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I cittadini rimangono senza ecocentro a San Mauro: riapertura nel 2026

Sei mesi di lavori dopo il controverso passaggio di proprietà dal Comune a Seta. I cittadini saranno costretti a spostarsi

I cittadini rimangono senza ecocentro

I cittadini rimangono senza ecocentro a San Mauro: riapertura nel 2026 (foto di repertorio)

A partire da lunedì 30 giugno 2025, il Centro di raccolta di via Domodossola a San Mauro Torinese chiuderà per lavori di manutenzione straordinaria, con una riapertura prevista non prima del 2026. La notizia riguarda uno dei servizi pubblici più frequentati del territorio e arriva a sette mesi di distanza dalla contestata cessione dell’ecocentro alla società Seta, approvata in Consiglio comunale a fine novembre 2024.

Durante il periodo di chiusura, i cittadini saranno costretti a conferire i rifiuti in altri ecocentri consortili, raggiungibili solo con mezzi privati e non sempre comodi da un punto di vista logistico. L’amministrazione invita a “programmare con anticipo” i propri conferimenti e consultare online l’elenco delle sedi alternative. Ma per molti utenti abituali, la chiusura di sei mesi rappresenta un disagio concreto, in un contesto già segnato da difficoltà di smaltimento, code e abbandoni abusivi.

Il cantiere servirà a ripristinare le condizioni igienico-strutturali del centro, oggi non più a norma. Un fatto che, tuttavia, era noto da tempo e che aveva acceso un durissimo scontro politico lo scorso autunno. Il 27 novembre 2024, con dieci voti favorevoli e tre contrari, il Consiglio comunale di San Mauro aveva approvato la vendita del Centro di raccolta a Seta per 70 mila euro, in base a una perizia tecnica che stimava in 230 mila euro i lavori necessari per riportare lo stabile a condizioni ottimali.

Una cifra giudicata insufficiente e persino dannosa da buona parte dell’opposizione, che aveva parlato apertamente di danno erariale. A sollevare i dubbi più pesanti era stato il consigliere Roberto Pilone, che aveva annunciato l’intenzione di denunciare la delibera alla Corte dei Conti: «Seta guadagna dai rifiuti che recupera in quest’area, e nel documento non leggo quanto valga il recupero. Non ha senso cedere un’area da 300 mila euro a 70 mila, ipotizzando lavori senza nemmeno un progetto esecutivo».

Roberto Pilone

A mettere in discussione la perizia era stata anche la consigliera Paola Antonetto, secondo cui il documento presentava contraddizioni evidenti: da una parte l’ecocentro sarebbe in “discrete condizioni”, dall’altra avrebbe bisogno di interventi urgenti, tra cui cancelli motorizzati, nuovi box e persino una tettoia che, secondo l’opposizione, non avrebbero dovuto essere detratti dal valore dell’immobile. «Se Seta si vuole fare il cancello, che se lo paghi,» aveva commentato Antonetto.

La scelta di vendere lo stabile, giustificata dalla maggioranza con la mancanza di fondi comunali per sostenere quei lavori, ha sollevato dubbi anche su un altro punto cruciale: chi controllerà ora che Seta realizzi davvero quegli interventi da 230 mila euro? E con quali tempi?

La chiusura dell’impianto – oggi ufficializzata – riporta in primo piano proprio questi interrogativi. Se infatti la manutenzione era così urgente da giustificare uno sconto del 75% sul valore stimato dell’area, perché non è stata avviata prima della vendita? E soprattutto: cosa accadrebbe se Seta decidesse di rimandare o ridimensionare gli interventi promessi?

A San Mauro si assiste ora a un paradosso: i cittadini perdono per mesi l’accesso al centro di raccolta, mentre la proprietà dell’impianto è passata a una società che, seppur consortile, non risponde più direttamente alla cittadinanza, ma al proprio consiglio di amministrazione. La quota azionaria del Comune in Seta, appena lo 0,5%, non garantisce né controllo né voce in capitolo reale sulle decisioni future.

La speranza, almeno nelle intenzioni della Giunta, è che i lavori restituiscano alla città un centro efficiente e moderno. Ma le ferite aperte da quella delibera restano. E con esse, le ombre su un’operazione che continua a sollevare dubbi su trasparenza, opportunità e tutela dell’interesse pubblico.

Paola Antonetto

Paola Antonetto

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