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05 Novembre 2025 - 21:22
3mila euro di computer, 6mila di viaggio: inaugurata l'aula informatica di San Mauro in Senegal (foto: l'inaugurazione)
Cinque computer, una stampante e un videoproiettore. In più, un anno di connessione a Internet. È questo, per ora, il risultato di “Tech Jeunes”, il progetto di cooperazione tra San Mauro Torinese e Dakar che, fin dal primo giorno, ha diviso il Consiglio comunale e spaccato l'opinione pubblica in città. Al di là di qualche serata di condivisione culturale nella Città delle Fragole.
L’aula informatica è stata inaugurata mercoledì mattina nella scuola primaria Liberté 1 del quartiere Sicap Liberté, alla presenza delle autorità locali e in collegamento streaming con le scuole sanmauresi. In Senegal c’era l’assessora Daisy Miatton, in fascia tricolore a rappresentare il Comune, insieme al funzionario Gesuino Lobino, al presidente di Africa Qui Cherif Nama Aidara Ndiaye e al direttore del Co.Co.Pa. Edoardo Daneo. A San Mauro, invece, la sindaca Giulia Guazzora ha assistito al collegamento insieme agli alunni della Morante e della Dalla Chiesa.
Un evento atteso, sì. Ma anche inevitabilmente carico di imbarazzo. Perché, di fronte alle immagini dei bambini senegalesi (e dell'assessora) che accendono i computer donati da San Mauro, a casa nostra resta il peso delle cifre: 15.000 euro di progetto, 6.020 euro per la missione della delegazione e 3.510 euro per l’aula vera e propria. Cinque computer, una stampante, un proiettore e una connessione internet annuale. Stop.
Il resto, come si è scoperto dal programma inviato dal Palazzo Civico al nostro giornale (ma non ai consiglieri comunali), è servito per volare a Dakar, pernottare, vedere il lago Rosa, l’isola degli Schiavi e il Museo delle Civiltà Nere.
L’aula inaugurata oggi rappresenta quindi l’epilogo (o forse no) di una vicenda che, nel giro di pochi giorni, è passata da progetto di cooperazione a caso politico.
A fine ottobre, il Consiglio comunale aveva approvato l’adesione al Co.Co.Pa., il Coordinamento Comuni per la Pace della Provincia di Torino, ma la discussione era presto deragliata sulle spese del viaggio in Africa.
Paola Antonetto (Fratelli d’Italia) e Roberto Pilone (Lega) avevano chiesto chiarimenti, denunciando la sproporzione dei costi e la mancanza di trasparenza. A distanza di pochi giorni, insieme a Daniele Cerrato (FdI) e Marco Bongiovanni (Movimento 5 Stelle), hanno firmato un documento congiunto in cui accusano l’amministrazione di confondere la cooperazione con la rappresentanza e di aver gestito il progetto in modo opaco e autoreferenziale.

L'assessora Miatton nella nuova aula informatica
E i conti, ancora una volta, parlano chiaro. Dei 15.000 euro finanziati dalla Regione Piemonte, più di un terzo è stato assorbito dai costi di viaggio e solo un quarto destinato al risultato finale: un’aula di circa venti metri quadrati con cinque postazioni informatiche.
Dal Comune è arrivato un post su Facebook, in cui l’aula viene definita “cuore pulsante dell’intercultura e della cooperazione” e “simbolo tangibile dello scambio tra i popoli”. Parole che, lette accanto ai numeri, suonano come un inno fuori tempo.
Dalla stessa amministrazione si rivendica con orgoglio che il progetto abbia ottenuto il “massimo punteggio” nella graduatoria regionale, ma nessuno ha ancora spiegato perché il programma di viaggio sia rimasto segreto fino a dopo la partenza.
E proprio su questo punto la consigliera Paola Antonetto è tornata all’attacco negli scorsi giorni: «Il programma andava protocollato e diffuso ai consiglieri: prima a loro e poi ai giornali, o al massimo in contemporanea. Io e Pilone abbiamo fatto richiesta in commissione, ottenendo solo una risposta parziale giovedì scorso. Lobino non ha mandato il programma: all'inizio mi ha detto che non c'era, poi giovedì, alle 13:24, mi ha detto che mi avrebbe mandato quello definitivo. E non ce l'ha mandato. Ma poi Gigi Lobino a che titolo è andato in Africa? Le pezze giustificative poteva portarle anche l'assessora. Chissà se in Regione hanno il programma…».
Domande che restano senza risposta, come sospesa resta la sensazione che “Tech Jeunes” abbia raccontato più San Mauro che il Senegal. Perché la sproporzione tra mezzi e risultati è evidente: sette giorni di missione, cinque computer installati in un aula, per un totale di 3.510 euro su 15.000 del bando.
A Sicap Liberté, i bambini sorridono davanti agli schermi nuovi (cinque). A San Mauro, invece, la politica sta già prendendo misure e contromisure.
Perché un’aula informatica si può comprare con tremila euro, ma la fiducia dei cittadini no. Così, tra un collegamento video e un post, “Tech Jeunes” consegna il suo lascito più amaro: un’aula reale, ma un bilancio politico ancora tutto da scrivere.
E se davvero la cooperazione doveva avvicinare due comunità, per ora ha ottenuto l’effetto opposto: ha mostrato quanto possa essere grande la distanza tra le buone intenzioni e il buon senso.

La diretta con le scuole di San Mauro
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