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05 Novembre 2025 - 09:56
Piemonte spaccato in due: gelo e brina in pianura, caldo quasi estivo sulle Alpi
Il Piemonte si risveglia con i primi segnali d’inverno in pianura e un caldo quasi primaverile in quota. Le prime gelate mattutine hanno interessato diverse aree tra il basso Torinese, l’Astigiano, il Cuneese e l’Alessandrino, dove i termometri sono scesi fino a -1 °C, complice una marcata inversione termica. Nelle campagne al mattino presto si sono viste le prime brinate sui prati, ma poche ore dopo, salendo di quota, il paesaggio cambia completamente.
Sulle Alpi piemontesi, infatti, lo zero termico ha superato i 3500 metri, con temperature di oltre +4 °C a 3300 metri sul Monviso: un’anomalia evidente per l’inizio di novembre, che conferma il trend di un autunno finora mite e irregolare. Il fenomeno dell’inversione termica, tipico della stagione fredda, si è accentuato per effetto delle alte pressioni e della stabilità atmosferica, che intrappolano l’aria fredda nei bassi strati e lasciano le cime montuose immerse in un clima più dolce.
Le stazioni meteorologiche dell’Arpa Piemonte segnalano un forte contrasto: se a Racconigi, Villanova d’Asti o Chieri il termometro è sceso di poco sotto lo zero, in quota le temperature restano ampiamente positive. Al Rifugio Quintino Sella, sul versante del Monviso, si registrano valori tipici di fine estate, e anche in Valsusa, a 2500 metri, si superano i +6 °C nel pomeriggio.

Secondo i meteorologi, la situazione è destinata a proseguire ancora per qualche giorno. L’anticiclone che domina sull’Europa centro-meridionale manterrà condizioni di cielo sereno, nebbie dense al mattino e aria ferma nelle valli e nelle pianure. Di notte le temperature continueranno a scendere, ma solo a basse quote, mentre in montagna il caldo fuori stagione impedirà l’accumulo di neve, già in ritardo rispetto alla media.
Gli esperti parlano di un autunno “sospeso”, dove i contrasti termici sono sempre più marcati. Mentre la pianura vive mattinate da pieno inverno, le Alpi restano spoglie, con ghiacciai ancora parzialmente scoperti e una stagione sciistica che rischia di iniziare più tardi del previsto. Il calore in quota, infatti, non permette il consolidamento del manto nevoso, e l’assenza di precipitazioni significative non lascia speranze a breve termine.
Nelle campagne piemontesi, invece, il ritorno del gelo ha un sapore diverso. Le brinate di questi giorni sono accolte come un segnale stagionale atteso, ma preoccupano per i possibili effetti sulle colture autunnali e sul lavoro degli agricoltori. Alcuni produttori segnalano difficoltà nella raccolta tardiva delle verdure invernali, mentre i terreni già aridi faticano a trattenere l’umidità notturna.
La regione continua così a vivere una doppia stagione: freddo intenso al mattino e tepore quasi primaverile in alta quota. Un contrasto che fotografa alla perfezione la fragilità del clima alpino e padano, dove gli effetti del riscaldamento globale si manifestano con forme sempre più evidenti e disorientanti.
Nei prossimi giorni il Piemonte sarà ancora diviso tra brine e nebbie da un lato, e cieli limpidi e temperature miti dall’altro. Solo a metà della prossima settimana è previsto un possibile cambiamento, con il ritorno di aria più umida da ovest e qualche precipitazione. Per ora, però, domina il paradosso: chi vive in pianura veste già cappotto e guanti, mentre chi cammina sopra i tremila metri può ancora godersi un sole caldo e inatteso.
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