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Chiuso il poliambulatorio di via Le Chiuse: esplode la protesta nel quartiere San Donato

Potere al Popolo scende in piazza contro l’accorpamento dei servizi in via Pacchiotti: “Un altro colpo alla sanità pubblica”

Chiuso il poliambulatorio

Chiuso il poliambulatorio di via Le Chiuse: esplode la protesta nel quartiere San Donato

È una mattina di rabbia e delusione quella che ha accompagnato la chiusura del poliambulatorio di via Le Chiuse, storico punto di riferimento del quartiere San Donato a Torino. Da oggi, 3 novembre 2025, i servizi sanitari che vi erano ospitati confluiscono nella sede di via Pacchiotti 4, dove l’Asl ha deciso di accentrare le attività. Una scelta che, però, ha provocato una protesta pubblica davanti all’edificio, organizzata da Potere al Popolo Torino e dalla Casa del Popolo Estella, con la partecipazione di numerosi cittadini e residenti della Circoscrizione 4.

Il presidio, iniziato alle 8.30, ha visto cartelli, volantini e interventi dal megafono sotto lo slogan “Attacco alla sanità pubblica”. Un appello forte, che ha raccolto attorno a sé non solo militanti e attivisti, ma anche molti abitanti del quartiere, in particolare anziani, pensionati e famiglie che si servivano del poliambulatorio per esami di base e visite specialistiche. L’atmosfera era tesa ma composta, segnata da un sentimento comune di frustrazione per una perdita sentita come ingiusta.

Secondo i promotori dell’iniziativa, la chiusura rappresenta un colpo durissimo per quasi 50 mila residenti, che da oggi dovranno spostarsi fino a via Pacchiotti o in altre zone della città per accedere ai servizi. “Non è solo una questione logistica – spiegano da Potere al Popolo – ma di uguaglianza e diritto alla cura. San Donato è un quartiere popolare, dove vivono molte persone anziane, sole o con difficoltà economiche. Togliere un presidio territoriale significa aggravare la loro fragilità”.

L’associazione, da mesi impegnata nella raccolta firme contro la chiusura, ha ricordato che la petizione è già stata presentata alla Regione Piemonte, dove si attende una risposta. “Non ci fermeremo – promettono – finché non verrà data una soluzione concreta. Chiediamo la riapertura del poliambulatorio di via Le Chiuse o il potenziamento dei servizi sanitari nei quartieri popolosi della città”.

Il comunicato diffuso da Potere al Popolo punta anche il dito contro la gestione politica della sanità regionale, accusando le istituzioni di non aver utilizzato i fondi del PNRR stanziati nel 2022. “C’erano risorse disponibili – si legge – ma la Regione, allora a guida di centrodestra, ha scelto di non investirle nella manutenzione o nel rilancio dei poliambulatori di prossimità. Oggi si raccolgono i frutti di quella decisione. E chi oggi si dichiara contrario, tra le fila del centrosinistra, è lo stesso che allora non ha mosso un dito. La sanità non può essere una bandiera da agitare in campagna elettorale”.

Sul banco degli imputati finiscono anche i grandi progetti sanitari della città, come il Parco della Salute o il nuovo ospedale alla Pellerina, ritenuti esempi di un modello “accorpato e privatizzato”, in contrapposizione con la sanità diffusa di quartiere. “Ogni volta che si chiude un presidio locale – denunciano gli attivisti – si taglia un pezzo di sanità pubblica per far spazio a strutture costose e spesso legate a partnership private. È un modello che privilegia la spettacolarità alla capillarità, l’efficienza economica alla prossimità dei servizi. Ma la salute dei cittadini non può essere misurata in termini di profitto”.

Durante il presidio, è intervenuta Rosa Bartiromo, portavoce torinese di Potere al Popolo, che ha ribadito la necessità di “una sanità pubblica, laica e accessibile”. “Difendere la sanità – ha dichiarato – significa difendere la dignità delle persone. La chiusura di via Le Chiuse è una sconfitta per tutti, non solo per il quartiere. È la prova che la politica sanitaria, da anni, ha smesso di ascoltare i bisogni reali della popolazione”.

Il malcontento si estende anche ai quartieri limitrofi, come Parella e Campidoglio, che temono a loro volta la perdita di altri servizi territoriali. In particolare, la struttura di via del Ridotto potrebbe essere prossima a subire la stessa sorte, alimentando la sensazione di una progressiva desertificazione sanitaria nei quartieri storici.

Per Potere al Popolo, la mobilitazione di oggi è solo l’inizio di un percorso di pressione civica e politica. “Chiederemo un incontro ufficiale con l’Asl e con l’assessorato regionale alla Sanità – spiegano – per discutere soluzioni immediate. Se non ci saranno risposte, torneremo in piazza”.

Intanto, tra i cittadini del quartiere, resta il rammarico per una chiusura percepita come un tradimento istituzionale. “Il poliambulatorio era un punto di riferimento per tutti – racconta un’anziana residente – bastava attraversare la strada per fare gli esami o vedere un medico. Ora dovremo prendere due autobus”.

Sul fondo, resta un messaggio che travalica i confini del quartiere: la sanità pubblica, come ricordano i manifestanti, non è un tema amministrativo ma un diritto costituzionale. E la lotta per difenderla, a Torino come altrove, continua.

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