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Città della Salute, 51 milioni di disavanzo: bilancio firmato in due mesi e corsa per salvare i conti

Intramoenia, inefficienze e ritardi: i conti della Città della Salute finiscono sotto la lente della Regione

Città della Salute, 51 milioni di disavanzo

Città della Salute, 51 milioni di disavanzo (foto di repertorio)

Che cosa succede quando il polo sanitario più grande d’Italia chiude l’anno con 51 milioni di euro di disavanzo? Succede che si corre. Nelle stanze della Città della Salute e della Scienza di Torino, tra fascicoli e monitor accesi fino a tarda notte, si è lavorato senza sosta per arrivare alla firma del bilancio in tempi record. Due mesi: tanto è bastato al nuovo direttore generale Livio Tranchida, insediato a settembre, per sbloccare un iter fermo da oltre sette. Un gesto tecnico solo in apparenza, che restituisce ossigeno alla macchina sanitaria torinese e segna la prima tappa di un piano di risanamento ambizioso.

Il documento, approvato a fine ottobre, certifica un disavanzo 2024 da 51 milioni, quasi il doppio rispetto all’anno precedente. Una cifra che fotografa una realtà complessa: l’azienda sanitaria più grande del Paese, eccellenza nazionale nei trapianti e nella ricerca universitaria, ha pagato anni di gestione incerta e di ritardi accumulati. L’obiettivo ora è voltare pagina con una governance più chiara e processi decisionali lineari.

Dietro i numeri, tuttavia, c’è molto di più. Una parte consistente del rosso — circa 7,5 milioni di euro — deriva dall’attività intramoenia, la libera professione svolta dai medici all’interno degli ospedali. Una voce sparita dai bilanci dopo una sentenza che ha reso quelle somme “non più esigibili”. In pratica: ricavi stimati che non potranno mai essere incassati. Una voragine contabile che ha pesato sui conti e che ha acceso i riflettori su regole e controlli finora troppo deboli. Aggiornarli non è più un’opzione: è una necessità.

Su questo terreno si innesta anche il fronte giudiziario. L’intramoenia, insieme ad altre poste di bilancio, è finita al centro dell’inchiesta sui presunti conti truccati, che vede coinvolti alcuni ex manager della Città della Salute. Un’indagine delicata, avviata dopo la decisione dell’ex direttore Thomas Schael di non firmare il bilancio senza verifiche indipendenti. Il via libera di oggi, dunque, non è solo un atto contabile: consente alla Regione di presentare al Ministero dell’Economia il bilancio consolidato della sanità piemontese, tappa indispensabile per la programmazione del 2025.

Due le priorità: regole aggiornate e applicate in modo uniforme per l’intramoenia, e la ristrutturazione del pronto soccorso delle Molinette, che resterà comunque operativo durante i lavori. Entro fine mese è atteso il progetto di fattibilità tecnico-economica, mentre sul campo sono già in corso interventi preliminari: la costruzione della rampa esterna, lo spostamento dell’angiografo e la revisione degli spazi di triage.

La parola d’ordine è continuità di cura, ma il traguardo resta complesso. Il recupero economico dovrà andare di pari passo con un cambio di cultura gestionale: meno sprechi, più trasparenza, processi di acquisto moderni e tracciabili. Il bilancio appena firmato diventa così la base per riscrivere le priorità di spesa e gli obiettivi di performance.

Ma nessuna illusione: riportare i conti in equilibrio richiederà tempo, e una visione che vada oltre il mero taglio dei costi. Da un lato, si dovrà ridurre la spesa impropria e aumentare le prestazioni ad alta complessità, vero punto di forza della Città della Salute. Dall’altro, servirà un sistema di verifica continua, capace di intercettare in tempo reale squilibri e inefficienze.

Il cantiere del nuovo pronto soccorso delle Molinette — destinato a diventare un modello regionale — incarna proprio questa sfida: modernizzare senza interrompere. La struttura non chiuderà mai completamente durante i lavori, ma verrà riorganizzata per fasi, garantendo percorsi separati per i pazienti e spazi più sicuri per il personale.

Più che una corsa, quella della Città della Salute è una maratona a ostacoli. Ma la direzione è segnata: trasparenza, efficienza e rigore. Con una certezza, ormai chiara a tutti: governare bene costa fatica, non governare costa molto di più.

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