Cerca

Cronaca

Addio a Pierluigi Baima Bollone, il medico legale che dedicò la vita al mistero della Sindone

La sua carriera tra aule universitarie e analisi sul Sacro Lino lascia un’eredità scientifica e umana immensa

Addio a Pierluigi Baima Bollone

Addio a Pierluigi Baima Bollone, il medico legale che dedicò la vita al mistero della Sindone (foto di repertorio)

Si è spento oggi Pierluigi Baima Bollone, uno dei più autorevoli medici legali italiani, figura che ha segnato decenni di storia accademica e scientifica a Torino. Nato nel 1937, il professore ha dedicato la vita a un equilibrio difficile: quello tra rigore scientifico e interrogativi spirituali, incarnato nel suo lungo rapporto con la Sindone di Torino, l’enigmatico lenzuolo che più di ogni altro reperto ha diviso la scienza contemporanea.

Docente all’Università di Torino dal 1972, dove fu ordinario di Medicina legale per oltre trent’anni, Baima Bollone formò intere generazioni di studenti, magistrati e investigatori. Il suo Manuale di Medicina legale divenne un testo di riferimento adottato in molte università italiane, contribuendo a delineare il profilo moderno della disciplina. Ma la sua fama, oltre i confini accademici, esplose nel 1978, quando entrò a far parte del ristretto gruppo di scienziati autorizzati a studiare da vicino il Sacro Lino.

Fu in quell’occasione che la sua vita prese una direzione che avrebbe segnato la sua carriera per sempre. Gli venne consentito di prelevare campioni microscopici di fibre dal tessuto della Sindone per condurre analisi chimiche e biologiche. I risultati di quelle indagini furono sorprendenti e controversi: secondo Baima Bollone, i reperti contenevano sangue umano di gruppo AB, insieme a tracce di aloe e mirra, sostanze tipiche dei rituali funerari antichi. Da queste osservazioni egli trasse la conclusione che il telo potesse risalire al I secolo d.C., ipotesi che entrava in netto contrasto con la datazione al carbonio 14, che collocava il reperto tra il Medioevo e l’inizio del Rinascimento.

Da quel momento, il suo nome divenne sinonimo di ricerca sindonologica, un campo in cui seppe unire competenza medico-legale e curiosità intellettuale. Ma le sue teorie suscitarono anche forti opposizioni. Negli anni Ottanta, il microscopista statunitense Walter McCrone, esaminando gli stessi campioni, affermò che non si trattava di sangue ma di pigmenti e coloranti, attribuendo quindi alla Sindone un’origine artificiale e medievale.

Il confronto tra McCrone e il gruppo di ricerca dello Sturp – del quale Baima Bollone faceva parte – divenne uno dei casi più discussi della storia della ricerca scientifica. Il laboratorio si divise, i risultati vennero reinterpretati, e nacque una frattura che segnò per sempre il mondo degli studi sindonologici. Eppure, Baima Bollone continuò a difendere le proprie conclusioni con coerenza e prudenza metodologica, pur riconoscendo in seguito che alcune ipotesi iniziali – come la presunta individuazione di monete di Pilato sulle orbite oculari – non avevano trovato conferma. Una rettifica onesta, che molti considerarono la prova della sua integrità scientifica.

Autore di oltre 160 pubblicazioni scientifiche e 24 libri, Baima Bollone mantenne sempre un approccio interdisciplinare. Nei suoi volumi – da Alla ricerca dell’uomo della Sindone (1978) a Sindone: storia e scienza (2010) – la medicina legale dialogava con la storia dell’arte, l’archeologia e la teologia, in una continua ricerca di verità. Il suo nome divenne familiare anche al grande pubblico, grazie alla capacità di spiegare temi complessi con chiarezza e rigore.

Come presidente onorario del Centro Internazionale di Sindonologia di Torino, fu per anni un punto di riferimento del dibattito sull’autenticità del telo. Quando, negli anni 2010, lo studioso Matteo Borrini contestò con l’analisi Blood Pattern Analysis (BPA) la compatibilità delle macchie di sangue con un corpo crocifisso, Baima Bollone replicò pubblicamente, difendendo la solidità dei suoi dati sperimentali e criticando la metodologia utilizzata. Queste dispute, spesso accese, misero in luce una personalità scientifica ferma ma mai dogmatica, capace di discutere con competenza anche le tesi opposte.

Il suo nome resta legato a un principio che lo guidò per tutta la vita: il dialogo possibile tra scienza e fede. Pur rigoroso nella verifica sperimentale, Baima Bollone non negò mai la dimensione simbolica e spirituale della Sindone, considerandola non solo un oggetto di indagine ma anche di meditazione culturale e umana.

Con la sua scomparsa, l’Italia perde una delle figure più autorevoli della medicina legale e della ricerca sindonologica. La sua lezione, fatta di metodo e di umiltà, rimane nei libri, nelle aule universitarie e nella memoria di chi ha incrociato il suo sguardo curioso e indagatore. Un uomo che ha cercato, per tutta la vita, di leggere nei segni della materia la domanda antica della verità.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori