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A Gassino il PD attacca ancora Corrado: “Usa il restauro come palcoscenico e nasconde le promesse mancate”

Il circolo PD del Gassinese polemizza sulla presenza del sindaco all’iniziativa “Un’opera per un’opera di restauro” e rilancia la questione del campanile “abbandonato”

A Gassino il PD attacca ancora Corrado: “Usa il restauro come palcoscenico e nasconde le promesse mancate”

A Gassino il PD attacca ancora Corrado: “Usa il restauro come palcoscenico e nasconde le promesse mancate”. Foto: il sindaco Corrado, i consiglieri di centrosinistra Morelli e Molinari

L’iniziativa era nata con uno scopo culturale e solidale: raccogliere fondi per restaurare il portone ligneo della Chiesa dello Spirito Santo a Gassino Torinese, grazie all’impegno di 65 artisti e alla regia della Pro Loco. Ma a pochi giorni dalla presentazione ufficiale di “Un’opera per un’opera di restauro”, il dibattito a Gassino si è spostato dal valore artistico del progetto al terreno politico.

A sollevare la polemica è stato, ancora una volta, il circolo PD del Gassinese, che con un lungo post affidato ai social ha accusato il sindaco Cristian Corrado di aver trasformato l’evento di venerdì 24 ottobre in un’occasione di visibilità personale, distogliendo l’attenzione dalle promesse non mantenute sulla questione del campanile della stessa chiesa.

«Venerdì scorso il sindaco Corrado si è per qualche minuto staccato dal computer e dal gruppo Facebook “Sei di Gassino se…” e ha partecipato alla presentazione dell’iniziativa organizzata dalla Proloco di Gassino “Un’opera per un’opera di restauro”», scrive il PD, che definisce l’iniziativa «una continuazione ideale del bel “Premio Chiesa Spirito Santo”, già promosso dalla giunta Cugini II».

Il partito riconosce il valore culturale del progetto — «un’iniziativa lodevole» — ma accusa Corrado di aver tentato di usarla come «palcoscenico personale, trasformandola in un’arma di distrazione di massa».

Il bersaglio della critica è chiaro: il campanile della Chiesa dello Spirito Santo, struttura storica che da anni attende un intervento di messa in sicurezza e che, durante la scorsa campagna elettorale, era stato uno dei cavalli di battaglia della coalizione guidata dal sindaco.

«Eh sì, perché a pochi metri di distanza dalla chiesa c’era proprio lui: il campanile. Il campanile che “cade a pezzi”, il campanile che ha “urgente bisogno di lavori di messa in sicurezza”, il campanile che Corrado, non ancora eletto, già prometteva tutto baldanzoso di “comprare” (da chi, però, non l’ha mai spiegato…)», commentano dal PD.

Il centrosinistra torna quindi a chiedere spiegazioni sulla proprietà e sul futuro dell’edificio, una questione rimasta irrisolta da anni e che più volte ha generato discussioni tra maggioranza e opposizione. «E allora, a un anno e mezzo dalla vittoria dei Cucurin, una domanda sorge spontanea: il campanile che fine ha fatto? Il tema della discussa proprietà è ancora sul tavolo!» scrivono i dem, ricordando come, in campagna elettorale, «i Cucurin lo usavano come una clava. Come mai adesso che governano il paese, invece, tutto tace?»

Il passaggio è ironico, ma la sostanza è politica. Il centrosinistra insinua che la partecipazione del primo cittadino all’iniziativa culturale sia stata anche un tentativo di «appropriarsi di meriti che non ha e distogliere l’attenzione dall’ennesima promessa non mantenuta».

La chiesa e il campanile

La polemica si inserisce in un contesto di tensione crescente tra opposizione e maggioranza, già emersa nelle ultime settimane con le critiche al Documento Unico di Programmazione (DUP) non presentato in Consiglio e con le fratture interne alla coalizione di governo tra centrodestra e Movimento 5 Stelle.

La vicenda del campanile, tuttavia, è un simbolo più profondo: per il PD, rappresenta la distanza tra gli annunci e i risultati concreti dell’amministrazione Corrado. «A questo punto torniamo a chiedere: quand’è che finalmente il campanile sarà liberato da ponteggi e impalcature?», concludono dal centrosinistra.

Nessuna replica ufficiale è ancora arrivata dal sindaco o dalla maggioranza, ma la critica tocca un nervo scoperto. Quel campanile, visibile da tutto il centro storico, è rimasto per anni bloccato da vincoli e questioni di proprietà, mai risolte del tutto. Durante la campagna elettorale del 2023, Corrado aveva promesso di intervenire “per restituire alla città un simbolo identitario dimenticato”, ipotizzando perfino l’acquisto da parte del Comune. Da allora, però, la vicenda è rimasta ferma.

Il tempismo del post non è casuale. Il centrosinistra sceglie di intervenire proprio all’indomani di un evento che, per la sua natura simbolica, riporta al centro il tema della tutela del patrimonio religioso e culturale. “Un’opera per un’opera di restauro” nasce infatti con l’obiettivo di recuperare il portone della stessa chiesa, mentre a pochi metri di distanza il campanile continua a mostrare i segni del tempo, avvolto da impalcature e transenne.

Per l’opposizione, la coincidenza è troppo evidente per passare inosservata: un’amministrazione che si presenta a un evento dedicato al restauro di un bene sacro — dicono i Dem — dovrebbe prima dare risposte su quelli che attendono ancora interventi urgenti.

L’iniziativa della Pro Loco, di per sé, resta un esempio virtuoso di collaborazione tra artisti, associazioni e istituzioni, ma la presenza del sindaco, in un momento politico già teso, ha finito per accendere la miccia. Dietro la polemica c’è la strategia di un centrosinistra deciso a riaprire il fronte della trasparenza e della coerenza amministrativa, riportando il dibattito dalle cerimonie culturali alle opere concrete.

Nel frattempo, il progetto di restauro del portone prosegue, con la mostra-asta benefica in programma per marzo 2026 e il cantiere previsto per la primavera successiva. Ma la domanda del PD resta sospesa, più che mai politica: “E il campanile?”

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