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San Mauro Torinese perde un altro servizio: addio allo sportello comunale contro i debiti

Il Comune dice addio al suo OCC contro il sovraindebitamento e si trasforma nella “succursale di Settimo”, ancora una volta

San Mauro Torinese perde un altro servizio: addio allo sportello comunale contro i debiti

San Mauro Torinese perde un altro servizio: addio allo sportello comunale contro i debiti (immagine di repertorio)

Dopo anni di funzionamento faticoso, carenze amministrative e diversi tentativi per salvarlo, ormai è ufficiale: l’Organismo di Composizione della Crisi da Sovraindebitamento (OCC) di San Mauro Torinese non esiste più. È stato deciso lo scorso 27 ottobre durante l'ultima seduta del Consiglio comunale cittadino. 

Si tratta di uno strumento che avrebbe dovuto offrire ai cittadini un aiuto concreto per gestire debiti e situazioni finanziarie insostenibili. A distanza di otto anni dalla sua nascita, quell’organismo — che nel 2017 si era dato il nome “San Mauro per la rinascita sociale” — cesserà ora di funzionare.

A presentare la delibera sul tema è stata la presidente del Consiglio comunale Maria Vallino, che ha provato sin dall’inizio a smorzare il peso simbolico di quella parola: «Il titolo di questa delibera può sembrare più grave di quanto non sia», ha premesso. Ma la sostanza, dietro i giri di parole, è semplice: l’OCC di San Mauro non è più in grado di funzionare.

Il servizio, previsto da una legge del 2012, era stato istituito cinque anni dopo grazie a una proposta del consigliere Mario Loi, condivisa da tutto il Consiglio. Doveva servire ad aiutare i cittadini in difficoltà economica, con il supporto di avvocati e referenti comunali capaci di mediare tra debitori e creditori. Ma col tempo, tra dimissioni, mancanza di risorse e carenza di personale, il progetto si è inceppato.

«Per farlo funzionare servivano almeno cinque gestori, tutti avvocati, e del personale comunale dedicato — ha spiegato Vallino —. Non siamo mai riusciti ad avere più di un legale, e l’ultimo ha dato le dimissioni qualche mese fa. Ci siamo accorti che il personale comunale non era sufficiente per mantenere il servizio».

Il risultato è stato una lenta agonia. Alcune persone, ha ricordato la presidente, sono riuscite a ottenere l’aiuto richiesto; altre nemmeno a iniziare la procedura.

«Il tribunale competente è quello di Ivrea, ma negli ultimi tempi – ha aggiunto – era già capitato che i cittadini si rivolgessero altrove. Il Comune di Settimo Torinese ha da poco aperto un proprio organismo, ed è diventato di fatto la soluzione più adeguata per continuare a garantire questo tipo di assistenza».

Maria Vallino

Vallino ha dunque proposto di chiudere formalmente l’organismo sanmaurese e di stipulare un protocollo d’intesa con Settimo. «Ci dispiace – ha detto – ma dobbiamo prendere atto dell’impossibilità di andare avanti. Così permetteremo ai cittadini di continuare a rivolgersi a un presidio attivo, anche se non più qui».

Una soluzione che la maggioranza definisce “razionale”, ma che l’opposizione ha bollato come una sconfitta amministrativa. Il consigliere Marco Bongiovanni (Movimento 5 Stelle) ha contestato la logica del trasferimento del servizio in un altro Comune: «Mi chiedo perché San Mauro debba sempre perdere i propri servizi. È vero che Settimo è vicino, ma non è San Mauro. Così diventiamo, ancora una volta, una succursale di Settimo».

Bongiovanni ha ricordato come in Commissione fosse emerso che alcuni cittadini preferissero non rivolgersi all’OCC locale per imbarazzo, ma non ha accettato questa giustificazione: «Se a Settimo vivono 50mila persone, avranno anche loro imbarazzo ad andarci. Allora forse sarebbe stato meglio creare un servizio del Net, itinerante, che un giorno alla settimana fosse a San Mauro, un altro a Settimo, un altro a Volpiano. In questo modo il presidio sarebbe rimasto anche qui».

Bongiovanni ha poi rincarato la dose: «Possibile che in tre anni non siamo riusciti a trovare una persona del Comune in grado di occuparsene? L’avvocato che ci aveva aiutato all’inizio si era offerto di formare il personale, ma non è stato fatto. Eppure non si trattava di gestire decine di richieste al giorno. È una questione di volontà politica, non solo di risorse».

Dalla maggioranza è arrivata la risposta del capogruppo Rudy Lazzarini (Partito Democratico), che ha difeso la scelta con toni pragmatici ma non senza amarezza. «È sempre un momento particolare quando si modificano o si chiudono servizi che toccano la vita delle persone più in difficoltà», ha esordito. «Ma non stiamo parlando di un servizio che, in questi anni, abbia avuto un grande riscontro tra i cittadini».

La priorità del capogruppo Dem sarebbe garantire un servizio che funzioni: «Meglio un servizio efficiente in un Comune vicino che uno nominalmente nostro ma fermo. E se in futuro il Net vorrà riorganizzare l’assistenza in forma sovracomunale, San Mauro non sarà contraria».

Sta di fatto che da oggi San Mauro Torinese perde un altro servizio, complice la scarsa capacità organizzativa del municipio e la scarsa disponibilità di diversi legali di occuparsene. Ma la giustificazione secondo cui il servizio era "poco usato" non convince.

Se è vero che pochi cittadini vi si rivolgevano – vuoi per pudore, per scarsa conoscenza del servizio o perché non indebitati a tal punto –, quei "pochi" cittadini oggi dovranno fare qualche sacrificio in più. Come se non se avessero già fatti, come se i debiti non li avessero già messi in ginocchio.

Non resta che spostarsi Settimo Torinese, perdendo più tempo, o magari rinunciare a chiedere una mano: la distanza potrebbe scoraggiare. Il servizio era poco usato perché i sanmauresi "stanno bene"? È tutto da vedere.

Quello che è certo, per adesso, è che la strada per quei cittadini travolti dai debiti sarà ancora più in salita. La mozione è stata approvata con 12 favorevoli su 16 in Consiglio: contrario Bongiovanni, astenuto il resto della minoranza. 

La chiusura di un organismo, ancora una volta, è molto più di un atto amministrativo: è il sintomo di una macchina comunale che fatica a reggere, e che si deve appoggiare ai Comuni vicini per rimediare alle proprie carenze.

Marco Bongiovanni

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