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24 Ottobre 2025 - 14:08
Raccolta rifiuti a San Mauro, passaggi dimezzati per l'indifferenziato nel 2026. Ecco perché (immagine di repertorio)
Non più un passaggio a settimana, ma uno ogni due. Obiettivo: ridurre progressivamente la quota di rifiuti non recuperabili prodotti pro capite. Con l’arrivo del 2026, a San Mauro Torinese cambiano le regole per la raccolta dell’indifferenziato.
Come illustrato da Seta e dall’assessore Matteo Fogli durante l’ultima Commissione consiliare, a partire dal prossimo anno i passaggi per la raccolta di questa tipologia di rifiuti saranno dimezzati, in modo da centrare l’obiettivo stabilito dalla Regione Piemonte: entro il 2030 ogni cittadino dovrà produrre al massimo 100 chilogrammi di rifiuti indifferenziati all’anno. Oggi, a San Mauro, la media è di circa 155 chilogrammi pro capite.
«Nel 2026 la raccolta di questo tipo di rifiuti sarà quindicinale. Seta potrà però stabilire delle eccezioni, come per grandi condomìni, scuole o altri casi specifici, e raccogliere l’indifferenziato comunque una volta a settimana. Questo sarà basato su criteri tecnici stabiliti dall’azienda, non su richiesta del Comune», ha spiegato Fogli.

Matteo Fogli
Il cambiamento non è solo tecnico, ma culturale. L’obiettivo è spingere i cittadini a differenziare meglio, separando con maggiore attenzione le frazioni riciclabili e riducendo gli scarti non recuperabili. Un’operazione che richiederà però un’adeguata informazione da parte dell’amministrazione comunale.
«Noi come Comune abbiamo concordato questo obiettivo con Seta – ha aggiunto l’assessore – visti gli obiettivi regionali. Tutto questo va anche nella direzione di adottare un giorno la Tarip, che doveva entrare tra quest’anno e il prossimo, ma non è stato possibile a San Mauro. Quando in futuro verrà introdotta, come città saremo già più preparati, perché per evitare aumenti bisognerà rispettare quella soglia di 100 kg di indifferenziato pro capite all’anno».
Il passaggio alla Tarip, la tariffa puntuale sui rifiuti, rimane infatti una prospettiva più che un traguardo. Dopo mesi di annunci e discussioni, il Comune aveva deciso nel marzo scorso di rinviare l’introduzione della Tarip, inizialmente prevista per il 2026. Le difficoltà non erano soltanto tecniche, ma anche amministrative. L’assessore Fogli aveva spiegato che «la partenza della dirigente Erta, destinata a un altro Comune, ha creato qualche vuoto gestionale» e che il sistema informatico necessario per gestire la tariffazione puntuale «non era ancora compatibile con quello del gestore Seta».
La Tarip, infatti, prevede che ogni bidone o sacchetto sia identificato da un codice univoco, in modo da calcolare con precisione il numero dei conferimenti per ciascuna utenza. Si tratta di un modello più equo, ma anche più complesso da gestire, che richiede una sincronizzazione costante tra i database comunali e quelli dell’azienda.
A San Mauro, quindi, la tariffa resterà per ora quella tradizionale, la Tari, che però negli ultimi due anni ha già visto un incremento medio del 7%. Nel novembre 2024, in un momento di forte malcontento sui social, l’assessore Fogli aveva spiegato che gli aumenti erano legati all’inflazione e a un conguaglio nei costi della raccolta del vetro da parte di Seta; l'azienda aveva invece smentito quest'ultimo aspetto, addossando tutta la colpa all'inflazione. E intanto, i cittadini hanno pagato un conto sempre più salato. «La Tari copre interamente il costo del servizio e segue le regole dell’Arera, l’autorità di settore. Quando Arera autorizza Seta a recuperare l’inflazione, il Comune deve distribuire gli aumenti sui cittadini», aveva chiarito allora l’assessore.
Le tensioni sul tema dei rifiuti non sono nuove. L’anno scorso, i cittadini avevano espresso malcontento per le bollette sempre più salate e per la percezione che la differenziata non producesse vantaggi economici concreti. Tuttavia, i dati regionali mostrano che la raccolta differenziata a San Mauro supera l’85%, in linea con la media piemontese, mentre il quantitativo di indifferenziato resta ancora alto rispetto agli obiettivi futuri.
In questo quadro, la decisione di ridurre la frequenza della raccolta dell’indifferenziato si presenta come un passaggio intermedio verso la Tarip, ma anche come un banco di prova per misurare la capacità dei cittadini di adeguarsi a un modello più sostenibile. Il rischio, senza un’adeguata campagna di comunicazione, è che il nuovo calendario provochi disagi, con bidoni pieni e proteste, specialmente nei condomìni più grandi o nelle zone dove il riciclo è meno organizzato.
«I cittadini devono essere accompagnati dal Comune in questo passaggio, e dovremo educare progressivamente a ridurre i rifiuti. Sarà necessaria da parte nostra una campagna di comunicazione adeguata. La raccolta dell’indifferenziato ogni 15 giorni è già realtà in altri Comuni, e ha prodotto dei risultati positivi. I cittadini buttano di meno e fanno meglio la raccolta differenziata», ha concluso Fogli.
La sfida, ora, sarà trasformare un provvedimento tecnico in una cultura condivisa della sostenibilità, in cui la riduzione dei rifiuti diventi un’abitudine e non un obbligo. Serviranno informazione, controlli, ma anche un rapporto di fiducia tra cittadini e istituzioni, che in tema di rifiuti – a San Mauro Torinese come altrove – non è scontato.

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