.

Il provvedimento stabilisce che gli interporti dovranno garantire collegamenti diretti con porti, aeroporti e arterie di grande comunicazione, includendo scali ferroviari idonei alla formazione e ricezione di treni intermodali completi o convenzionali, con strutture fisse e mobili per il trasbordo merci tra treno, strada e navigazione interna.

La nuova disciplina affida al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) il compito di ricognizione degli interporti esistenti e di approvazione del Piano generale per l’intermodalità, che dovrà essere elaborato entro un anno dall’entrata in vigore della legge. Il ministro delle Infrastrutture avrà la facoltà di individuare nuovi interporti o potenziare quelli già esistenti, previo parere del Comitato nazionale per l’intermodalità e la logistica e del Ministero dell’Ambiente.

Nasce inoltre un Comitato nazionale per l’intermodalità, che avrà funzioni di indirizzo e coordinamento, mentre i gestori degli interporti opereranno in regime privatistico e potranno acquisire la proprietà delle aree. Il numero massimo di interporti previsti sarà 30, con priorità assegnata ai progetti ritenuti più strategici e coerenti con gli obiettivi di sostenibilità.

La legge prevede la creazione di un elenco ufficiale dei soggetti gestori istituito con decreto del MIT, e introduce una procedura semplificata per l’approvazione dei progetti tramite accordi di programma. Inoltre, i gestori ferroviari potranno adeguare, a proprie spese, le connessioni di “ultimo miglio”, previa verifica costi-benefici, mentre i gestori degli interporti dovranno stipulare accordi diretti con RFI S.p.A. per garantire l’integrazione delle infrastrutture.

Per l’attuazione della legge è autorizzata una spesa complessiva di 25 milioni di euro: 5 milioni nel 2025 e 10 milioni per ciascuno degli anni 2026 e 2027. I criteri di finanziamento privilegeranno i progetti che rispettano la sostenibilità ambientale e gli obiettivi di riduzione dell’impatto logistico. Le modalità attuative saranno definite con un regolamento interministeriale da emanare entro due mesi.

Le regioni a statuto ordinario dovranno adeguare le proprie normative entro sei mesi, termine che vale anche per le regioni a statuto speciale e le province autonome, nel rispetto dei rispettivi statuti.

Con l’approvazione definitiva, l’Italia compie un passo decisivo verso una logistica moderna e integrata, in grado di connettere meglio territori, imprese e mercati europei, riducendo costi, tempi e impatti ambientali.

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