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Medici e farmacisti sul piede di guerra: cosa sta succedendo?

Tra rinnovi contrattuali, arretrati e proteste, la sanità italiana vive giorni di tensione tra accordi firmati e scioperi annunciati

Medici e farmacisti sul piede di guerra: rinnovi firmati, scioperi e tensioni nella sanità italiana

Medici e farmacisti sul piede di guerra: rinnovi firmati, scioperi e tensioni nella sanità italiana

Il mondo della sanità italiana vive ore di forti tensioni. Mentre arrivano segnali positivi sul fronte dei rinnovi contrattuali, crescono le proteste delle diverse categorie professionali, decise a far sentire la propria voce contro burocrazia, ritardi e proposte economiche giudicate insufficienti.

Oggi è toccato ai medici di base, aderenti allo Snami, incrociare le braccia per un giorno in segno di protesta contro l’eccesso di burocrazia e quello che definiscono uno “svilimento” della loro figura. A poche ore di distanza, domani, sarà invece la volta dei farmacisti collaboratori, pronti a scioperare per 24 ore a causa del mancato rinnovo del contratto nazionale. Intanto, all’Aran, prosegue la lunga trattativa per i medici ospedalieri e veterinari, con un nuovo incontro fissato per il 10 novembre.

Il clima di tensione arriva pochi giorni dopo la firma definitiva, lo scorso 27 ottobre, del contratto del comparto Sanità 2022-2024, che ha riguardato circa 581mila dipendenti del Servizio sanitario nazionale, in maggioranza infermieri, con un aumento medio in busta paga di 172 euro mensili.

Oggi è stata invece siglata la preintesa dell’Accordo Collettivo Nazionale (Acn) 2022-2024 dei circa 37mila medici di medicina generale, un passo avanti importante ma non ancora risolutivo. Il segretario della Fimmg, Silvestro Scotti, ha commentato: «Un cambio di passo importante, ma non siamo ancora al traguardo», chiedendo che entro giugno venga firmato il nuovo accordo 2025-2027.

SILVESTRO SCOTTI - SEGRETARIO GENERALE FIMMG

Il nuovo Acn prevede il recupero degli arretrati 2022-2024, compresi 150 milioni di contribuzione previdenziale per il 2024 e 2025, e un incremento complessivo di circa 6% pari a 300 milioni di euro annui. Tra le novità normative figurano misure di flessibilità per i medici neo-genitori e forme di supporto per i giovani medici in formazione con incarichi temporanei, per favorire l’ingresso e la permanenza nella rete delle cure primarie.

La Fimmg ha lanciato un appello al governo: «Serve un’immediata iniezione di risorse economiche nella Legge di Bilancio che dimostri attenzione e fiducia verso il personale convenzionato da parte del Governo e del Ministero».

Domani toccherà invece ai 60mila dipendenti delle farmacie private convenzionate con il Servizio sanitario nazionale incrociare le braccia per chiedere il rinnovo del contratto di lavoro, scaduto nel 2024. Lo sciopero è stato proclamato dalle federazioni Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, dopo la rottura delle trattative con la parte datoriale rappresentata da Federfarma, che riunisce oltre 18mila farmacie private in tutta Italia.

L’ultimo incontro del 9 ottobre si era concluso senza esito: la proposta economica di Federfarma, pari a 180 euro lordi di aumento complessivo in tre anni, è stata giudicata «inadeguata» dai sindacati, che chiedono invece un riconoscimento proporzionato al costo della vita e all’impegno dei lavoratori durante e dopo la pandemia.

Sul fronte dei medici ospedalieri, la trattativa in corso all’Aran resta complessa. Il rinnovo del contratto 2022-2024 riguarda oltre 130mila dirigenti medici, sanitari, veterinari e delle professioni sanitarie. Le risorse stanziate ammontano a 1,2 miliardi di euro, equivalenti a un aumento medio di 491 euro al mese per 13 mensilità, pari a un incremento del 7,27%. L’obiettivo dichiarato è di chiudere rapidamente il contratto scaduto per avviare quanto prima la trattativa sul triennio successivo, 2025-2027.

Dalla base alla dirigenza, dai medici ai farmacisti, la sanità pubblica e convenzionata attraversa dunque una fase di passaggio delicata, sospesa tra promesse di rinnovamento e il rischio di nuove ondate di protesta.

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