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Cronaca
05 Novembre 2025 - 20:27
Dispersi tra i ghiacci: Markus e Marco, il silenzio che gela l’Italia
Quella che doveva essere un’avventura tra le vette himalayane si sta trasformando in una tragedia senza precedenti per l’alpinismo italiano. Dopo i tre morti accertati, la situazione in Nepal si aggrava: due dispersi e cinque escursionisti italiani dei quali si sono persi i contatti. Per Marco Di Marcello e Markus Kirchler, la Farnesina parla ora di «scarse possibilità di sopravvivenza».
Le ricerche continuano tra le valanghe e il freddo estremo che ostacolano i soccorsi. I cinque italiani di cui non si hanno notizie da ore – tutti originari di Como – sarebbero impegnati in un trekking in un’area priva di copertura telefonica. Le autorità locali precisano che il gruppo non avrebbe inviato, come previsto dal programma, la comunicazione di routine all’agenzia responsabile dell’escursione, facendo scattare l’allerta. Secondo i soccorritori, i cinque si troverebbero su un itinerario diverso rispetto a quello seguito da Di Marcello e Kirchler e dovrebbero riprendere i contatti con l’Italia nelle prossime ore.
A Castellalto, in provincia di Teramo, cresce l’angoscia per Marco Di Marcello, 37 anni, biologo e appassionato di montagna. Ieri è stato recuperato il corpo del suo amico e conterraneo Paolo Cocco, fotografo di 41 anni, anch’egli tra le vittime accertate. Nonostante tutto, la famiglia di Di Marcello si aggrappa alla speranza: il GPS del giovane continua a trasmettere. «Siamo convinti che Marco sia vivo e che stia cercando con i mezzi a disposizione di farsi trovare», ha detto il fratello Gianni Di Marcello. «Sono sicuro che abbia messo il rilevatore in richiesta di soccorso, perché ha trasmesso diverse posizioni e con una frequenza più breve di aggiornamenti. Vediamo che si sposta in continuazione, lo ha fatto in salita di quota e ad una distanza di 500 metri da dove era in precedenza: poi torna indietro e noi crediamo che abbia trovato un cunicolo, abbia scavato una specie di riparo, almeno questa è la nostra speranza. Lui è forte, Marco ce la farà».

Marco Di Marcello a Mount Sparrowhawk in una foto pubblicata sul suo profilo Facebook
Intanto a Bolzano la comunità piange Markus Kirchler, 29 anni. L’ex studente dell’istituto tecnico economico Heinrich Kunter viene ricordato come «un giovane riflessivo e determinato, che affrontava i suoi compiti con calma e passione». La scuola, in un messaggio pubblicato sul proprio sito, ha aggiunto: «L’intera comunità scolastica è vicina, con il pensiero, alla sua famiglia e ai suoi amici».

A sinistra Markus Kirchler
Restano invece tre i morti italiani confermati: Alessandro Caputo, 28 anni, milanese; Stefano Farronato, 45 anni, veneto; e Paolo Cocco, 41 anni, abruzzese. Caputo e Farronato facevano parte della stessa spedizione, mentre Cocco era con Di Marcello e Kirchler, che da tre giorni mancano all’appello, probabilmente sepolti sotto metri di neve.
La Farnesina continua a monitorare la situazione in contatto con le autorità nepalesi, ma le informazioni restano frammentarie. Secondo i media locali, la discrepanza nei numeri dei dispersi deriverebbe dalle diverse categorie amministrative tra “alpinisti” ed “escursionisti”. Gli alpinisti devono ottenere un’autorizzazione dal Dipartimento del Turismo del Nepal, mentre gli escursionisti no. I dati ufficiali parlano di 28 autorizzazioni rilasciate a alpinisti italiani per la stagione autunnale e di 2.705 permessi concessi a escursionisti nel solo mese di ottobre.
Con temperature proibitive e una burocrazia complessa che rallenta i soccorsi, l’Italia resta in attesa di un segnale, anche minimo, che possa trasformare la speranza in realtà. Ma ogni ora che passa, ammettono gli stessi operatori, la possibilità di ritrovare vivi Marco Di Marcello e Markus Kirchler si fa sempre più remota.
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