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A Lanzo, in consiglio comunale, spunta Cetto La Qualunque

Tra le schede per la commissione nido spunta il nome simbolo di un voto grottesco e imbarazzato

 In consiglio comunale a Lanzo, spunta "Cetto La Qualunque"

Un voto per “Cetto La Qualunque” comparso a sorpresa tra le schede del Consiglio comunale di Lanzo Torinese. Potrebbe sembrare una burla, se non fosse che dietro l’ironia si consuma una delle pagine più amare della politica lanzese recente. È accaduto lo scorso 23 ottobre, durante la seduta consiliare dedicata alla nomina del rappresentante della minoranza nella commissione Asilo Nido.

Il risultato finale ha lasciato di stucco: eletta Elisabetta Ranieri, consigliera passata dalla lista “Lanzo Per Noi” – con cui era stata eletta – alle file della maggioranza. Una decisione resa possibile dai voti proprio dei consiglieri che siedono accanto al sindaco, nonostante la candidatura ufficiale e motivata del capogruppo di LPN, Matteo Filippin.

È stato lo stesso Filippin, con il suo consueto tono pungente, a sintetizzare la vicenda: «L’aula consiliare è stata il palcoscenico di una commedia qualunquista», ha detto, con un sarcasmo che non lascia scampo. Il consigliere ha ricordato di aver presentato la propria candidatura “con un discorso alto”, fondato sull’idea che i servizi per l’infanzia dovrebbero essere “un motore contro la crisi demografica” e un’occasione per “sperimentare politiche familiari lungimiranti, non un posto da assegnare per gratitudine politica”.

Il contrasto tra i toni e i contenuti, però, è stato netto. «Mentre noi parlavamo di futuro», ha proseguito Filippin, «la maggioranza era impegnata a orchestrare un’operazione di palazzo. Hanno ricompensato il costante appoggio alla Giunta della consigliera Ranieri, concedendole un posto in commissione nido dove verosimilmente si allineerà».

Elisabetta Ranieri

L’episodio più eclatante è arrivato nel momento della prima votazione, quando tra le schede scrutinate è comparso un nome inatteso: “Cetto La Qualunque”. Un gesto sarcastico, probabilmente di un consigliere imbarazzato, ma che ha trasformato il voto in una caricatura dell’intera seduta.

Filippin, cogliendo l’occasione, ha commentato con ironia tagliente: «L’apparizione di Cetto La Qualunque è la diagnosi perfetta. Persino all’interno della maggioranza qualcuno ha riconosciuto in questa mossa la stessa logica qualunquista: premiare la fedeltà e non la competenza, calpestare il voto degli elettori e occupare ogni spazio».

Il riferimento alla consigliera Ranieri, ex LPN e ora sostenitrice dell’amministrazione, è diretto e spietato: un “premio” per il suo allineamento, mascherato da scelta tecnica. Nel suo intervento, Filippin non ha risparmiato neppure chi, tra i banchi della minoranza, ha preferito tacere o assentarsi. «Se a questo aggiungiamo l’assenza della consigliera Fiore, il quadro è completo. I cittadini hanno visto chi c’era a difendere un principio di serietà e chi, invece, era assente o impegnato a riscuotere il premio dalla maggioranza».

L’intervento del capogruppo di “Lanzo Per Noi” si è chiuso in un misto di ironia e amarezza, con una chiosa che suona come un monito: «Mentre Cetto La Qualunque entra simbolicamente in Consiglio, la consigliera Ranieri entra in commissione. “Lanzo Per Noi” continuerà a rappresentare l’unica opposizione seria e coerente in aula».

La scena, surreale nei toni e nei gesti, ha lasciato nell’aula un silenzio denso di imbarazzo. Il sarcasmo di Filippin – che da mesi contesta la gestione “opaca e autoreferenziale” della maggioranza – si è trasformato in un atto politico dirompente, capace di mettere in luce le tensioni sotterranee tra fedeltà e rappresentanza, tra principio democratico e opportunismo.

Alla fine, il nome “Cetto La Qualunque” resterà agli atti come la metafora di un disagio più profondo: quello di una politica locale che, invece di discutere di visione e programmazione, finisce a contendersi posti simbolici e voti di riconoscenza.

Matteo Filippin

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