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Regione Piemonte investe 250 mila euro per proteggere chi vive e lavora in alta quota

L’obiettivo è potenziare gli strumenti di prevenzione e monitoraggio nei territori alpini: “La sicurezza nasce da conoscenza e investimenti costanti”

Neve e sicurezza

Neve e sicurezza, la Regione Piemonte investe 250 mila euro per le Commissioni valanghe

La stagione invernale è alle porte e con essa tornano i rischi legati alle nevicate e alle valanghe. In vista dei prossimi mesi, la Regione Piemonte ha deciso di intervenire con un finanziamento di 250 mila euro destinato alle Commissioni Locali Valanghe delle Unioni Montane, organismi tecnici che supportano i sindaci nella gestione del rischio e nel monitoraggio dei fenomeni nivologici.

Le risorse, provenienti dal Fondo per lo Sviluppo delle Montagne Italiane (Fosmit), serviranno ad acquistare strumenti di rilevamento e tecnologie di prevenzione, indispensabili per la sicurezza e il controllo delle aree alpine più esposte. L’obiettivo è duplice: rafforzare la rete di conoscenza del territorio e fornire alle squadre operative strumenti più moderni e precisi per valutare in tempo reale le condizioni della neve e il potenziale rischio di distacco.

«Questo provvedimento – spiega l’assessore regionale allo Sviluppo e alla Promozione della Montagna, Marco Gallo – rafforza la rete di sicurezza e conoscenza che tutela le nostre montagne. Le Commissioni Locali Valanghe sono un presidio fondamentale, fatto di tecnici, operatori e volontari che conoscono a fondo il territorio. Investire in strumenti moderni e in formazione significa prevenire, salvaguardare vite umane e sostenere chi lavora ogni giorno per la sicurezza delle nostre comunità alpine».

L’annuncio arriva in un momento cruciale, in cui il cambiamento climatico e le oscillazioni termiche rendono sempre più imprevedibili le condizioni meteo in quota. Le valanghe, fenomeni naturali da sempre parte integrante della vita alpina, stanno diventando più difficili da prevedere a causa dell’alternanza di nevicate intense e improvvisi rialzi termici. In questo contesto, il ruolo delle Commissioni locali – che lavorano in sinergia con i sindaci e la Protezione Civile – diventa essenziale per prevenire tragedie e coordinare eventuali evacuazioni o interdizioni di aree a rischio.

Il piano regionale prevede che il contributo pubblico possa coprire fino al 100% della spesa ammissibile, con un tetto massimo di 25 mila euro per ciascuna Unione Montana. Potranno partecipare al bando tutte le Unioni che abbiano già istituito una Commissione Locale Valanghe, riconosciuta ufficialmente.

Le risorse saranno impiegate per acquistare stazioni nivometeorologiche automatiche, sensori di nuova generazione, strumenti di telerilevamento, sistemi per la rilevazione dei fenomeni valanghivi, aste nivometriche manuali per la misurazione degli accumuli di neve e pannelli informativi per la comunicazione con la popolazione. Strumenti che, se usati con metodo, possono fare la differenza tra la prevenzione e l’emergenza, tra un intervento programmato e un soccorso d’urgenza.

A sottolineare l’importanza del provvedimento è anche l’assessore alla Difesa del Suolo e Protezione Civile, Marco Gabusi: «La sicurezza in montagna non si improvvisa, ma nasce da una visione chiara e da investimenti costanti. Con questo intervento confermiamo la volontà della Regione Piemonte di essere al fianco dei territori, fornendo strumenti concreti a chi ogni giorno è in prima linea nella gestione dei rischi naturali».

Le Commissioni Locali Valanghe svolgono un lavoro spesso silenzioso, ma vitale. Durante l’inverno, monitorano quotidianamente la stabilità del manto nevoso, raccolgono dati meteorologici e trasmettono aggiornamenti ai Comuni e agli enti regionali. In caso di allerta, sono loro a valutare la necessità di chiudere strade, piste o sentieri e a coordinarsi con i soccorsi. Il loro operato, tuttavia, si scontra spesso con la carenza di risorse e di strumentazioni aggiornate: molte commissioni operano ancora con mezzi datati, affidandosi più all’esperienza che alla tecnologia.

L’investimento della Regione vuole invertire questa tendenza, puntando su un approccio più scientifico e coordinato. In Piemonte sono decine le Unioni Montane coinvolte, da quelle dell’Alta Valle di Susa e del Monviso fino al Verbano e all’Ossola. Ogni territorio presenta caratteristiche differenti, ma la sfida è comune: rendere più sicura la montagna, proteggendo chi ci vive e chi la frequenta per turismo.

Il fondo rientra in una più ampia strategia di valorizzazione delle aree alpine piemontesi, che punta non solo alla sicurezza, ma anche alla promozione turistica sostenibile. Il concetto è chiaro: una montagna sicura è anche una montagna attrattiva. La prevenzione, oltre a salvare vite, rafforza la fiducia dei cittadini e dei visitatori, creando le condizioni per uno sviluppo economico coerente e rispettoso dell’ambiente.

L’intervento arriva dopo anni in cui la gestione del rischio valanghe è stata affidata in gran parte all’impegno dei volontari e degli enti locali, spesso lasciati soli di fronte a condizioni estreme. Con queste nuove risorse, la Regione punta a rendere stabile una rete di collaborazione che coinvolge tecnici, amministratori, guide alpine e soccorritori, uniti dall’obiettivo di proteggere le comunità di montagna.

In un Piemonte che si prepara all’inverno, il messaggio politico e civile è chiaro: la sicurezza non è un costo, ma un investimento. E la prevenzione, come ricorda l’assessore Gallo, “è il modo più concreto per salvaguardare vite e territori”.

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