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02 Novembre 2025 - 14:36
Gita al lago, tour dell'isola e visita al museo: ecco il programma del viaggio di San Mauro in Senegal pagato dalla Regione (foto: Daisy Miatton e Giulia Guazzora)
Una gita al lago, una visita guidata in un'isola e poi in un museo. A seguire, tour dell'ambasciata, del municipio e delle scuole. Tutto pagato dalla Regione Piemonte.
E la tanto attesa inaugurazione dell'aula informatica a Dakar? Durerà al massimo 3 ore, su 7 giorni di trasferta africana per quattro persone, tra cui due sanmauresi "D.O.C.": l'assessora alla pace e cooperazione internazionale Daisy Miatton, il funzionario comunale Gesuino Lobino (che riceverà anche 1700 euro tra Comune e Regione per la trasferta), il presidente di "Africa Qui" Cherif Nama Aidara Ndiaye e il direttore di "Co.Co.Pa." Edoardo Daneo. È rimasta invece a casa la sindaca Giulia Guazzora "per motivi personali", una spiegazione che però non ha del tutto convinto il centrodestra cittadino.
Domenica 2 novembre è stato reso noto il programma ufficiale della visita di San Mauro Torinese al municipio di Sicap Liberté, all'interno di Dakar, la capitale senegalese. Sette giorni di trasferta che, come hanno denunciato Lega e Fratelli d'Italia durante l'ultima seduta del Consiglio comunale, sono costati alla Regione Piemonte almeno 6.000 euro su 15.000 totali stanziati, anche se la cifra precisa non è stata ancora resa nota nemmeno ai consiglieri.
L'iniziativa era partita da un intento lodevole: aiutare i bambini e i ragazzi di un Paese in via di sviluppo come il Segenal, aprendo una nuova aula informatica in una scuola della città per favorire l'alfabetizzazione digitale; in più, aderire al Co.Co.Pa., il Coordinamento Comuni per la Pace che dal 1996 opera con iniziative per la non violenza, la cooperazione e la promozione dei diritti umani, sia in Italia che all'estero.
Ma la situazione è precipitata quando si è scoperto che dei 15.000 euro stanziati dalla Regione, almeno 6.000 sono stati spesi per la visita "istituzionale" (ma non solo) di alcuni membri del Comune in Senegal.
Ecco cosa prevede l'agenda: il 31 ottobre arrivo in aeroporto; il giorno dopo, visita all'"isola degli Schiavi" alla scoperta della storia del Senegal; domenica 2, visita in un quartiere per vedere dal vivo i progetti Co.Co.Pa. e al vicino "lago Rosa"; lunedì 3 "attività istituzionali" (quali? Non si sanno) con le delegazioni di Rivoli e Beinasco all'ambasciata italiana e al parlamento senegalese; martedì incontro e visita guidata al municipio di Sicap Liberté, firma del patto d'amicizia e presentazione dei progetti del Comune; mercoledì 5 inaugurazione dell'aula informatica, tour delle scuole e di un centro medico; giovedì 6 visita alle autorità locali, al "Musée des civilisations noires" e incontro con alcuni imprenditori e cittadini; venerdì 7 novembre scambio di doni e ripartenza verso l'Italia.

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Il programma ufficiale
La domanda sorge spontanea: era necessario tutto questo per aiutare i bambini del Senegal? L'inaugurazione dell'aula informatica e le "attività istituzionali", sommandone le ore, dureranno forse un giorno su sette. E no, caro Comune, non vale dire "ci sono anche Beinasco e Rivoli" o che è stato il progetto "col più alto punteggio ottenuto" in Regione, perché ogni città può scegliere liberamente se e come partecipare a iniziative simili. Non vale neanche dire "ci ha spediti lì la Regione perché abbiamo vinto".
Tutto ciò è in forte contrapposizione con le logiche di risparmio dei soldi pubblici (e di tagli mascherati da "riorganizzazione") spesso sbandierate dalla maggioranza di centrosinistra, che tanto si lamenta in Consiglio comunale quando ci sono problemi di bilancio ma poi non si fa problemi a far spendere soldi alla Regione. Valeva lo scorso anno per le panchine di piazza Europa costate 3.000 euro l'una e vale oggi per il Senegal.
Viene il sospetto che, se alle ultime elezioni avesse vinto Gianna Pentenero al posto di Alberto Cirio, forse il Comune si sarebbe fatto qualche scrupolo in più – o sarebbe arrivata qualche tirata d'orecchie all'interno del PD regionale, di certo lontano dalle telecamere e dai taccuini dei giornalisti.
Nella fitta (o forse no) agenda di visita in Senegal è curioso anche come il 4 novembre siano previste attività solo dalle 9 alle 11:30. E il resto della giornata? Libera uscita. Se i delegati vorranno fare qualche attività extra se le pagheranno loro, per carità, ma davvero un programma del genere doveva durare sette giorni? Sette giorni in cui un'assessora non sarà disponibile in municipio, idem un funzionario comunale. Sette giorni in cui non potranno dedicarsi a San Mauro Torinese. E anche qui: non vale dire "stiamo facendo gli interessi della città" se da quella città e dai suoi numerosi problemi ci si assenta per una settimana.
Meglio una visita al museo e al parlamento, qualche stretta di mano e uno scambio di doni. Pazienza se i problemi di San Mauro rimangono sempre lì.
Attenzione però: nella prima metà del 2027, i cittadini saranno chiamati alle urne per decidere di nuovo sul Consiglio comunale e sul sindaco. Per il centrosinistra, Giulia Guazzora ha rinnovato la sua intenzione di ricandidarsi. Per il centrodestra, il Movimento 5 Stelle e la lista Due Ponti, non si sanno ancora i canditati, oltre che lo schieramento futuro di Riccardo Carosso, più volte accusato di "ambiguità" dall'opposizione.
Anche se da più parti lo si nega, la campagna elettorale per le prossime elezioni è già iniziata, tra riunioni di partito e di liste, tra voci di corridoio e "j'accuse". Che figura potrà fare un centrosinistra parsimonioso con i soldi del Comune – e che si lamenta dei tagli del Governo – ma "spendaccione" con i fondi regionali? Per di più, in una missione che di istituzionale ha ben poco?
Il tempo stringe. Il viaggio in Segenal durerà sette giorni, ma le polemiche e gli strascichi politici probabilmente dureranno molto di più. Quanto avvenuto a San Mauro negli ultimi giorni potrebbe segnare uno dei punti che la propaganda del centrodestra impugnerà tra poco più di un anno per fronteggiare la maggioranza uscente.
Toccherà ai sanmauresi, su questo e su tutto l'operato dei quasi 6 anni precedenti (vista la proroga Covid), esprimersi e decidere per le sorti future della città. Per adesso, quello che è certo è che almeno 6.000 euro dei contribuenti sono serviti per portare quattro persone in Africa.

Sicap Liberté a Dakar
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